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Regione Lazio, ok della commissione a proposta di legge per la parità retributiva tra sessi

Regione Lazio, ok della commissione a proposta di legge per la parità retributiva tra sessi –

La commissione lavoro del consiglio regionale del Lazio, come annunciato da molte agenzie tra cui il Corriere della Sera, ha approvato una proposta di legge (la numero 182) per la promozione delle pari opportunità delle donne che lavorano (sempre meno secondo l’ultima fotografia dell’Istat). Si tratta solo di un primo passo perché la legge dovrà essere votata dal consiglio regionale prima di diventare norma a tutti gli effetti. La denominazione è complessa, si tratta di «Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne», ma tradotto dal complesso linguaggio amministrativo si tratta di un incentivo per promuovere il lavoro femminile, sia sotto il profilo della retribuzione che come sostegno all’imprenditoria rosa. La proposta di legge, liquidata dalla piddina Eleonora Mattia, proprio mentre all’interno del suo partito si dibatte sulla valorizzazione della componente femminile, si compone di 22 articoli differenti.

Fra questi il rispetto del principio di parità retributiva fra i due sessi «e il contrasto ai differenziali retributivi di genere», la promozione del «reinserimento e dell’affermazione delle donne, sia lavoratrici dipendenti che libere professioniste nel mercato del lavoro» e «la conciliazione dei tempi di vita dei tempi di lavoro e l’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare». Tra gli obiettivi centrali quello della «diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria nelle imprese».

Sulla questione è la stessa Mattia a intervenire: «Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c’è un problema con il lavoro delle donne e a mettere in campo soluzioni concrete e diversificate per risolverlo. Lo facciamo, tutte e tutti insieme, con una legge che riconosce la parità di genere come presupposto per un sistema equo di cittadinanza oltre che per lo sviluppo socioeconomico e che con 7,6 milioni di euro nel prossimo triennio attua una rivoluzione e risponde ad esigenze quanto mai urgenti dopo la pandemia che ha colpito duramente l’occupazione femminile». Se e quanto sarà efficace lo si vedrà a breve.

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