Cerveteri, celebrato l’80° anniversario della Festa della Liberazione d’Italia –

Alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, celebrato a Cerveteri il 25 aprile, l’80° anniversario della Festa della Liberazione d’Italia.
All’evento presente anche il Sindaco Elena Gubetti, che ha accompagnato il momento con il seguente discorso:
Care cittadine e cari cittadini, autorità civili, militari, religiose, rappresentanti delle associazioni, delle scuole, delle istituzioni,
ci ritroviamo oggi, insieme, in questo luogo simbolico della memoria collettiva, per rendere omaggio a chi, 80 anni fa, ha avuto il coraggio e la determinazione di cambiare il destino dell’Italia. Il 25 aprile non è solo una data sul calendario: è il giorno in cui l’Italia ha ritrovato sé stessa, scegliendo la libertà contro l’oppressione, la democrazia contro la dittatura, la speranza contro la paura.
Celebrare oggi l’80° anniversario della Liberazione significa riaffermare, con forza e responsabilità, che i valori per cui si sono battuti donne e uomini della Resistenza sono ancora vivi e devono continuare a guidare le nostre azioni.
Come ha ricordato ile Presidente Mattarella, il frutto più prezioso della Liberazione è la nostra Costituzione. È in quelle parole — scritte con il sacrificio e il sogno di un’Italia nuova — che troviamo la direzione del nostro agire: libertà, uguaglianza, pace tra i popoli, tolleranza, rispetto della persona. E’ la Costituzione che ha consentito la rinascita morale e materiale della nostra Patria, le grandi trasformazioni istituzionali e sociali, la creazione di un sistema di equilibri tra i poteri, che ha garantito e garantisce la libertà di tutti. Non dimentichiamo mai che la Costituzione è la base della convivenza civile della nostra Nazione!
E oggi, nel giorno in cui celebriamo gli 80 anni della Liberazione, in cui ricordiamo con gratitudine tutti gli uomini e le donne che hanno lottato per restituirci un Paese libero e in pace, non possiamo non rivolgere un pensiero al Santo Padre, Papa Francesco, che ci ha lasciato. Un Papa che, fino all’ultimo giorno, con voce flebile ma parola potente, ha continuato a gridare l’urgenza di costruire la PACE.
Fratelli, cura, dono, bene comune, ecologia della vita quotidiana, PACE erano il suo lessico in cui tanti di noi, laici e cattolici si sono riconosciuti. E in anni segnati da conflitti e divisioni, ha saputo indicare la via della giustizia, della solidarietà, della fraternità come fondamento di una convivenza autenticamente umana.
In questo giorno così importante, sento anche il dovere di parlare da Sindaca e da prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia di Cerveteri. È per me motivo di orgoglio, ma anche un simbolo di quanto lungo e faticoso sia stato il cammino delle donne verso la piena cittadinanza. Un cammino che comincia anche nella Resistenza, quando migliaia di donne italiane, spesso giovanissime, scelsero di lottare. Alcune con le armi, altre con la voce, con la cura, con la forza dell’organizzazione. Le staffette partigiane, le combattenti, le madri che nascondevano i perseguitati, le ragazze che rischiavano la vita per trasmettere un messaggio o curare un ferito.
Spesso i loro nomi non sono finiti sui libri di storia, ma senza di loro la Liberazione non sarebbe stata possibile. Oggi, grazie a quel coraggio, una donna può essere qui, a guidare una città, a parlare di Costituzione, a costruire insieme a voi un futuro.
E Cerveteri, città di storia e di civiltà, non può che sentirsi chiamata in causa. Noi custodiamo la memoria non solo nei monumenti e nelle pietre, ma nella scelta quotidiana di costruire una comunità più giusta, più aperta, più solidale. La memoria della Resistenza non è un’eredità da conservare: è una promessa da rinnovare. E questa promessa la facciamo ogni volta che scegliamo il dialogo anziché l’odio, l’accoglienza anziché l’esclusione, la partecipazione anziché l’indifferenza.
In questi giorni, una fotografia che ha fatto il giro del mondo mi ha profondamente emozionato e mi ha fatto sentire impotente davanti alla terribile realtà che stiamo vivendo: la foto ritrae Mahmoud Ajjour, Mahmoud è un bambino palestinese di nove anni, Mahmoud ha perso entrambe le braccia durante un attacco a Gaza nel marzo 2024. La fotografa che ha realizzato lo scatto per il New York Times è la palestinese Samar Abu Elouf che con questa immagine ha vinto il World Press Photo of the Year 2025. Mahmoud, nel suo dolore, ha chiesto alla madre: “Come farò ad abbracciarti?” Una domanda che è come una lama che incide profondamente la nostra coscenza. In quel gesto mancato c’è tutto il dolore di un’infanzia spezzata, ma anche il richiamo alla nostra umanità e alla nostra responsabilità.
Questa immagine ci ricorda che la libertà, la pace e la dignità umana non sono conquiste definitive, ma impegni quotidiani. Come cittadini e come istituzioni, abbiamo il dovere di non voltare lo sguardo, di non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie che ancora oggi colpiscono i più vulnerabili. Nel celebrare l’80° anniversario della Liberazione, rinnoviamo il nostro impegno a difendere i valori sanciti nella nostra Costituzione: la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà. E lo facciamo pensando a Mahmoud e a tutti i bambini che in ogni parte del mondo, attendono il nostro abbraccio.
Consentitemi ora che mi avvio a terminare il mio intervento di ricordare i papaveri, simbolo della Resistenza e della memoria che continuano a comparire sui nostri campi. Il papavero, fiore a me particolarmente caro, cresce anche nei terreni più difficili, è metafora di una Resistenza che non si piega, che si rinnova e che continua a prosperare.
Nel 25 aprile, il papavero diventa un segno indelebile di ciò che è stato e di ciò che continua a vivere nelle nostre coscienze.
Un fiore che, in ogni petalo rosso, porta con sé la memoria di chi ha combattuto per la nostra libertà. E oggi, tornando a casa, cercatelo nei campi: il papavero. Fermatevi un istante, guardatelo e pensate a tutti i nostri caduti. Siate grati per il loro coraggio, per la libertà che ci hanno lasciato in dono.
Oggi, deponendo questa corona, abbiamo reso omaggio ai Caduti, ma anche a un’idea di Paese che continua a vivere in ciascuno di noi. Un Paese che non si piega, che crede nella pace, che difende la democrazia.
A nome di tutta Cerveteri, dico grazie a chi ha lottato per darci la libertà. E rinnovo l’impegno a essere ogni giorno degna di questa eredità.
Viva la Resistenza!
viva la Costituzione!
viva il 25 aprile!
Viva Cerveteri!










