Si ipotizza che siano morte affogate intrappolate nelle reti dei pescatori
Ieri, sulle spiagge di Ladispoli e Cerveteri sono stati ritrovati dei cadaveri di Berta minore – di Giovanni Zucconi
Ieri, sulla spiaggia che va da Palo a Campo di Mare, hanno segnalato la presenza di Berte minori morte a riva. Immediatamente è scattato l’allarme tra i Volontari che operano nella Palude di Torre Flavia. Il loro obiettivo è stato subito quello di provare a risalire alle cause di queste morti.
La Berta minore è un magnifico uccello marino, che vive, si riproduce e si sposta all’interno del bacino del Mediterraneo.

Un mese fa, sul lungomare di Latina, ci fu un analogo spiaggiamento di cadaveri di Berte minori. Un fenomeno che purtroppo non è così raro. Secondo la LIPU, la Lega italiana protezione uccelli, dal mese di maggio a oggi sono oltre 300 le carcasse di questi uccelli marini recuperate tra le spiagge del Lazio e della Campania. È una vera e propria strage silenziosa che sta avvenendo sulle nostre coste.
Silenziosa, ma non più misteriosa. Infatti, proprio qualche giorno fa, dalle analisi che sono state condotte a seguito dello spiaggiamento di Latina, sono arrivate le prime risposte per spiegare queste morti.
A uccidere gli uccelli marini, che risultavano sani e ben nutriti, non sono stati virus né alghe tossiche come si pensava in un primo momento, bensì le attività umane. Le Berte minori erano infatti morte per annegamento. E c’è una sola cosa che porta gli uccelli marini a morire in questo modo: le reti da pesca.

Per capire se le Berte minori trovate sulle spiagge di Cerveteri e Ladispoli siano morte per la stessa causa, abbiamo intervistato Corrado Battisti, il naturalista referente della Palude di Torre Flavia.
Le Berte minori ritrovate oggi sulle nostre spiagge, possono essere anch’esse morte a cause delle reti da pesca?
“E’ molto probabile. Anche a Latina inizialmente si ipotizzava che le loro morti fossero causate dall’ aviaria o dalla salmonella. Ma poi si è riscontrato che molti di esse presentano acqua nei polmoni, indicando che potrebbero essere affogate. Questi uccelli si comportano in modo simile ai pinguini, tuffandosi e nuotando sott’acqua. L’ipotesi più probabile è che siano rimasti intrappolati nelle reti da pesca verticali. I loro corpi finiscono poi spiaggiati sulle coste.”
È già successo questo tipo di spiaggiamento sulle nostre coste?
“Circa 5 o 6 anni fa, ci fu un grande spiaggiamento a Passoscuro di animali morti. Consideri che questo è un periodo in cui si verificano grandi movimenti di uccelli dalle isole lungo la costa e che, quindi, è comune vedere migliaia di uccelli passare nel cielo, creando quasi una nuvola nera.”
Non possiamo fare nulla per impedire questo fenomeno?
“Non c’è una soluzione semplice. Le reti che uccidono le Berte minori sono reti a norma. Bisognerebbe inventare una tecnologia che salvi questi uccelli. Ma non è facile, perché loro nuotano in profondità. Oppure sospendere l’uso delle reti in questo periodo, quando transitano questi uccelli. Ma capisce che non è una proposta economicamente sostenibile.”
