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Asd Pallacanestro Dinamo Ladispoli: “Torniamo al Green pass Base per i minori che vorrebbero fare Sport”

La società sportiva lancia la petizione su change.org rivolta a Valentina Vezzali (Sottosegretario Presidenza del Consiglio con Delega allo Sport)

Asd Pallacanestro Dinamo Ladispoli: “Torniamo al Green pass Base per i minori che vorrebbero fare Sport” –

Dinamo Ladispoli Green pass

Con l’introduzione del super green pass anche per accedere agli impianti sportivi al chiuso e all’aperto e per praticare sport di squadra e di contatto, sono diversi, in tutta Italia, i ragazzi dai 12 anni in su che hanno dovuto abbandonare la pratica del loro sport. Magari dopo anni di allenamenti, dopo amicizie nate sul campo. Ora quei ragazzi, con la sola “colpa” di non essere vaccinati (ad oggi in Italia la vaccinazione anti covid è facoltativa salvo poi ritrovarsi senza il super green pass imposto dal Governo) o di non essere guariti dal covid (perché forse, per fortuna, non l’hanno mai contratto o lo hanno contratto quando ancora il green pass non era stato istituito), non possono più allenarsi.

Sono diverse le società sportive, in particolar modo dell’Emilia Romagna che hanno contestato una delle norme imposte dal Governo Draghi. A Ladispoli il dirigente del minibasket della Dinamo Ladispoli, Donato Ciccone, ha deciso di dimettersi dal suo incarico. (leggi qui)

Allo stesso tempo, proprio la Asd Pallacanestro Dinamo Ladispoli ha deciso di lanciare una petizione. Se proprio non si vuole eliminare il green pass, si torni almeno a quello base (ottenibile anche con un tampone rapido o molecolare negativo) per poter dare la possibilità ai minori di praticare sport.

La petizione è rivolta a Valentina Vezzali (Sottosegretario Presidenza del Consiglio con Delega allo Sport).

L’adozione del super green pass (ovvero: vaccinati o guariti) come regola di accesso per poter praticare sport di squadra sta causando un grosso problema di abbandono nel settore giovanile, quello dei ragazzi e ragazze tra i 12 e i 18 anni, ed e’ ormai un fenomeno di una gravità assoluta: sono decine di migliaia i ragazzi che in tutta Italia, per valutazioni di opportunità fatte dalle proprie famiglie, i famigerati rischi/benefici, non praticano più sport”, si legge nella petizione. (clicca qui)

“Questi ragazzi sono in genere figli di genitori che entrambi hanno ritenuto opportuno non vaccinarsi loro stessi, o magari solo uno dei genitori ha fatto questa scelta per sé stesso, o magari i genitori sono entrambi vaccinati ma reputano comunque non opportuno fare il vaccino al proprio ragazzo/a… fatto sta che il ragazzo, in quanto minore, non è che possa fare molto di sua spontanea volontà”.

“Chi scrive crede fortemente che questi vaccini abbiano salvato e continuino a salvare migliaia di vite umane, abbiano consentito di non far collassare il sistema sanitario e più in generale l’economia, ma crede altresì che negare la possibilità di fare sport a un ragazzo, o creare le condizioni perché questo debba abbandonarlo, è come negargli la possibilita’ di studiare, o di potersi curare, o di frequentare un centro d’arte e cultura…  per certe cose non si dovrebbe essere obbligati a scegliere il “male minore” (cit. “ho scelto di non far vaccinare mio figlio anche se questo significa non fargli più fare sport”), certe cose dovrebbero comunque semplicemente essere accessibili e garantite, ovviamente sempre nel rispetto altrui e adottando tutte le contromisure minime necessarie a mitigare il rischio di contagio”.

“Non siamo dottori, medici, virologi, scienziati, politici…. e noi le regole (nello sport si insegna questo come prima cosa) le rispettiamo sempre, anche se non ci piacciono o non ci convincono del tutto, da profani però ci sembrava che l’adozione del green pass “base” (tampone negativo nelle 48 ore precedenti allenamenti o gare) per poter praticare sport (e fare tante altre cose) fosse di per sé già una misura sufficiente a garantire la protezione di tutti.”

Del problema dell’abbandono giovanile dello sport, al di là delle associazioni sportive e dei diretti interessati, sembra del resto non importi nulla a nessuno… fatto salvo leggere di tanto in tanto di quanto disagio psicofisico stiano creando i “danni collaterali” di questa pandemia nei ragazzi: aumento dei casi di autolesionismo, aumento del numero di giovani e giovanissimi che ricorrono a supporti psicoterapeutici, aumento dei casi di bullismo, aggressioni, danni da iperconnessione digitale, obesità, diabete, etc. etc.”.

“Lo ripetiamo ancora – si continua a leggere nella petizione – non siamo dottori, medici, virologi, scienziati, politici…. siamo semplici sportivi, passionali e appassionati, che vorrebbero solo essere un po’ più presi in considerazione, noi, quelli dello sport “di base”, quello vero… è semplicemente sconfortante vedere, leggere e ascoltare da una parte le grancasse mediatiche quando qualcuno vince un titolo italiano, europeo o mondiale, o peggio ancora osservare quanto tempo viene dedicato a qualche sportivo professionista miliardario che tenta qualche inciucio per aggirare le regole e poter cosi rimpinguare ulteriormente il suo conto in banca, e poi invece d’altra parte dover prendere atto del silenzio assordante che ancora una volta circonda il mondo dell’associazionismo sportivo dilettantistico, le problematiche che riguardano chi lo sport lo fa pagando, per passione e divertimento, e non guadagnando…”.

“L’Associazione che sta promuovendo questa petizione e’ molto giovane, al momento oltre al minibasket e ai senior, le categorie giovanili che abbiamo sono solo quelle Under 13, 14 e 15; ci sono quindi “solo” 10 ragazzi (su 30) che non sono stati vaccinati e che hanno dovuto abbandonare, “solo” 10 ragazzi, che però sappiamo essere a casa intristiti durante le ore di allenamento del loro ex-gruppo, a volte a piangere, a volte annoiati davanti uno schermo, a volte compulsivamente presi da un videogioco… “solo” 10 ragazzi, da noi, ma in Italia ? 1.000 ? 10.000 ?  100.000….? Per noi però in qualsiasi caso non è una questione di numeri, quando si parla di bambini, di ragazzi, anche il benessere di 1 solo e’ importante e prioritario; quei 10 ragazzi per noi sono importanti e ci mancano, tantissimo… 10 ragazzi che potrebbero essere 1.000, 10.000…”.

Chiediamo che prima possibile venga individuato il modo per RIDARE LA POSSIBILITA’ ai ragazzi, A TUTTI i minori tra i 12 e i 18 anni DI FARE SPORT IN SICUREZZA, di ritrovare i loro amici, il loro gruppo, la loro passione, i loro sogni; NON LASCIAMOLI DA SOLI, A CASA O SU UN CAMPO dove non c’è nessun altro“.

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