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Il CBD come rimedio naturale, ma può influire sui test antidroga?

Sono sempre di più le persone che decidono di affidarsi alle terapie naturali per combattere i problemi fisiologici. Una grande svolta nel settore l’ha segnata il CBD che, oggi, è fra i rimedi più utilizzati per aiutare l’organismo in casi di forte stress, insonnia, emicrania e dolori mestruali.

Si tratta di un estratto della Canapa ricco di fitocannabinoidi che, al contrario del THC, è completamente privo di effetti psicotropi e interagisce con i recettori presenti nel sistema endocannabinoide, svolgendo una funzione riequilibrante.

Grazie al grande potenziale terapeutico, il CBD ha captato il grande interesse della comunità scientifica che ogni giorno porta avanti ricerche sui suoi effetti benefici e sulle possibili applicazioni.

Tuttavia, mentre da un lato cresce il numero di persone che si affidano a questo trattamento, dall’altro nascono dubbi riguardo al collegamento fra il suo consumo, come alleato per il benessere, e i test antidroga.

In realtà, tutto quello che c’è da sapere in merito alla loro correlazione è racchiuso nel fatto che, generalmente, i test antidroga vengono effettuati per andare alla ricerca di tracce di THC, mentre il CBD non viene catalogato come sostanza illegale.

Questo non significa che non ci sia il rischio che venga rilevato, in quanto si tratta di un derivato della stessa pianta, ma non è la ragione per cui si procede a determinati controlli. Andiamo, quindi, a vedere nello specifico cosa accade se ci si sottopone a un test antidroga dopo aver assunto CBD per fini terapeutici.

Perché si svolgono test antidroga e quanto influisce il CBD

Nel mondo del lavoro esistono moltissime professioni che hanno una politica di tolleranza zero in materia di sostanze stupefacenti e, fra queste, è presente anche la Cannabis.

Un esempio sono gli atleti, i piloti, fino agli ufficiali di polizia che regolarmente devono svolgere test antidroga all’interno dell’azienda.

Oltre all’aspetto professionale, poi, si procede a questo tipo di analisi, per esempio, in caso di ricoveri ospedalieri, a seguito di incidenti più o meno gravi, oppure prima di un’operazione.

Il CBD come rimedio naturale, ma può influire sui test antidroga?
Il CBD come rimedio naturale, ma può influire sui test antidroga?

In questi casi, è essenziale assicurarsi la negatività al test antidroga per poter accedere alle prestazioni o continuare a lavorare.

Per quanto il CBD non sia ciò che si cerca durante l’esame, è possibile che il risultato mostri un falso positivo in quanto potrebbe contenere tracce di THC dello 0,2% o dello 0,5%.

Questa percentuale, infatti, è quella tollerata nella maggior parte dei paesi e non è sufficiente per provocare effetti psicoattivi, anche se effettivamente alcuni test possono rilevarla.

Come fare quindi per garantire un’assunzione di CBD per i trattamenti terapeutici ed essere tranquilli in caso di test antidroga aziendale o ospedaliero? Una soluzione c’è e si tratta dei CBD privi di THC. Vediamo insieme la differenza.

La differenza tra CBD isolato, ad ampio spettro e a spettro completo

Partendo dal presupposto che nessun tipo di CBD sia completamente privo di rischi per quanto riguarda la sua rilevanza nei test antidroga, è importante capire come scegliere il migliore per se stessi. In particolare, ne esistono tre tipologie:

  • Il CBD isolato, noto anche come cristalli di CBD: si tratta di una polvere pura al 99% e priva TCH che spesso viene venduto sotto forma di olio. È quello che espone a un rischio più basso in caso di verifiche antidroga.
  • Il CBD ad ampio spettro è privo di THC, ma è pensato per un trattamento al dolore più intenso e quindi può contenere altri componenti della canapa come il CBG, il CBN, i terpeni e i flavonoidi.
  • Il CBD a spettro completo è quello che si trova più spesso sul mercato perché porta un sollievo maggiore in quanto possiede l’effetto entourage. Ma, proprio perché durante l’estrazione dalla pianta vengono lasciati i componenti più puri, è quello che espone di più al rischio di falsi positivi.

È importante chiarire, quindi, che il CBD in sé non è considerato come invalidante per il test antidroga, ma è opportuno dichiararlo in caso di esame e soprattutto scegliere consapevolmente quello più adatto alla propria problematica.