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CittàCultura

Cerveteri, tanti visitatori per la mostra “Luci e ombre”

Riceviamo e pubblichiamo:

L’arte figurativa è sicuramente dal punto di vista emozionale quella che arriva subito.

Quella in cui lo spettatore sa riconoscersi,immedesimarsi, confrontarsi.

Ne i tre giorni abbiamo rivissuto sensazioni ritrovate fra le luci e le ombre che dodici fotografi hanno messo a disposizione dei visitatori alla mostra.

Così Lisistrata Simone ha per esempio presentato su due specchiere verticali una composizione di foto rigorosamente in bianco e nero di scene del centro storico di Pitigliano che potrebbe essere un qualsiasi borgo italiano dove le immagini ci danno un senso di familiarità di appartenenza .

Lara Garofalo invece col suo progetto chiamato Volver usando una pellicola scaduta ha mostrato sei immagini intime che nascondono fra le loro pieghe un vissuto che viaggia fra memoria e sentimento.

Lucio Fraschetti Artista poliedrico un eccellenza per certi versi dell’associazione ha portato in mostra sei stampe da diapositiva subacquee scattate venticinque anni fa nei fondali marini fra Ladispoli e Santa Marinella mostrandoci che la bellezza è sopra e sotto di noi.

Luciano Rossetti con un unica stampa su Forex di grandi dimensioni ha giocato col titolo “luci e ombre” col volto di un uomo rappresentandolo con la sua parte più chiara ed una più scura come se fosse una metafora sulla nostra personalità scavando dentro l’animo umano.

Monica De Marinis ha presentato sei immagini montate su una base metallica che donano alle foto una luminosità argentea che gioca fra il bianco e nero e il colore, l’immagine di Monica rappresentano l’assenza , quel senso inadeguato di vivere il nostro tempo,, forse fuggendo o rimettendosi poi in gioco .

Suggestive le foto di Marco Tanfi che ci ha trasportato idealmente su un peschereccio a pesca di tonni, qui in evidenza con la sua tecnica mossa e un po’ astratta abbiamo la sensazione in questo piccolo reportage di vivere quei momenti di operosità e di duro lavoro dell’equipaggio.

Anna Rita Contu e Piero Fadda hanno presentato insieme un progetto di sei immagini espressive piene di luci e ombre stampate su Forex con una tecnica sopraffina . Dove si evidenziano attraverso i volti l’espressività di ogni singolo personaggio fotografato.

Caratteristica che unisce un po’ tutti i partecipanti alla mostra .

Roberta Brugnetti ha presentato in bianco e nero tre immagini del nostro litorale prese dalla parte terrestre che ci mostrano lo spazio immenso e la luce che senza confini si uniscono disegnando con armonia ed equilibrio il senso di benessere, e perfetta simbiosi fra uomo e natura.

Inoltre Roberta presenta altre tre immagini di giochi-d’acqua che disegnano invece in modo astratto il moto ed il movimento in senso verticale dell’acqua.

Un bianco e nero eccelso anche in questo caso.

Vincenzo Quondam con l’aiuto di una modella su sei pannelli scuri creando un gioco architettonico di luci in Studio crea armonia e gioca col corpo della ragazza ridisegnando il corpo della stessa in maniera quasi cinematografica.

Laura Di Carlo anche lei usa nel suo bianco e nero una modella rappresentando una metamorfosi ,una trasformazione con la tecnica della fotto-mossa. La modella sembra che danza su un ipotetico palcoscenico come se fosse con la sua leggerezza una farfalla.

Silvia Spigarelli ha portato invece un esperimento foto scattate con il suo iPhone.

Un immagine del marina di Campo di Mare dove da un piccolo granello di sabbia e terriccio si arriva all’immensità del mare un tramonto quasi innaturale con dei colori un po’ velati come quelle giornate un po’ strane non ben definite.

La mostra è stata molto partecipata vissuta e apprezzata dando spunti di riflessioni , apprezzati poi l’intervento di Luca Saraceni che ha mostrato dei prototipi di macchina fotografica analogica degli anni sessanta che ha incuriosito non poco il pubblico.

Sono stati dati degli attestati consegnati dall’associazione tramite l’artista Carlo Grechi.

È intervenuta la vicesindaco e assessora alla Cultura Federica Battaffarano consolidando quel rapporto fra espressioni culturali e amministrazione, sempre sensibili a sostenere e valorizzazione ogni iniziativa.

Tanti sono stati i visitatori anche altri illustri colleghi fotografi che sono venuti con entusiasmo a salutare chi esponeva , e tanti i commenti  tutti entusiastici scritti nel registro delle presenze della mostra.

