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Cittàpolitica

Civitavecchia, scontro tra maggioranza e opposizione sul numero legale

Al centro della vicenda la presenza in commissione capigruppo di Petrelli, ex alleato di Tarantino

Civitavecchia, scontro tra maggioranza e opposizione sul numero legale –

Botta e risposta tra opposizione e maggioranza dopo la risposta del Prefetto sul mantenimento del numero legale in Consiglio comunale a Civitavecchia.

La bagarre scoppia la mattina del 27 gennaio con un comunicato congiunto di Attig, D’Antò, De Angelis, Di Gennaro, Frascarelli, Lecis, Lucernoni, Palombo, Piendibene, Scilipoti, Tarantino.

“Se la risposta del Prefetto può fare chiarezza nell’intreccio tra norme e regolamenti, paradossalmente evidenzia ancor più un’anomalia politica che pesa come un macigno e condiziona i destini e le scelte della nostra città”, scrivono.

Ma il dito è puntato soprattutto contro la condotta, “a nostro giudizio indegna, del consigliere Vittorio Petrelli che, eletto tra le fila dell’opposizione e firmatario di un patto di apparentamento con la coalizione che aveva sostenuto la candidatura a Sindaco di Carlo Tarantino, garantisce quella presenza in Conferenza Capigruppo che consente all’amministrazione Tedesco di proseguire una gestione politico-amministrativa che giudichiamo fallimentare e che, con il proprio voto in Consiglio Comunale, consente alla maggioranza di restare a galla”.

In serata è arrivata la risposta della maggioranza

“Vittorio Petrelli, e qualunque altro consigliere, può operare secondo la sua coscienza le scelte che ritiene più opportune.

Né lui, né altri hanno alcun vincolo di mandato: il consigliere Petrelli siede all’aula Pucci in virtù di oltre duemila voti presi alle ultime elezioni sul suo nome e rivolgergli epiteti del genere è gravemente offensivo non solo verso di lui (che non lo merita per la passione che tutti gli riconoscono), ma verso chi lo ha votato e verso la figura stessa del consigliere comunale.

Che ciò sia avvenuto in una giornata come quella di oggi è poi una caduta di stile che sarebbe stato meglio evitare, anziché gettarsi alla ricerca di cavilli grazie ai quali sabotare l’azione amministrativa di chi ha avuto dal corpo elettorale un chiarissimo mandato a governare”.