Il Tevere in decrescita costante, l’Aniene dimezzato e il lago di Bracciano più basso di 14 centimetri: i problemi causati dalle temperature troppo miti e dall’assenza di piogge a febbraio
Siccità, l’allarme: 3,5 milioni di italiani a secco nel 2023 –
L’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino lancia l’allarme: 3,5 milioni di italiani non possono più dare per scontato che l’acqua esca dai loro rubinetti.
Il dato è impressionante: per il Presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi una percentuale tra il 6 e il 15% della popolazione nazionale vive in territorio soggetti ad una forte siccità.
L’Associazione di Vincenzi ha istituito un Osservatorio sulle risorse idriche, ma i dati raccolti peggiorano ormai settimanalmente.
Una situazione che sembra irrimediabilmente compromessa e che con l’assenza di piogge a febbraio allunga le ombre della siccità anche sulle zone tirreniche dell’Italia centrale.
A questo si aggiungono anche le temperature miti che rendono la poca neve estremamente sottile.
A preoccupare sono i livelli dei fiumi maggiori, se il Po registra portate sotto al minimo storico, anche il Tevere desta serie preoccupazioni lungo tutto il suo corso, con una costante decrescita.
Il vicino Aniene è invece ormai dimezzato e anche il Liri e il Sacco mostrano lo stesso problema.
Il bacino del lago di Bracciano è più basso di ben 14 centimetri rispetto al 2022.
Una situazione che è ormai generalizzata non solo in Italia: lo stesso fenomeno sta colpendo anche Francia e Gran Bretagna.
Le soluzioni su cui per ora enti come l’Anpi stanno ragionando è l’aumento della capacità di conservazione dell’acqua, ma il problema a breve termine indubbiamente rimane.
Claudio Lippi
(Fonte: Ansa)