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Caso Vannini, parola alla difesa dei Ciontoli. Segui la diretta

Alle 9.30, presso la Corte d’Assise d’Appello di Piazzale Clodio a Roma, si torna in aula per il processo dedicato alla morte del giovane Marco Vannini

Caso Vannini, parola alla difesa dei Ciontoli. Segui la diretta –

Alle 9.30, presso la Corte d’Assise d’Appello di Piazzale Clodio a Roma, si torna in aula per il processo dedicato alla morte del giovane Marco Vannini. Nella udienza, prevista per la giornata odierna, toccherà all’arringa dei legali della famiglia di Antonio Ciontoli.

La diretta

E’ presente in aula Antonio Ciontoli.

Miroli: “tutti hanno convinzione che voi abbiate già deciso, che la sentenza sia già scritta. Comprendo perfettamente la volontà di accontentare la parte civile, ma si sappia bene che la parte civile in un processo ha un ruolo parziale e non imparziale. Il ruolo della parte civile non è quello di fare giustizia ma di ottenere il risarcimento del danno. L’importante non è che Antonio Ciontoli venga condannato, bensì che lo si faccia in base all’esito dell’accertamento della responsabilità. Emettere una sentenza per accontentare il popolo italiano è ben altra cosa e cioè è una vendetta. I media in questa vicenda hanno avuto un ruolo fondamentale anche per il convincimento della gente. Io vi dimostrerò se ne avrò l’opportunità la reale diversità tra morale e diritto. In corte di cassazione dolo eventuale e colpa cosciente hanno un minimo comun denominatore, l’evento notte, con un elemento che però li differenzia che il dolo necessitasse di un’adesione da parte del soggetto interessato, in questo caso di Antonio Ciontoli alla morte di Marco Vannini. Per la cassazione la volontà si riscontra in un confronto tra piano perseguito, in questo caso la salvaguardia del posto di lavoro del Ciontoli e l’evento, cioè la morte di Marco. Per la cassazione Antonio Ciontoli quando si reca al PIT ed incontra il Dottor Matera gli chiede di omettere il colpo d’amara, perché questo lo avrebbe danneggiato sul posto di lavoro, il dottor. Matera però gli dice di no. Ma se il Ciontoli non voleva l’evento a maggior ragione non avrebbe potuto aderire alla morte di Marco. Per la cassazione questo ragionamento è viziato dal fatto che la corte d’assise d’appello aveva omesso di prendere in considerazione un dato, che sia se Marco si fosse salvato sia se fosse deceduto un colpo di pistola era stato sparato. Per la corte d’assise Ciontoli avrebbe chiesto al dottor Matera di omettere il colpo di pistola per sviare le indagini al momento della morte di Marco. Ma Antonio Ciontoli non avrebbe potuto sviare responsabilità e indagini per una semplice ragione, quella che appena concluso il colloquio con Matera ha contattato i carabinieri. Inoltre Ciontoli al PIT all’arrivo dei genitori di Marco insieme con il figlio Federico gli è andato incontro per dirgli che il dolo era stato causato da un colpo d’arma da fuoco. Sviare responsabilità e indagini per Ciontoli sarebbe convenuto solamente se Marco si fosse salvato. Per la cassazione Ciontoli avrebbe potuto sviare alle indagini solo se il dottor. Matera avrebbe omesso il colpo d’arma da fuoco. La morte di Marco ha portato per il Ciontoli tutte le conseguenze negative che gli sono accadute, a partire dal processo. Per il Ciontoli nessuna adesione all’evento morte per il semplice motivo che non gli avrebbe convenuto la morte di Marco. Antonio Ciontoli non ha voluto la morte di Vannini, ma qui si sta cercando la sentenza per la pubblica opinione.”

Aggiornamento

Usciti gli zii e il cugino di Marco quando Miroli ha affermato che il fine della parte civile non è quello di perseguire la giustizia.

Ancora Miroli: “L’evento morte di Marco non c’entra nulla, il piano di Ciontoli fallisce nel momento in cui Matera gli dice di no. La morte di Marco non sarebbe convenuto a nulla ad Antonio Ciontoli. Arrivo dei soccorsi, molto particolare anche questo momento per il Ciontoli. Al momento dell’arrivo dei soccorsi in casa Ciontoli, tutti, compreso Antonio, non erano a conoscenza della reale gravità della situazione, poiché si è trovati di fronte ad una ferita nevralgica e non mortale. Non c’è nessuna adesione all’evento morte di Marco da parte del Ciontoli, poiché da tale situazione non avrebbe tratto nessun beneficio. Entrambe le precedenti sentenze nel merito dicono che sul fatto vie assenza di consapevolezza tra il Ciontoli e i suoi famigliari. Lo sparo in bagno. Accertamenti scientifici avevano escluso che Martina Ciontoli fosse presente nel bagno di caso al momento dell’incidente. Per la Corte di Cassazione la presenza di polvere da sparo sulla carta igienica non esclude la presenza di Martina. E’ sbagliato! Perché nessuno ha mai detto che Martina Ciontoli non è mai entrata in bagno, ma il numero delle particelle spiega l’assenza di Martina. Per Martina Ciontoli due aspetti a confronto le sue dichiarazioni dopo l’accaduto e gli accertamenti scientifici. E’ certo che a fronte degli accertamenti scientifici può aver detto eventualmente delle cose errate dopo, involontariamente. Nel momento in cui Martina afferma “Marco stai tranquillo” vi è la conferma che non c’è consapevolezza ma molta paura. Anche Federico Ciontoli, presente anch’esso al momento, nelle sue dichiarazioni rilasciate conferma che non vi è presa coscienza reale di quanto accaduto. Nel confronto avvenuto dopo le dichiarazioni rilasciate tra Martina e Federico la conferma del momento di panico. Anche le discrepanze temporali sul ritrovamento dell’ogiva, inoltre, confermano la non buona credibilità dell’impalcato definito per la ricostruzione dei fatti.

