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Rottweiler, parla un addestratore: “Stiamo umanizzando i cani”

Tragedia a Manziana, Maniscalco: “Dietro un morso c’è sempre una superficialità del proprietario”

Siamo tutti rimasti scossi da quanto accaduto a Manziana nei giorni scorsi. Una tragedia, poco da aggiungere, nella quale un uomo ha perso la vita. Mentre faceva jogging, Paolo è stato assalito da tre Rottweiler e non c’è stato nulla da fare. Si è scritto e detto molto della pericolosità di alcune razze canine e noi di Baraondanews.it abbiamo deciso di parlarne con un addestratore che opera da trent’anni nel settore. Massimiliano Maniscalco e Valentina Sarnelli gestiscono il campo Guardians K9 Training di Ladispoli e si occupano di addestramento e recupero di cani di tutte le taglie. E’ proprio Massimiliano a rispondere alle nostre domande. Addestratore e figurante della Società Italiana Rottweiler, Maniscalco si occupa di preparare i cani sia per la vita di tutti i giorni che per competizioni sportive, il tutto con il riconoscimento dell’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana).

Le chiedo subito quello che tutti si stanno domandando. Esistono cani oggettivamente aggressivi che sono pericolosi per l’essere umano?

“I cani hanno delle doti naturali, il problema è tutto nella gestione. Le posso dire che dietro un morso c’è sempre una superficialità del proprietario che può aver sottovalutato determinati atteggiamenti. Non c’è una razza che possiamo dichiarare pericolosa. Io sostegno che tutti i cani abbiano una sorta di aggressività latente, ma quella in natura è necessaria, è una dote. Il problema sta nella mole del cane che comunque affronta, negli allevamenti seri, i cosiddetti test di equilibrio che poi lo rendono adottabile. Il 99% dei cani lo supera. Quella di cui stiamo parlando è una tragedia che non doveva accadere e su cui gli inquirenti stanno indagando, al tempo stesso, però, non è giusto demonizzare una razza”.

“Io stesso ne ho uno che vive in casa con un bambino e con altri cani. Gli allevatori non hanno alcun interesse nel preparare un cane aggressivo. Bisogna gestire la loro taglia, non la loro aggressività”.

Però bisogna ammettere che questo non è il primo episodio di questo tipo. Qual è il problema?

“Il problema è che stiamo umanizzando i nostri amici a quattro zampe, non ne assecondiamo i bisogni. In questi giorni ho sentito dire che c’è un problema di selezione della razza, ma gli allevatori mettono in luce dei soggetti meravigliosi e li sottopongono a diverse prove. Questi cani sono equilibrati. E’ giusto che il cane sia membro della famiglia, ma non c’è cosa più deleteria che trattarlo come un umano cancellandone caratteristiche e necessità”.

Crede che l’effetto branco sia stato decisivo?

“Sicuramente. Anche questa è una tendenza del mondo animale e sarebbe successo con ogni razza. Un conto è gestire l’aggressione di tre chihuahua, un conto di tre cani molto più pesanti”.

Possiamo dire che molto spesso non vengono considerate neanche le norme

“Bisogna avere il guinzaglio da massimo un metro e venti, museruola in dotazione e i sacchetti per i bisogni. E’ necessario rispettare le regole che ci sono. Il cane non può andare sciolto. La legge parla chiaro e poi ci lamentiamo. Ma loro che colpa ne hanno?”

Ha dei consigli per chi dovesse trovarsi in queste situazioni?

“Non me la sento di sbilanciarmi. Sicuramente bisogna muoversi lentamente e magari cercare di rifugiarsi da qualche parte, ma in quel momento neanche un addestratore riuscirebbe a sfuggire a un morso. La lucidità viene a mancare”.

Come si può intervenire?

“Sarebbe bello se le amministrazioni e le ASL dessero la possibilità di fare dei corsi gratuiti. Oggi il cane è in mano al cittadino che può farne un “uso” sconsiderato. Io mi metto a disposizione anche a titolo gratuito”.

Giorgio Ripani

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