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Comitato no Piazza Almirante: ”Direttiva intitolazione arriva da Meloni”

Ladispoli, il comitato "No Piazza Almirante" attacca duramente Grando

Comitato no Piazza Almirante: ”Direttiva intitolazione arriva da Meloni” – Ormai è il segreto di Pulcinella pure a Ladispoli. L’intitolazione di una piazza o di una via a Giorgio Almirante risponde alla direttiva dell’on. Giorgia Meloni. Direttiva che passa dalle sezioni di Fratelli d’Italia ai Consigli comunali dove la destra è maggioranza. “Su Almirante non mollo”, tuona dalle pagine di un noto quotidiano romano l’on. Meloni che definisce Almirante, storico segretario del MSI e reduce della repubblica di Salò, nonché mai pentito fautore delle Leggi razziali del 1938, “un patriota”.

Deve averle scottato parecchio il fatto che a Roma l’operazione targa civica Almirante sia andata in fumo e che la Sindaca Raggi abbia tolto dalla toponomastica capitolina ben due intitolazioni a “scienziati” del periodo fascista sostenitori della “razza ariana”, e che le due strade verranno reintitolate facendo scegliere agli studenti liceali un nome tra la rosa dei candidati proposti”.

“E’ tutta in salita la direttiva Meloni perché i sindaci non sono podestà di mussoliniana memoria ma vengono eletti e devono rispondere del loro operato alla cittadinanza.

Anche a Ladispoli i residenti vorrebbero che Piazza Grande venisse dedicata altrimenti e sia sui social che dalla Parrocchia del Sacro Cuore che domina suddetta piazza, sono giunti numerosi suggerimenti, caduti però nel vuoto. Ad un giovane intervistatore che chiedeva lumi sulla intitolazione ad Almirante, Alessandro Grando, Sindaco di Ladispoli, ha risposto tra l’altro: “… colui che ha saputo traghettare la destra italiana dal dopoguerra fino ai tempi moderni, ed è giusto che la nostra città lo ricordi attraverso l’intitolazione di una piazza”.

“I casi sono due, o Grando non conosce la storia della destra italiana, o si nasconde dietro il dito bypassando la famosa “svolta di Fiuggi” del 1995 quando Gianfranco Fini sancì la definitiva chiusura del Movimento Sociale Italiano (già sdoganato da Silvio Berlusconi) per fondare Alleanza Nazionale (poi confluita nel Partito della Libertà).

Un tentativo, peraltro apprezzabile, di trasformare la vecchia fiamma tricolore in un partito più moderato. Ma a quanto pare la “traversata nel deserto” finiana è ritornata al punto di partenza, altro che “tempi moderni”! Il 15 novembre scorso la commissione toponomastica comunale si è riunita per formalizzare l’intitolazione ad Almirante; testimoni raccontano di una commissione blindata all’esterno dalle forze dell’ordine. Per timore di cosa? Di contestazioni accese?

ANPI e Comitato NO Piazza Almirante hanno risposto alla provocazione Almirante con metodi civili: raccogliendo firme all’aperto e con un Convegno sulle Leggi razziali, il 16 novembre, che è stato un successo di pubblico e che rappresenta una delle tante pietre miliari dell’animo civico di Ladispoli. Dichiara a proposito Gianfranco Marcucci Coordinatore del Comitato NO Piazza Almirante: “La proposta del Sindaco di Ladispoli d’intitolare una piazza a Giorgio Almirante, leader storico del MSI, ha leso nel profondo l’anima di questa città di mare, aperta e solidale, ed ha segnato un punto di non ritorno nell’azione amministrativa di questa Giunta. Dispiace molto, soprattutto perchè il giovane Sindaco, in questo primo anno di lavoro, è sembrato sempre molto attento a mantenere la città unita, contraddistinguendosi per un marcato spirito d’inclusione e pragmatismo.

E tutto questo nonostante il continuo e desolante starnazzare – intriso di razzismo e odio verso lo straniero – di molti suoi consiglieri di maggioranza, dai quali appunto Grando ne è uscito sempre incolume – da vero “cuore ladispolano” – come se la sua missione a capo della città fosse preminente rispetto allo spirito di fazione che comunque – a torto – non ha mai rinnegato”.

“Ma evidentemente il richiamo della foresta è stato troppo forte e alla fine il Sindaco ha deciso di venir meno al suo ruolo di rappresentante di tutti i cittadini di Ladispoli, per assurgere a quello più modesto – e mi si permetta caricaturale – di Sindaco di una parte soltanto tirando fuori dal cilindro una patetica e anacronistica nostalgia per Saló. Perchè il primo cittadino di una città di 40 mila abitanti non può mettere a rischio la concordia collettiva con un gesto così superficiale ed irresponsabile che mina nel profondo i valori fondanti e l’identità di una comunità.

Per tale motivo – conclude Marcucci – si spera che prevalga il buon senso e che il Sindaco possa tornare sui suoi passi e che, almeno su una questione come questa di ordine identitario (prescindente quindi dal legittimo contrasto tra maggioranza ed opposizione), si possa trovare insieme una soluzione rappresentativa per tutta la città”. ANPI – Comitato NO Piazza Almirante