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Santa Marinella, il Comune vuole riprendersi il porto della città

Sfruttando una nuova legge regionale sul Demanio Marittimo, l’Ente è pronto a far decadere la concessione alla Porto Romano

Santa Marinella, il Comune vuole riprendersi il porto della città –

Nel cuore dei cittadini di Santa Marinella, la darsena del porticciolo cittadino è uno dei simboli della comunità, attorno al quale si è storicamente aggregata.

Da anni la gestione della società Porto Romano è stata spesso al centro della cronaca locale, tra dissapori con le amministrazioni, scontri verbali con i locali e contrasti legali sui progetti di allargamento.

La Giunta guidata da Pietro Tidei prova il colpo per rimuovere quella che per molti è vista come un’ingiusta privatizzazione.

“In data 30 dicembre 2020, con il coordinamento del Sindaco e dei tecnici incaricati, gli uffici preposti del Comune di S. Marinella hanno avviato il procedimento finalizzato all’accertamento e alla dichiarazione di decadenza della concessione demaniale n. 71 rilasciata alla società “Porto Romano” in data 5 novembre 2003 per l’ampliamento del porto turistico e peschereccio”.

Lo si legge in un comunicato del PD di Santa Marinella e Santa Severa.

“L’iniziativa comunale è stata possibile grazie alla recente legislazione regionale che ha attribuito ai Comuni le funzioni amministrative per “il rilascio delle concessioni dei beni del Demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia, ivi compresi i porti turistici”.

Per il PD è l’occasione per risollevare il porticciolo da quello che definiscono uno stato di inerzia e per svilupparne le potenzialità.

“È sotto gli occhi di tutti che la società Porto Romano dal 1998 si sia unicamente limitata a sostituire l’amministrazione pubblica nella titolarità della gestione del porticciolo originario, rendendola unicamente finalizzata all’aumento del guadagno privato a discapito progressivo del pubblico interesse”.

La questione del mancato allargamento della darsena

“Il comportamento della concessionaria, a prescindere dai singoli e puntuali inadempimenti degli accordi, è stato sempre improntato a ostacolare, se non scientemente evitare, l’inizio dei lavori di ampliamento dell’area portuale”, continua il PD.

“Avviare le opere avrebbe significato un impegno economico (non meno di venti milioni di euro) ed una capacità gestionale del tutto estranei alla dimensione della concessionaria, sempre e solo attenta, invece, a conseguire piccole economie famigliari di bottega, nel tentativo, riuscito, di aumentare i dividendi dei soci e cioè degli stessi famigliari”.

“Le inadempienze del concessionario sono state molteplici – proseguono –; le irregolarità, abusi ed elusioni sono state portate avanti per anni e anni, sfruttando sia le variazioni succedutesi nelle amministrazioni comunali, sia il fatto che queste non avevano diretta competenza sulla gestione della concessione sino all’entrata in vigore della legge regionale sia, in passato, complice qualche malcelata simpatia”.

“La giunta regionale di centro sinistra di Zingaretti ha conseguito, con determinazione, di eliminare, finalmente, un vizio di competenza comunale, rimasto tale per quasi 20 anni”, sottolinea il PD.

“L’avvio del procedimento di decadenza dovrebbe far intendere all’attuale concessionaria che il vento è cambiato”, scrivono.

La società concessionaria, per il Partito Democratico, o provvede a stipulare la Convenzione Urbanistica oppure restituisce quello che è stato assegnato.

“È necessario che quest’area vitale sia restituita al più presto alla cittadinanza. Da anni quest’area è stata trasformata in un feudo gestito da una specie di despota che è riuscito a renderla quasi estranea al corpo cittadino, ostile alle associazioni locali del mare, abbandonata progressivamente anche dalle associazioni e circoli nautici di prestigio e dove ogni giorno la comunità dei pescatori locali si muove sempre più con difficoltà”.

“L’avvio del procedimento di decadenza alla Porto Romano dalla titolarità della concessione è una prima risposta, da parte dell’Amministrazione, e un inizio per poter costruire un prossimo futuro di sviluppo economico e sociale del nostro territorio.

La fine di questo scippo alla città, inoltre, potrebbe aprire strade gestionali in house, ipotizzando introiti economici e occupazionali per l’Amministrazione, risorse importanti per la vita sociale e economica della città”.

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