I due avevano chiamato in causa il comandante della Caserma dei carabinieri di Ladispoli per presunti aiuti forniti ad Antonio Ciontoli
Omicidio Vannini, a processo due falsi testimoni –
Ancora riflettori accesi sull’omicidio di Marco Vannini, il giovane di 20 anni di Cerveteri morto a casa della sua fidanzata a Ladispoli, Martina Ciontoli, colpito da un colpo d’arma da fuoco.
Dopo le condanne alla famiglia Ciontoli (il padre, la madre e i due figli) ora si apre un nuovo processo che vede salire sul banco degli imputati due testimoni accusati di falsa testimonianza.
I due avevano chiamato in causa il comandante della caserma dei carabinieri di Ladispoli per presunti aiuti forniti ad Antonio Ciontoli sulla “gestione” della morte del giovane Marco.
Uno dei due, un artigiano di mestiere, davanti alle telecamere di un programma tv aveva rivelato la presunta confidenza fattagli dal maresciallo (che a sua volta l’avrebbe ricevuta da Ciontoli) sul fatto che ad esplodere il colpo di pistola verso Vannini fosse stato il figlio di Ciontoli, Federico. L’artigiano aveva inoltre raccontato come il maresciallo avesse consigliato a Ciontoli padre di assumersi la responsabilità dello sparo.
Uno degli imputati è stato rinviato a giudizio per calunnia e diffamazione mentre l’altro è stato condannato con rito abbreviato a un anno e quattro mesi per calunnia e false informazioni al pm.