Il 30 maggio 1888 nacque la Stazione Balneare Ferroviaria Ladispoli
di Marco Di Marzio
Buon Compleanno Ladispoli, oggi la città compie 132 anni – Maggio è un mese speciale per Ladispoli, lo scorso giorno 6 infatti si sono celebrati i 50 anni di Autonomia comunale, oggi invece i 132 anni dalla nascita. Festeggiare il natale di una città è sempre un momento unico nel suo genere, ancor di più lo è se l’evento riguarda l’universo in cui ogni giorno la persona sviluppa la propria vita.
La commemorazione non è soltanto sinonimo di un passato circostante appena trascorso, di una giovinezza implicita, perché 132 anni sono nulla al confronto della lunghezza totale del tempo di esistenza del mondo, ma anche e soprattutto di una nitidezza storica, peculiarità impossibile da riscontrare altrove.
Mercoledì 30 maggio 1888 nacque Ladispoli. Presso l’ufficio del notaio Girolamo Buttaoni, ubicato a Roma in Piazza San Luigi dei Francesi n.35, infatti, avvenne la stipula dell’Atto di compravendita dei terreni dell’area compresa tra i fossi Vaccina e Sanguinara, il mare e il confine con la proprietà dei Principi Ruspoli di Cerveteri, in corrispondenza dell’attuale Via Ancona, firmato dal Principe Ladislao Odescalchi, proprietario della Tenuta di Palo e del sito interessato, e l’Ingegner Vittorio Cantoni, noto imprenditore edile romano, per la costituzione della “Stazione Balneare Ferroviaria Ladispoli”. Allegata al documento una planimetria in cui si viene a conoscere il primo insediamento; un rettangolo molto allungato composto di un piano urbanistico suddiviso in strade e 84 lotti.
Oggi, un Comune autonomo esteso per 26 km², completo e vivo 365 giorni l’anno, con 42.022 abitanti censiti al 31 dicembre 2018, e una curva dell’andamento demografico nel tempo sempre più pendente, per via dei progressivi arrivi, prima dalla vicina Palo, poi dall’entroterra, da Roma, da ogni parte d’Italia ed infine d’Europa e del mondo. Queste migrazioni hanno definito il profilo sociale del luogo e contribuito attraverso le proprie esperienze e conoscenze al suo sviluppo socio-economico.
Ideata dall’esercizio dei “bagni al mare” presso la spiaggia del Borgo di Palo cominciati nel 1861, il fenomeno, esportato dall’Inghilterra della rivoluzione industriale, fu favorito da uno dei prodotti della trasformazione tecnologica, il treno con la sua rete ferroviaria, presente anche a Palo dal 1864 grazie all’apertura al pubblico il 16 aprile 1859 della Strada Ferrata Roma-Civitavecchia. I “bagni di Palo” saranno integrati nel 1872 con l’apertura di una base velica del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, presente sino al 1912 per volontà di Ladislao Odescalchi, anche Presidente della sezione capitolina dal 1883 al 1888. Da queste considerazioni venne concepita Ladispoli secondo il normale criterio privatistico economico ed opportunistico, colto nello spirito di elaborare un nuovo ambiente da sostituire al precedente ormai considerato inefficiente.
Il 1° luglio 1888 si svolse l’inaugurazione, alla presenza di Baldassarre Odescalchi in rappresentanza del fratello Ladislao impegnato a Londra per diversi affari. I moltissimi bagnanti che già da quella estate arrivano in treno si trovarono davanti ancora ben poco: soltanto il mare e una lunga spiaggia nera, derivante dalla qualità delle propria sabbia ferrosa.
Molto era ancora da fare. Una manciata gli edifici presenti, oltre al “Palazzaccio”, situato nell’odierna Via Odescalchi, costruito nel 1881 da Benedetto Landi, demolito negli anni settanta e sostituito da un grande distributore di benzina, unico caso in controtendenza rispetto al resto del territorio. Le funzionalità turistiche, alberghiere e ristorative erano riposte nell’albergo “Diana Mare”, costruito dallo stesso Ingegner Cantoni e ancora oggi esistente in Piazza della Vittoria, nel Caffè-Restaurant, edificato in società tra il Principe e l’Ingegnere, posto tra le attuali Via Cantoni, Via Regina Margherita e Lungomare Regina Elena, demolito nel 1896 a seguito della fine del rapporto economico tra il nobile e l’imprenditore, negli stabilimenti balneari Dispari e Falena precedentemente operanti a Palo. All’inizio un vecchio carro chiuso fungeva da stazione ferroviaria terminale collocata su una nuova diramazione lunga 2.300 metri dalla linea primaria, fiancheggiata da una strada carrozzabile, corrispondenti alle odierne Via Corrado Melone, Via Palo Laziale, Via Odescalchi, fungente da ingresso alla nuova località dalla Via Aurelia; l’attuale, seppur modificato, ingresso sud.
