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Deposito delle scorie, il no del Consiglio regionale del Lazio

Votato all’unanimità un ordine del giorno contro l’individuazione della Tuscia come area idonea allo stoccaggio delle scorie nucleari

Deposito delle scorie, il no del Consiglio regionale del Lazio –

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per scongiurare il deposito di scorie nucleari nella Tuscia.

Lo segnala il promotore Enrico Panunzi (Pd) in un comunicato stampa.

L’Assemblea si è riunita oggi nel pomeriggio in seduta straordinaria, proprio per discutere del programma nazionale per l’individuazione del sito di stoccaggio delle scorie nucleari.

“Dal Consiglio regionale esce un messaggio chiaro di ferma contrarietà e sono soddisfatto che ci sia stata l’unanimità”, prosegue il consigliere regionale Panunzi.

“Il tema è però complesso e la procedura che ha portato alla pubblicazione della carta nazionale delle aeree potenzialmente idonee al deposito viene da una legge dello stato di 11 anni fa, il decreto legislativo 31 del febbraio 2010, con successive modificazioni.

“Se questa procedura non va bene va cambiata la legge. Il Governo si è quindi mosso nella legge per attuarla. I depositi odierni sono provvisori”, aggiunge.

“Per mettere in sicurezza i rifiuti a bassa e media radioattività va individuato un sito di stoccaggio, con una soglia di 300 anni.

Entrando nel merito, la Regione Lazio, con l’assessore Massimiliano Valeriani, aveva fin da subito espresso un no deciso. E anche dai sindaci della provincia di Viterbo è arrivata una contrarietà unanime”.

“Ci cono quindi tutte le condizioni per dimostrare che la Tuscia non può ospitare il deposito. Auspico, infine, che il Parlamento possa prorogare il termine dei 60 giorni previsti per la presentazione”.

L’ordine del giorno impegna il Presidente e la Giunta regionale a redigere osservazioni che manifestino la contrarietà della Regione Lazio all’individuazione del sito nel territorio regionale.

Le osservazioni dovranno anche tener conto delle norme a tutela del paesaggio che i criteri utilizzati dalla Sogin non hanno tenuto in considerazione.

In più si richiede un “tavolo della trasparenza” in tema di gestione delle scorie nucleari, per tutte le finalità relative al Programma nazionale e per la valutazione dello stato di sicurezza degli attuali siti nucleari”.

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