L’ex sindaco della Città etrusca: ” Speriamo che il Giorno del Ricordo , come quello della Memoria , si qualifichi come momento non di rancore vendicativo ma di studio imparziale di uno dei momenti più dolorosi del nostro paese e che un giorno si possa anche perdonare ma mai dimenticare”
Cerveteri, Guido Rossi ricorda i Martiri delle Foibe –
Riceviamo e pubblichiamo –
Il 10 Febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito per legge il 30 Marzo 2004, in memoria degli italiani vittime delle foibe per mano dei partigiani di Tito, dell’esodo giuliano dalmata e delle vicende del confine orientale che, a partire dagli anni Duemila, hanno coinvolto la costruzione politica, spesso frammentaria e contraddittoria, del passato nazionale[.
E’ questa una solennità nazionale istituita con una legge del 2004 per conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo dai territori occupati nel ’45 dalle truppe di Tito.
Le Foibe sono delle cavità naturali della zona carsica , che scendono per centinaia di metri nelle viscere della terra. Qui , alla fine del conflitto, i partigiani di Tito fecero precipitare i corpi di migliaia di Italiani. , con la motivazione di “giustiziare” dei criminali fascisti, giustiziando indifferentemente uomini, donne nei modi più crudeli.
Fu questo un epilogo sanguinario e brutale di una guerra sciagurata, terminando con un pretesto per una serie di vendette personali e per una più generalizzata pulizia etnica eliminando ogni presenza sgradita , identificando ogni italiano come bestia da abbattere.
Tito si dimostrò come un inflessibile esecutore del disegno leninista : eliminare chiunque si opponesse al suo disegno egemonico . In questo modo assassinò , con scrupolosa efficienza non solo democratici , monarchici e preti ma sopratutto gli italiani colpevoli di essere italiani. Non si conosce il numero dei morti perché molti cadaveri erano così irriconoscibili da essere misurati in”metri cubi di materiale umano”.
Un orrore pari a quello delle Fosse Ardeatine o ai campi di sterminio tedeschi. Anche le esecuzioni furono uguali se non più brutali di quelle dei nazisti. Uomini e donne furono legati tra loro con il fil di ferro e scaraventati in questi anfratti dove morirono per le fratture, per la fame e per la sete.
Talvolta un vivo fu legato ad un morto , per accrescere l’umiliazione del rito con l’abominio della putrefazione. Addirittura qualcuno vi gettò sopra delle bombe a mano per ulteriore disprezzo. In questo contesto, disgustoso fu l’atteggiamento dei comunista italiani e di Togliatti che usò espressioni infami nei confronti delle vittime giustificando le stragi titine come una giusta retribuzione nei confronti dei fascisti invasori.
Speriamo che il Giorno del Ricordo , come quello della Memoria , si qualifichi come momento non di rancore vendicativo ma di studio imparziale di uno dei momenti più dolorosi del nostro paese e che un giorno si possa anche perdonare ma mai dimenticare.