Ad una vendita potenziale che prometteva arrivo immediato, per vedere completata l’urbanizzazione della prima lottizzazione bisognerà aspettare la metà degli anni ’30, quasi cinquant’anni dopo la stipula della compravendita tra Odescalchi e Cantoni. Già presente l’acqua potabile, arrivata dal “Ferraccio” nel 1882, e l’Ufficio Postale, si dovranno attraversare cinque decenni per vedere realizzate, grazie all’impegno di molti, in diverse tappe, servizi e strutture importanti come ad esempio la luce elettrica, l’impianto fognario, il lavatoio, il mattatoio, il mercato, la caserma dei carabinieri, il medico condotto, la scuola, la chiesa ed il cimitero, quest’ultimo però mai stato in funzione, per ragioni strutturali, se non per un caso avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fotografata per la prima volta a livello aereo nel 1917, al sogno della “Marina di Roma”, infranto dal 1916 con lo sviluppo di Ostia portato avanti da Prospero Colonna, si perseguì l’obiettivo di valorizzare la qualità terapeutica della propria sabbia ferrosa, che portò alla costituzione il 1° gennaio 1930, con Decreto Ministeriale del 30 giugno 1928, della società di “Centro di Soggiorno e Cura”, sciolta però prematuramente nel 1933 per soppressione governativa.
Al Censimento del 1936 la popolazione residente risultò essere costituita in 1.452 unità, oltre tre volte tanto rispetto a quella del 1888. Nel contempo si è ampliata l’offerta di alberghi, ristoranti, stabilimenti e si è sviluppato anche il cinema.
La seconda metà degli anni ’30 costituì il primo spartiacque per la giovane cittadina affacciata sul Mar Tirreno. Arrivarono gli ampliamenti urbanistici sia longitudinali alla spiaggia verso Torre Flavia con la “Longarina” sia in profondità, questi gestiti poi dal Consorzio di “Cere Marina”, ed il secondo ingresso a nord dell’Aurelia. Il 15 giugno 1939 venne aperta al pubblico la nuova stazione ferroviaria “Cerveteri-Ladispoli” posizionata direttamente sulla linea Roma-Civitavecchia-Pisa e soppressa la precedente diramazione il 28 agosto 1938, dove al suo posto anni dopo, tra mille difficoltà, progetti di altro tipo e battaglie politiche, sorgeranno dagli anni ’60 i giardini pubblici centrali.
La sabbia ferrosa divenne nuovamente protagonista. E’ il periodo dell’autarchia imposta all’Italia dal regime fascista di Benito Mussolini, da oltre un decennio alla guida del Paese, per la sua politica estera aggressiva e coloniale portata avanti. Il ferro, anche di queste sabbie, dopo gli studi dell’ingegner Giulio Nista dal 1935 al 1937, viene estratto dal 1939 dalla “Terni” per la produzione di armi e di altre utilità.
L’amicizia fatale con la Germania nazista e la guerra. Lontana la prima del 1915-18, esperienza diretta la seconda, in linea con gli eventi nazionali. L’ingresso, il 10 giugno 1940, la speranza “lampo”, le vite umane spezzate con le battaglie militari e i bombardamenti sulle città, la consapevolezza dei problemi, l’armistizio, l’occupazione dell’esercito tedesco, successivi all’8 settembre 1943, lo sfollamento degli abitanti imposto dagli occupanti in previsione di uno sbarco su queste spiagge dell’esercito avversario, le violenze, le atrocità e poi la fine della dittatura culminata con la liberazione nel giugno 1944 portata dall’arrivo dei soldati americani. Il lascito di ferite profonde e tangibili, causa ancora di morte. La presenza degli ebrei, per lo più polacchi, scampati allo sterminio dei campi di concentramento nazisti, in attesa della “Terra promessa”.
