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Assistenza domiciliare, la Lega-SPI/CGIL Ladipsoli: “I tagli alla lunga aumenteranno la spesa pubblica”

Assistenza domiciliare, la Lega-SPI/CGIL

“I tagli ai servizi di assistenza domiciliare quali effetti possono avere sulla spesa pubblica? Questa è la domanda che ciascun amministratore che si occupa di welfare dovrebbe porsi non guardando il dito ma la luna cioè il futuro non tanto lontano. La riduzione drastica a questi servizi al di là del “pannicello caldo” al Bilancio 2019 in affanno, non solo aumenterà la sofferenza di utenti, famiglie e operatori del settore, già duramente provati, ma in tempi medi aumenterà la spesa. Perché? Gli amministratori esperti dovrebbero sapere che subito dopo i servizi di assistenza domiciliare, nel circuito assistenziale ci sono gli istituti di ricovero variamente denominati.

Assistenza domiciliare, la Lega-SPI/CGIL
Assistenza domiciliare, la Lega-SPI/CGIL Ladipsoli: “I tagli alla lunga aumenteranno la spesa pubblica”

Per non parlare dei ricoveri impropri negli ospedali. Per i disabili le strutture spesso pseudo riabilitative, per gli anziani le residenze sanitarie assistite, per i minori le case famiglia. Qui abbiamo rette che variano al variare delle condizioni individuali ma sono spese che gravano su aziende sanitarie e comuni in maniera sempre più rilevante e soprattutto con costi elevati e fissi. Quanto costa una retta in RSA per un anziano e quanta assistenza domiciliare potrebbe avere utilizzando il corrispettivo per rimanere a casa? Con la spesa per la retta un anziano non autosufficiente a casa potrebbe avere circa 6 ore di assistenza domiciliare, rimanere in carico al medico curante, al centro di assistenza domiciliare sanitaria e soprattutto rimanere nel suo ambiente di vita. Ma 6 ore a volte non servono. Possono servirne di meno. Se alziamo lo sguardo alla luna, vediamo che all’orizzonte si profila un significativo aumento di disabili e anziani dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita. Allora? Quale sarà la spesa pubblica per i ricoveri se non si ripensa radicalmente l’organizzazione di tutto il settore? Ci aspettiamo da un amministratore che sia competente e lungimirante: che promuova incontri con i tecnici, con le istituzioni coinvolte (Asl, distretto, città metropolitana, regione), con le associazioni, con i sindacati, che renda pubblici i dati in suo possesso e prenda decisioni possibilmente condivise. Ma fino ad oggi di questo amministratore a Ladispoli non c’è traccia. Si deve sempre sperare in un’inversione di tendenza sempre che la si voglia e si sia capaci di farla. Noi siamo qui a lottare per i più fragili e deboli, accanto a utenti e famiglie! A proposito….sapete quanti sono a Ladispoli gli ultra settantenni che si fanno carico ancora dei figli disabili preoccupati per il loro futuro?”

Lega SPI/CGIL

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