Quattro anni fa la morte del giovane 20enne a causa di colpo di pistola mentre si trovava a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli
Marco Vannini, oggi è il giorno del ricordo –
E’ il giorno del dolore. E’ il giorno della rabbia. E’ il giorno del ricordo.
E’ il giorno in cui una vita, una giovane vita è stata spezzata.
Sono trascorsi quattro anni da quella fatidica sera.
Marco Vannini, da quattro anni non c’è più.
Ucciso da un colpo di pistola a casa della sua fidanzata Martina Ciontoli.
Marco, residente a Cerveteri, con la sua famiglia, Marina Conte e Valerio Vannini, finisce il turno da bagnino in uno stabilimento di Ladispoli.
Va a casa della sua fidanzata e dopo cena, intorno alle 23 chiama il padre per comunicargli che quella notte avrebbe dormito lì.
In via Alcide de Gasperi, a Ladispoli.
A casa della famiglia della sua giovane fidanzata. La famiglia Ciontoli.
Quella sarà l’ultima volta che la sua famiglia lo sentirà.
Passa poco, all’incirca quindici minuti da quella chiamata.
Parte un colpo di pistola.
I soccorsi vengono chiamati tardivamente e non per esplosione d’arma da fuoco.
Quando Marco arriverà al Pit le sue condizioni sono già drammatiche.
Solo qui emergerà che cosa sia successo: il ragazzo stava facendo il bagno nella vasca, Antonio Ciontoli entra in bagno per recuperare le sue due pistole, Marco le vuole vedere, lui gliela mostra e parte un colpo di pistola.
Questo quanto raccontato dalla famiglia Ciontoli. A sparare il capofamiglia.
Viene chiamato l’elisoccorso per la corsa disperata al Gemelli, ma Marco non ce la fa.
Il suo cuore non regge.
Da quella terribile notte sono trascorsi quattro anni.
Di quella drammatica morte sono stati accusati in primo grado, per omicidio colposo la fidanzata di Marco, Martina Ciontoli, il fratello di lei, Federico Ciontoli e la moglie di Antonio Ciontoli Maria Pezzillo.
Dovranno scontare tre anni di carcere per omicidio colposo.
In primo grado la Corte ha condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale Antonio Ciontoli, il capofamiglia e colui che sin dal primo momento si è assunto la responsabilità di quel colpo d’arma da fuoco e del ritardo nei soccorsi.
Assolta già dal primo grado invece Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli. Anche lei presente in casa quella drammatica notte.
Pena ridotta per Antonio Ciontoli in secondo grado.
La Corte d’Appello ha infatti derubricato il reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo con colpa cosciente, condannando il capofamiglia a 5 anni di carcere.
Invariate le pene per gli altri tre famigliari.
E ora, a quattro anni di distanza, per la famiglia di Marco e per migliaia e migliaia di italiani da sempre al fianco della famiglia Vannini, giustizia non è stata ancora fatta.

La famiglia continua a chiedere verità e giustizia.
Vuole sapere che cosa sia successo veramente quella notte a casa Ciontoli.
Che cosa ha realmente provocato quello sparo.
Vuole giustizia. Quella vera. Cinque anni per Antonio Ciontoli e tre per la sua famiglia non sono sufficienti. La vita di Marco non può valere cinque anni.
E ora, a quattro anni da quella drammatica notte, ora si aspetta la Cassazione.
Sarà lei a determinare se tornare indietro, in Corte d’Appello o se confermare le condanne.
Il pg è tornato a chiedere 14 anni per tutta la famiglia Ciontoli.
I legali della difesa hanno invece chiesto l’assoluzione per Martina, Federico e Maria Pezzillo e uno sconto di pena per Antonio Ciontoli.
Intanto, in attesa di conoscere la data dell’udienza in Cassazione, intanto di conoscere il “verdetto” dell’ultimo grado di giudizio, in migliaia oggi e domani ricorderanno silenziosamente e rispettosamente Marco Vannini.
Fiocchi bianchi fuori dalle attività commerciali, sulle porte e sulle finestre delle abitazioni.
Domani alle 17 un mazzo di fiori sarà deposto sotto la lapide in via Alcide de Gasperi.
Alle 18 a Cerveteri una messa in suffragio del ragazzo.
Intanto questa sera l’appuntamento è ancora con Quarto Grado. Ancora una volta la trasmissione su Rete 4 affronterà il caso del giovane Marco Vannini.