Il dopoguerra all’insegna della ricostruzione, secondo spartiacque. Cresce il paese e ripartono l’attività balneare, con l’edificazione dei moderni stabilimenti in muratura, dal 1947 per primo il “Columbia”, l’attività turistica con la Pro-Loco nel 1949 e nel 1950 con la Sagra del Carciofo, vetrina enogastronomica del territorio. Continuò fino al 1968 l’estrazione del ferro. Lo sport, dopo le prime esperienze ante-guerra, con la costituzione nel 1946 della squadra di calcio U.S. Ladispoli, si mette in movimento deciso. Il ritorno alla democrazia anche in questi luoghi permise il 31 marzo 1946 l’elezione nelle file del Partito Comunista Italiano del primo Consigliere Comunale nella storia ladispolana, Domenico Pierlorenzi. La Riforma Fondiaria e l’Ente Maremma completarono in maniera preponderante il quadro. Nel 1951 risultarono risiedere 2.296 abitanti.
Il 3 giugno 1949 il passaggio amministrativo dal Comune di Civitavecchia, presente nel territorio sin dal 1814, lontano dai bisogni e dalle esigenze della comunità, al più vicino Comune di Cerveteri, auspicato e perseguito da molto tempo. Presenti e in alcuni casi luogo di vita di personaggi famosi, la cittadina è stata e sarà anche set cinematografico. Intanto il processo di sviluppo continua. La distrazione cervetrana mista al desiderio di gestire in casa le licenze edilizie e di commercio, visti i tempi del “boom economico”, spingerà ad agire nella direzione dell’Autonomia, il grande salto, il cammino con le proprie gambe.
Obiettivo raggiunto il 6 maggio 1970, con una legge approvata dal Parlamento, firmata dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, dal Presidente del Consiglio Mariano Rumor, dal Ministro dell’Interno Franco Restivo e proposta dagli onorevoli Carlo Felici, Bartolomeo Ciccardini, Attilio Iozzelli, Ennio Palmitessa, Marcello Simonacci. È il terzo e definitivo spartiacque. La storia che diventa cronaca, il mezzo con il quale aver compiuto il traguardo della città a misura d’uomo, con un numero di abitanti oggi incrementato di quasi sei volte rispetto ai 7.252 residenti censiti nel 1971. Conseguenza anche del mutamento sociale, vivere tutto l’anno e non più stagionalmente. Sullo sfondo altri due fenomeni migratori, quello dei cileni avvenuto nei primi anni ’70, e quello degli ebrei russi durato 14 anni, dal 1977 al 1991, il cui ricordo porterà il nome di Ladispoli ad essere conosciuto in tutto il globo. Il 20 marzo 1972, con Decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Leone, venne definito il territorio comunale, esteso dal mare fino all’Autostrada A12 Roma-Civitavecchia e comprendente frazioni, tra cui Torre Flavia, Monteroni, Olmetto, Rimessa Nuova, Palo e Marina San Nicola, quest’ultima, fiore all’occhiello del comprensorio, è retta ancora da un Consorzio, nato nei primi anni ’60 insieme alla lottizzazione di zona. Il 26 novembre 1972 le prime elezioni comunali che elessero il Consiglio che designò Fausto Ceraolo Sindaco della città.
Nel 1988 le celebrazioni del primo centenario, l’inizio del processo conservativo della memoria storica. La cornice finale, dalla prima metà degli anni ’90, il pendolarismo lavorativo quotidiano con la Capitale reso possibile dalla “variante Aurelia” al tracciato originario della ferrovia Roma-Civitavecchia, realizzata in occasione del Mondiali di calcio in Italia ed inaugurata il 25 maggio 1990. Con Decreto del Presidente Giorgio Napolitano il 28 febbraio 2011 a Ladispoli è riconosciuto il titolo di “Città”.
Ecco il significato della sottolineatura di questo compleanno, istante per ricordare, momento di riflessione. Una piccola storia impossibile però da descrivere tutta per quanto è grande. Raccontata nella sua interezza anche in molte pubblicazioni edite fino ad oggi così come nell’ultima denominata “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo” – Volume 1 e 2. Fondamento per la definizione delle prospettive future.