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Coronavirus, Miroli: ”Detenuti con pena residua di 18 mesi di reclusione possono completare la rimanenza ai domiciliari”

Pensato per scongiurare il diffondersi dell’epidemia tra i detenuti

Coronavirus, Miroli: ”Detenuti con pena residua di 18 mesi di reclusione possono completare la rimanenza ai domiciliari”

“Il Direttivo della Camera Penale di Civitavecchia,

ritiene doveroso prendere posizione in ordine a quanto disposto dall’art. 123 D.L. n. 18/2020 in materia di detenzione domiciliare – norma che sarebbe stata pensata per scongiurare il diffondersi dell’epidemia tra i detenuti.

Tale provvedimento, rammentasi, prevede che i condannati che debbano scontare (fatta esclusione per quelli reclusi per reati di particolare allarme sociale) un residuo pena di 18 mesi di reclusione, possano espletarne la rimanenza in regime di detenzione domiciliare.

Tuttavia, il Governo, ha ritenuto di dover subordinare l’ammissione a tale beneficio penitenziario alla disponibilità di dispositivi elettronici di controllo (rectius braccialetti) di cui è nota a tutti la cronica insufficienza, rendendo, di fatto, inadeguata la risposta politica a un’esigenza così drammaticamente pericolosa qual è quella che ha investito il paese e che ha determinato la necessità, come extrema ratio, di dare corso alla più grande decurtazione dei diritti fondamentali della nostra storia post bellica.   

Ciò sta a significare, quindi, che per coloro che sono sottoposti alla restrizione della libertà personale non vale il diritto primario alla tutela della salute (art. 32 della Cost.).

E invece, specialmente in un momento come quello che stiamo vivendo, è ora di abbandonare questo modo rancoroso e vendicativo di intendere la pena e di privilegiare i principi alla base  dello Stato di diritto secondo cui essa non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Ciò è quanto mai più vero in un momento come questo in cui l’emergenza coronavirus rischia di innescare quella che il Ministro degli Interni ha definito una “bomba epidemiologica” come tale idonea a mettere gravemente a rischio la salute, non solo dei detenuti, ma dello stesso personale della polizia penitenziaria – cui vanno tutti i nostri più sentiti ringraziamenti per il lavoro da loro svolto in questo momento di così grande difficoltà”.

La nota del Avv. Andrea Miroli