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Intelligenza Artificiale: la parola al Dr. Crescenzo Paliotta

“Quello della medicina (e naturalmente anche della chirurgia) è uno dei settori che già ora risente in maniera incredibilmente forte dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale”: l’intervista

Intelligenza Artificiale: la parola al Dr. Crescenzo Paliotta –

di Carla Zironi

Intelligenza Artificiale: la parola al Dr. Crescenzo Paliotta

Noi e l’Intelligenza Artificiale. Colloquio e riflessioni con Crescenzo Paliotta, medico stimato, politico di lungo corso, ex Sindaco di Ladispoli, oggi Consigliere comunale e segretario del Circolo PD, uomo di cultura. Lo spunto nasce dal recente e partecipato convegno organizzato dai Giovani Democratici nella sede del PD con la relatrice Daniela Rondinelli, eurodeputata. L’IA è la nuova frontiera tecnologica che “attraverso l’applicazione di algoritmi integrati in un  ambiente di calcolo ha l’obiettivo di creare computer in grado di pensare ed agire come gli esseri umani”. La fascinazione verso la possibilità di realizzare uno strumento in grado di simulare il cervello umano è antichissima, oggi la realtà ha superato la fantascienza ma chiama in causa anche una sfida sul piano dell’etica nel nome dell’umanesimo.  Lo scomparso Piero Angela, popolare divulgatore scientifico dagli schermi TV, nel suo libro “Il mondo di Quark”, già negli anni ‘80, a proposito della comparsa dei computer si chiedeva: “Chi li programmerà?”. La domanda riemerge: Chi programmerà gli algoritmi dell’IA? “La cultura,  come consapevolezza dei nostri limiti, può evitare di perderci”.

Tra le molteplici applicazioni dell’ IA c’è anche la medicina. Quanto è importante in questo settore oltre alla ricerca? 

“Quello della medicina (e naturalmente anche della chirurgia) è uno dei settori che già ora risente in maniera incredibilmente forte dell’ applicazione dell’Intelligenza Artificiale. Nella ricerca di laboratorio ( si possono fare in pochi minuti test che prima richiedevano settimane) ; nelle diagnosi, ugualmente veloci e precise; nelle applicazioni pratiche : oggi in un intervento chirurgico l’ operatore può anche non toccare mai direttamente il corpo del paziente, ci pensa il robot. Con un  rischio di errore quasi inesistente.”

Crescenzo Paliotta

Verso la fine del Settecento in Gran Bretagna iniziò il processo di industrializzazione con l’uso delle macchine che in parte sostituirono la mano d’opera prevalentemente artigianale, soprattutto nel tessile. Una rivoluzione che sconvolse il mercato del lavoro e che provocò momenti di forte tensione sociale. Oggi l’IA con le sue capacità potrebbe apportare  cambiamenti radicali a largo raggio e  soprattutto nel campo delle professioni. Se ne parla, l’argomento è un po’ “il tema dei temi”, come  affrontarlo anche in termini di tutela occupazionale?

“Le grandi rivoluzioni ( industriali e non solo) hanno sempre portato modifiche profonde nella società, a cominciare dai settori lavorativi.  Piano piano però chi lavorava in certi settori non più attivi ha trovato altre possibilità di impiego. Chi governa avrà il compito di facilitare questi cambiamenti: oggi nei servizi ( ad esempio agli anziani e ai minori) sono impiegate molte più persone rispetto a trenta anni fa. Lo stato sociale dovrà crescere e già sono iniziate sperimentazioni con meno ore lavorative a parità di salario”

Intere generazioni sono state  plasmate dai processi tecnologici iniziati a partire dalla seconda metà del Novecento e approdati nel Terzo Millennio: Dagli elettrodomestici al computer/smartphone; dall’aereo ad elica ai jet; dallo sbarco sulla luna alla conquista dello spazio e del tempo reale,  tanto per fare un esempio per grandi linee. In questo contesto si sono sviluppati nell’individuo, magari inconsapevolmente, degli anticorpi critici, utili alla percezione del negativo e del positivo. Sul piano dell’evoluzione informatica l’Intelligenza Artificiale, per dirla come Napoleone, rientra “nell’ordine  naturale delle cose”, ma come tutte le cose può essere ambivalente a seconda  dell’uso che se ne fa.  In presenza di un eventuale uso improprio degli algoritmi le nuove generazioni, sul piano della valutazione, hanno o avranno abbastanza consapevolezza, capacità di analisi,  discernimento? 

 “ Quella del possibile “ cattivo uso” dell’ IA è sicuramente una delle maggiori paure dell’opinione pubblica e non solo. Chi governa gli algoritmi?  Ed e’ preoccupante e allarmante sapere che, di fatto, tutta la rete dell’ IA è in mano a privati. Qualcosa deve cambiare in questa completa “deregolamentazione”. Altra preoccupazione diffusa : ma l’ IA è solo una creazione dell’ umano e quindi non avrà mai una sua ” volontà autonoma”, cioè non deciderà mai da sola?  E potrà creare arte, cultura autonoma? E, arrivando alla domanda ultima e apparentemente assurda, potrà avere sentimenti?  Nel 2001 Steven Spielberg diresse un film nato da un progetto di Stanley Kubrick. Il titolo era appunto “AI- Intelligenza Artificiale“ e il film raccontava come nella società del 2050 si poteva ordinare un robot per sostituire un parente scomparso, anche un bambino, robot identico alla persona scomparsa. Dopo un po’ di anni il robot andava cambiato, come un elettrodomestico. Ma succedeva che il bambino – robot dimostrava di essersi affezionato alla famiglia. Aveva sviluppato i sentimenti. Solo un film, incredibilmente di 23 anni fa. Ma davvero solo un film?”

Intelligenza Artificiale: la parola al Dr. Crescenzo Paliotta

E veniamo alla politica. E’ soprattutto nel campo della comunicazione che l’IA può giocare, in termini di persuasione, un ruolo non indifferente. Soprattutto  in uno scenario in cui,  a quanto pare, premia molto il cosiddetto “ messaggio diretto alla pancia”. Ciò grazie anche, come dicono alcuni analisti, ad una sorta di “analfabetismo politico di ritorno” e all’astensionismo crescente.  Per non parlare di false notizie tipo quella dell’ex first lady Michelle Obama in corsa alle presidenziali USA  del prossimo novembre  per la conquista della Casa Bianca. Come regolarsi?   

“Penso che la risposta sia introdurre nelle scuole di ogni grado Corsi ( e magari non solo nelle scuole) che aiutino a distinguere il vero dal falso, a capire quali siano le fonti attendibili ed autorevoli.  Altrimenti possono essere manovrati tutti i processi decisionali che non sarebbero più democratici. I danni li stiamo vedendo già ora con i Servizi di intelligence di  Paesi che stanno entrando nelle campagne elettorali anche di grandi nazioni come gli Usa. E per la verità anche in Italia si avvertono segnali di questo tipo. In conclusione: solo la cultura, intesa come consapevolezza dei nostri limiti, può evitare di perderci”.

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