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Riorganizzati i plessi di Borgo San Martino e Valcanneto, chiuso Ceri: la delibera del consiglio d’istituto e la raccolta firme

390 firme in pochi giorni contro la riorganizzazione dei plessi di Valcanneto e Borgo San Martino e la chiusura di quello di Ceri. Battafarano: “L’amministrazione non può interferire”

Alcuni plessi delle frazioni di Cerveteri stanno andando incontro ad una riorganizzazione degli spazi sulla base di una delibera approvata dal consiglio d’istituto della scuola. L’intenzione è quella di creare un polo interamente dedicato all’infanzia a Borgo San Martino e un polo dedicato alla scuola primaria a Valcanneto. Non solo, considerato il calo di iscrizioni in quel di Ceri, il plesso è stato riconsegnato all’amministrazione. Nonostante la maggioranza in consiglio d’istituto in cui si muovono preside, insegnanti e genitori, la decisione ha suscitato il dissenso di una parte della popolazione che ha realizzato una raccolta firme per cercare di invertire la rotta e accendere i riflettori su questa situazione.

Le perplessità manifestate riguardano la continuità didattica, le problematiche logistiche, ma anche gli interventi di manutenzione scolastica. Effettivamente, in un territorio vasto come quello di Cerveteri, tale riorganizzazione può sicuramente creare delle problematiche e per questo abbiamo deciso di contattare il vicesindaco e assessore alla pubblica istruzione Federica Battafarano per cercare di capire come e se l’amministrazione può intervenire.

Riorganizzati i plessi di Borgo San Martino e Valcanneto, chiuso Ceri: la delibera del consiglio d'istituto e la raccolta firme

“L’amministrazione non può interferire con le decisioni scolastiche, c’è una legge del 2002 che si chiama autonomia scolastica che consente agli istituti comprensivi piena autorità organizzativa, gestionale e amministrativa nella gestione dei plessi. E’ stata votata a maggioranza del consiglio d’istituto una delibera con cui si dà pieno mandato al preside di riorganizzare i plessi di Borgo San Martino e Valcanneto concentrando l’infanzia a Borgo San Martino e la primaria a Valcanneto. Visto il calo delle iscrizioni nel plesso di Ceri, si è deciso di ridare indietro i locali all’amministrazione comunale che non può in alcun modo interferire con la scelta della scuola. Di conseguenza, hanno mandato la delibera votata a maggioranza sulla base della quale il comune era tenuto e lo ha fatto a riorganizzare il servizio dei due plessi e togliere il servizio mensa e scuolabus a Ceri. Poi valuteremo cosa fare con i locali di Ceri. Il Comune non può fare niente e se interferisse farebbe un abuso di potere”.

“Ne abbiamo parlato col preside che si è risentito dell’interessamento dell’amministrazione dicendo che non accetta considerazioni da parte dell’ente. Noi abbiamo fatto un tavolo di lavoro solo per farci portavoce delle istanze dei genitori che erano in aperto dissenso rispetto a questa decisione. Questa faccenda riguarda esclusivamente la scuola”.

“Come amministratore e assessore alla pubblica istruzione sono tenuta a prendere atto della decisione della scuola e non sta a me decidere se giusta o sbagliata. In merito alla riorganizzazione dei bambini sicuramente saranno state fatte le opportune considerazioni”.

“Il preside ha detto chiaramente che c’è una delibera che non può essere invalidata. Giustamente i cittadini hanno fatto sentire la propria voce. Tuttavia, se non avesse avuto la maggioranza dei voti in consiglio d’istituto, non avrebbe potuto agire in autonomia. La linea del preside è stata avallata dalla scuola. Solo 3 genitori hanno votato contrario, per cui la delibera è approvata a maggioranza”.

La risposta del consigliere Bucchi

“La Gubetti e la sua maggioranza non si possono giustificare con l’autonomia scolastica. Un servizio (chiusura della scuola elementare ora scuola primaria) in una frazione al centro di un vasto comprensorio lo decide il comune”.

“Tra l’altro, il paventato spostamento oltre a recare danno alla comunità locale che viene privata di un importante servizio scolastico, per le casse comunali comporterà un aggravio di spese non indifferente. Tanto per dirne una: in questa scuola per riparare un rubinetto ci sono voluti alcuni mesi mentre per togliere due radici di albero che fuoriuscivano dal terreno nel giardino ci sono voluti 10 anni. Ognuno tragga le proprie conclusioni”.

“Il sindaco e la sua maggioranza se sono d’accordo affinché si faccia questa operazione si prendano le proprie responsabilità e non parlino il politichese ai genitori degli alunni che verranno spostati e agli abitanti del luogo, ma dicono chiaramente che è anche la loro volontà”.

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