L’assessore alla Pubblica istruzione Lucia Cordeschi replica al dirigente scolastico Riccardo Agresti
Ladispoli, è polemica sul pasto da casa –
“Se il preside vuole essere superiore alla Cassazione …”.
A parlare è l’assessore alla Pubblica istruzione Lucia Cordeschi.
Destinatario della frase il dirigente scolastico Riccardo Agresti.
Nelle settimane scorse i riflettori si sono nuovamente accesi sul pasto da casa.
Le Sezioni Unite della CAssazione si sono pronunciate a tal proposito.
Nella sentenza si legge che “per il supremo consesso la materia, in assenza di un diritto perfetto, non può essere oggetto di accertamento da parte del giudice ordinario”.
“La gestione del servizio mensa rientra nell’autonomia delle istituzioni scolastiche di primo e secondo grado in attuazione dei principi di buon andamento della pubblica amministrazione”.
Per la Cassazione, inoltre, “l’introduzione di vari e differenti pasti domestici nei locali scolastici inficia il diritto degli alunni e dei genitori alla piena attuazione egualitaria del progetto formativo comprensivo del servizio mensa”.
Dunque, “portare il panino da casa” potrebbe comportare una “possibile violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminare in base alle condizioni economiche, oltre che al diritto alla salute, tenuto conto dei rischi igienico-sanitari di una refezione individuale e non controllata”.
Sentenza che aveva portato l’assessore alla Pubblica istruzione di Ladispoli, dove già lo scorso anno la questione aveva infervorato gli animi di insegnanti, dirigente scolastico, genitori e amministrazione comunale, a chiedere ai genitori che l’anno passato avevano rinunciato al pasto da casa a mettersi in regola quanto prima con l’iscrizione dei propri figli al servizio di refezione scolastica. (LEGGI QUI)
Commento alla sentenza che però non era piaciuto al dirigente scolastico Riccardo Agresti che ha puntato i riflettori, in particolare, su una frase della sentenza: “La gestione del servizio mensa rientra nell’autonomia delle istituzioni scolastiche di primo e secondo grado in attuazione dei principi di buon andamento della pubblica amministrazione”. (LEGGI QUI)
Dunque se spetta alla scuola decidere è presto fatto.
Alla Melone già lo scorso anno il Consiglio di istituto aveva sdoganato il pasto da casa approvando un regolamento.
Regolamento che ora sarà nuovamente portato all’attenzione del Consiglio di istituto ai primi di settembre per decidere se riconfermarlo oppure no, anche alla luce della sentenza della Cassazione.
E Agresti lascia tranquillamente intendere che se il Consiglio di istituto dirà ancora una volta sì al pasto da casa, alla Melone i bambini potranno portare il pranzo preparato a casa dai loro genitori, senza alcun problema.
“Se il preside vuole essere superiore alla Cassazione …”, ha commentato l’assessore alla Pubblica Istruzione Lucia Cordeschi alla replica di Agresti.
“Non possiamo che essere contenti – ha detto sarcastica – di avere un preside membro della Cassazione”.