Luci e ombre , prima mostra collettiva fotografica organizzata lo scorso fine settimana da l’associazione culturale inArte di Cerveteri, curata da Fabio Uzzo, nelle Sale Principi Sforza Ruspoli è stato il compimento, il naturale evolversi di un progetto culturale che da anni promuove arte e artisti lavorando sui sentimenti, le emozioni, l’autenticità.

L’arte figurativa è sicuramente dal punto di vista emozionale quella che arriva subito.

Quella in cui lo spettatore sa riconoscersi,immedesimarsi, confrontarsi.

Ne i tre giorni abbiamo rivissuto sensazioni ritrovate fra le luci e le ombre che dodici fotografi hanno messo a disposizione dei visitatori alla mostra.

Così Lisistrata Simone ha per esempio presentato su due specchiere verticali una composizione di foto rigorosamente in bianco e nero di scene del centro storico di Pitigliano che potrebbe essere un qualsiasi borgo italiano dove le immagini ci danno un senso di familiarità di appartenenza .

Lara Garofalo invece col suo progetto chiamato Volver usando una pellicola scaduta ha mostrato sei immagini intime che nascondono fra le loro pieghe un vissuto che viaggia fra memoria e sentimento.

Lucio Fraschetti Artista poliedrico un eccellenza per certi versi dell’associazione ha portato in mostra sei stampe da diapositiva subacquee scattate venticinque anni fa nei fondali marini fra Ladispoli e Santa Marinella mostrandoci che la bellezza è sopra e sotto di noi.

Luciano Rossetti con un unica stampa su Forex di grandi dimensioni ha giocato col titolo “luci e ombre” col volto di un uomo rappresentandolo con la sua parte più chiara ed una più scura come se fosse una metafora sulla nostra personalità scavando dentro l’animo umano.

Monica De Marinis ha presentato sei immagini montate su una base metallica che donano alle foto una luminosità argentea che gioca fra il bianco e nero e il colore, l’immagine di Monica rappresentano l’assenza , quel senso inadeguato di vivere il nostro tempo,, forse fuggendo o rimettendosi poi in gioco .

Suggestive le foto di Marco Tanfi che ci ha trasportato idealmente su un peschereccio a pesca di tonni, qui in evidenza con la sua tecnica mossa e un po’ astratta abbiamo la sensazione in questo piccolo reportage di vivere quei momenti di operosità e di duro lavoro dell’equipaggio.

Anna Rita Contu e Piero Fadda hanno presentato insieme un progetto di sei immagini espressive piene di luci e ombre stampate su Forex con una tecnica sopraffina . Dove si evidenziano attraverso i volti l’espressività di ogni singolo personaggio fotografato.

Caratteristica che unisce un po’ tutti i partecipanti alla mostra .

Roberta Brugnetti ha presentato in bianco e nero tre immagini del nostro litorale prese dalla parte terrestre che ci mostrano lo spazio immenso e la luce che senza confini si uniscono disegnando con armonia ed equilibrio il senso di benessere, e perfetta simbiosi fra uomo e natura.

Inoltre Roberta presenta altre tre immagini di giochi-d’acqua che disegnano invece in modo astratto il moto ed il movimento in senso verticale dell’acqua.

Un bianco e nero eccelso anche in questo caso.

Vincenzo Quondam con l’aiuto di una modella su sei pannelli scuri creando un gioco architettonico di luci in Studio crea armonia e gioca col corpo della ragazza ridisegnando il corpo della stessa in maniera quasi cinematografica.

Laura Di Carlo anche lei usa nel suo bianco e nero una modella rappresentando una metamorfosi ,una trasformazione con la tecnica della fotto-mossa. La modella sembra che danza su un ipotetico palcoscenico come se fosse con la sua leggerezza una farfalla.

Silvia Spigarelli ha portato invece un esperimento foto scattate con il suo iPhone.

Un immagine del marina di Campo di Mare dove da un piccolo granello di sabbia e terriccio si arriva all’immensità del mare un tramonto quasi innaturale con dei colori un po’ velati come quelle giornate un po’ strane non ben definite.

La mostra è stata molto partecipata vissuta e apprezzata dando spunti di riflessioni , apprezzati poi l’intervento di Luca Saraceni che ha mostrato dei prototipi di macchina fotografica analogica degli anni sessanta che ha incuriosito non poco il pubblico.

Sono stati dati degli attestati consegnati dall’associazione tramite l’artista Carlo Grechi.

È intervenuta la vicesindaco e assessora alla Cultura Federica Battaffarano consolidando quel rapporto fra espressioni culturali e amministrazione, sempre sensibili a sostenere e valorizzazione ogni iniziativa.

Tanti sono stati i visitatori anche altri illustri colleghi fotografi che sono venuti con entusiasmo a salutare chi esponeva , e tanti i commenti  tutti entusiastici scritti nel registro delle presenze della mostra.

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