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Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa

Niente panino dal prossimo anno per i ragazzi della Melone. L’assessore Cordeschi invita i genitori che avevano disdetto il servizio a regolarizzare la propria posizione entro martedì della prossima settimana

Un nuovo caos alle porte nelle scuole italiane, comprese quelle ladispolane.

Dopo lo sdoganamento da parte del Corte di Appello di Torino al pasto da casa per i bambini delle scuole, che di fatto aveva aperto uno spiraglio in tutti i plessi scolastici italiani, ora le Sezioni Unite della Cassazione hanno detto no.

Il panino da casa non può essere consumato all’interno degli edifici scolastici durante l’orario di mensa.

O almeno, non esiste un “diritto soggettivo” e la gestione del servizio di refezione è rimesso direttamente “all’autonomia organizzativa” delle scuole.

Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa
Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa

“L’istituzione scolastica – spiegano le Sezioni Unite della Cassazione – non è un luogo dove si esercitano liberamente i diritti individuali degli alunni né il rapporto con l’utenza è connotato in termini meramente negoziali, ma piuttosto è un luogo dove lo sviluppo della personalità dei singoli alunni e la valorizzazione delle diversità individuali devono realizzarsi nei limiti di compatibilità con gli interessi degli altri alunni e della comunità” con “regole di comportamento” e “doveri cui gli alunni sono tenuti”, con “reciproco rispetto, condivisione e tolleranza”.

La Cassazione inoltre precisa che “i genitori sono tenuti anch’essi, nei confronti dei genitori degli alunni portatori di interessi contrapposti, all’adempimento dei doveri di solidarietà sociale, oltre che economica”.

Una vicenda che dunque non può essere paragonata alla richiesta di esenzione del proprio figlio dall’insegnamento della religione.

Per la Cassazione, in questo modo, dunque, “un diritto soggettivo e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici non è configurabile”.

Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa
Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa

Una vittoria dunque per le amministrazioni comunali, come quella ladispolana, che da sempre sostiene il servizio di refezione scolastica e già lo scorso anno aveva detto no al pasto da casa.

Una battaglia, quella del pasto da casa, nella città balneare, portata avanti in particolar modo all’interno dell’istituto comprensivo Corrado Melone di via Yvon de Begnac.

Il dirigente scolastico Riccardo Agresti aveva appoggiato la decisione di alcune famiglie di fornire ai propri figli un pasto appositamente preparato per loro all’interno delle mura domestiche.

Famiglie che avevano addirittura donato alla scuola diversi forni a microonde e che, grazie a una colletta, sostenuta addirittura da alcuni movimento politici, avevano permesso all’istituto di acquistare anche dei frigoriferi dove conservare i pasti portati dai bambini. Non solo.

All’interno della mensa scolastica, fino allo scorso anno allestita ancora all’interno del Polifunzionale, era stata individuata un’area dove i bambini avrebbero potuto consumare il proprio pasto da casa, non troppo lontani così dai loro compagni di classe.

Spazio la cui igienizzazione sarebbe spettata al personale scolastico e non a quello della ditta fornitrice invece dei pasti del servizio mensa.

Ora con la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione da palazzo Falcone tornano a rivendicare il no al pasto da casa.

«Con questa sentenza – ha detto l’assessore alla Pubblica Istruzione, Lucia Cordeschi – mettiamo una pietra tombale a questa questione».

Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa
Scuola, la Cassazione dice no al pasto da casa

La scuola, dunque, secondo l’assessore Cordeschi, dovrà restituire ai genitori i forni a microonde e disfarsi dei frigoriferi acquistati per il “caso”.

Insomma: l’unico pasto consentito sarà quello del servizio di refezione scolastica che passa per il Comune.

Proprio per questo motivo, dunque, l’assessore Cordeschi, invita tutti i genitori a regolarizzare la propria posizione entro martedì della prossima settimana «onde evitare spiacevoli inconvenienti» .

Con “l’avvento” del pasto da casa, alcuni avevano infatti provveduto a disdire il servizio che ora si ritrovano costretti a riattivare.

E per fare il punto della situazione, già agli inizi di settembre l’Assessorato incontrerà i diversi dirigenti scolastici degli istituti comprensivi ladispolani.

Dal registro degli iscritti e dai dati in possesso dal Comune si cercherà dunque di andare a individuare chi ancora non avesse provveduto all’attivazione e al pagamento del servizio che dal prossimo anno, per quanto riguarda la Melone sarà effettuato nelle due refezioni realizzate dal Comune.

Dopo i lavori del natale scorso gli interventi effettuati a chiusura dell’anno scolastico, anche la seconda mensa è pronta a ospitare i bambini dell’istituto. In questo modo il Polifunzionale sarà dunque liberato così da essere utilizzato solo ed esclusivamente per lo svolgimento di attività culturali.

Polifunzionale che proprio a settembre sarà intitolato a Marco Vannini.