Aggiornamento

Miroli in aula ripercorre i fatti salienti della vicenda rileggendo i verbali delle dichiarazioni fornite da testimoni e periti.

Ancora Miroli: “Nessuno ha preso coscienza della reale situazione al momento dell’accaduto e non c’è adesione all’evento morte per l’assenza di convenienza per il Ciontoli. Come può dire la memoria del procuratore generale di Cassazione che tutti avevano consapevolezza della gravita della situazione? Da alcune affermazioni errate di Martina Ciontoli? Verificate poi da testimonianze e perizie. L’ingente perdita di sangue prodotta dalla ferita, di cui si è parlato, è avvenuta all’interno del corpo e non all’esterno. Se fosse stato presente del sangue tale si sarebbe potuto ripulire se fosse stato di quantità relativamente ridotta. Il codice di trasporto è stato un “codice rosso” per la corrispondenza di arrivo e partenza dell’autoambulanza, pur operando erroneamente come rilasciato nelle dichiarazioni espresse in termini di “codice verde”.

Aggiornamento

Miroli in aula ripercorre i fatti salienti della vicenda rileggendo ancora i verbali delle dichiarazioni fornite da testimoni e periti.

Ancora Miroli: “Non c’era consapevolezza per quanto accaduto, pur essendo tutti presenti. Ciontoli pur di dimostrare in quel momento capacita di gestire commette una serie di errori. Se Federico avesse condiviso l’ipotetica intenzione del padre al PIT sarebbe andato incontro ai genitori di Marco per spiegargli l’accaduto? Antonio Ciontoli non può essere condannato per omicidio volontario perché tale sarebbe una cosa ingiusta.”

Terminata l’esposizione di Miroli, dopo un momento di pausa, prende la parola Messina

Messina: “Il tutto è stato ben argomento dal collega Miroli. La situazione di pericolo per il fatto accaduto è causata dal comportamento di terzi e non per il comportamento dei familiari presenti. Ciontoli non poteva prevedere la morte di Marco.”

Nella sua esposizione Messina approfondisce le ricostruzioni verbalizzate nelle fasi processuali precedenti.

Ancora Messina: “Sulla presenza di sangue si può parlare di tracce di sangue. I familiari non potevano avere consapevolezza di una ferita e di una situazione nel suo complesso poi rivelatasi molto grave. Su Martina nel bagno. Non vi è stata una buona trascrizione delle intercettazioni ambientali, in particolar modo nel descrivere le sensazioni provate e l’ambiente, anche per la presenza di Ciontoli. La difesa si è fatta carico di riprendere 4 o 5 momenti di quelle intercettazioni, che stabiliscono la presenza di Martina nel bagno al momento dello sparo, per definire la drammaticità del momento. E’ bene precisare che può trascrivere una intercettazione ambientale ma non ad esempio il tono, l’emozione. In un passaggio Martina afferma “io ho visto mio padre”. Ecco quella dichiarazione non è stata presa per buona dalla Corte d’Assise, perché Martina in quel momento non aveva alcuna percezione reale di come fossero andate le cose. Alla Corte Marina aveva affermato che gli fu detto dal maresciallo Izzo, comandate della caserma dei Carabinieri di Ladispoli, che il colpo d’arma da fuoco che aveva colpito Marco lo penetrato dal braccio, attraversando poi tutta la parte di corpo interessata. Espressione abbinata ad un gesto non coerente con la traiettoria poi riscontrata. E la ciste di cui si è parlato, trattasi invece di un ematoma. Ematoma, secondo Martina, già presente nella vasca da bagno.”

Terminata l’esposizione di Messina, prende la parola Ciruzzi

Ciruzzi: “Vicinanza alla famiglia di Marco Vannini. Si vive in questo momento una fase di processi paralleli che pretendono verità.”

Nella sua esposizione Messina approfondisce le ricostruzioni verbalizzate nelle fasi processuali precedenti.

Ancora Ciruzzi: “La famiglia Ciontoli non può essere considerato un singolo imputato. E’ necessario osservare le particolari situazioni. Verrà presentata alla Corte una memoria di 150 pagine. Alcuni aspetti della vicenda sono stati descritti nelle precedenti fasi processuali in maniera inesatta. Antonio Ciontoli ha voluto soccorre Marco e non ha avuto la consapevolezza di quello che gli è appena accaduto; la chiamata al 118 lo dimostra.”

Terminata l’esposizione di Ciruzzi, alcune considerazioni finali

P.G. e parte civile non si oppongono ai messaggi di Izzo e di Ciontoli. Perché risulta scrupolosità di Izzo a non fare alcun tipo di favoritismo quando vengono fatte le richieste. Conferma della posizione di Izzo in cui afferma che quando ha saputo della morte ha interrotto ogni tipo di rapporto. Izzo ha smentito durante la sua testimonianza quanto affermato da Martina. Ma ci sono screenshot di messaggi tra Izzo e Ciontoli che confermano il contrario.

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