Quando Raniero Mengarelli difese per ben due volte la Necropoli del Sorbo di Cerveteri dai tentativi di distruggerla –
di Giovanni Zucconi

Abbiamo parlato tante volte dell’antichissima necropoli del Sorbo. Ormai tutti probabilmente sanno di come sia stata seppellita, da un illuminato palazzinaro nel 1966, sotto un moderno quartiere di alti palazzi. Una storia incredibile e vergognosa. Un vero e proprio crimine contro l’Umanità, rimasto impunito. Uno degli atti più gravi perpetrati, in tempo di pace, contro il patrimonio archeologico e contro la memoria storica di un popolo. Solo l’ISIS ha saputo fare di meglio.
Per contestualizzare meglio questo evento a chi lo conosce poco, leggiamo cosa c’era scritto sul sito Internet del Comune di Cerveteri a proposito di questo sito che originariamente comprendeva centinaia di tombe: “… Ben poche presenze rimangono della necropoli del Sorbo, quasi interamente sepolta con le costruzioni moderne. Si sono conservate solamente alcune tombe a dado e la famosa Tomba Regolini-Galassi…”.
Avevamo promesso di parlare ancora di Raniero Mengarelli, e oggi lo facciamo proprio in relazione della Necropoli del Sorbo. Che c’entra il Mengarelli con il Sorbo vi domanderete? C’entra. Non solo perché fu lui a portarla alla luce, ma anche perché fu il primo a difenderla dai tentativi di distruzione. Se non vi tornano le date, non vi preoccupate. Avete ragione. È che non stiamo parlando della distruzione avvenuta nel 1966, ma di ben altri due tentativi precedenti. È come se Cerveteri abbia avuto, fin dalla sua scoperta, la volontà di riseppellire quella grande e prestigiosa necropoli. C’è qualcosa di misterioso, quasi di paranormale, in questa storia.

Facciamo quindi un piccolo richiamino. Il grande Raniero Mengarelli, negli anni 20 del Novecento, aveva portato alla luce, con scavi sistematici, una grande necropoli utilizzata per secoli dagli abitanti di Caere, soprattutto nel periodo villanoviano. Una necropoli non monumentale come quella della Banditaccia, ma molto estesa e articolata, con centinaia di tombe e cinerari, come possiamo vedere nella pianta disegnata dallo stesso Mengarelli. Una necropoli che raccontava, con le sue tombe e i corredi che esse avevano restituito, un pezzo di storia della Caere più antica. Una necropoli studiata da grandi archeologi e oggetto di conferenze e pubblicazioni fin dal 1913.
Queste sono le premesse. Abbiamo già detto che questa necropoli è adesso seppellita sotto un quartiere di alti palazzi residenziali. Ma quanti sanno che quello del 1966 è stato solo il terzo tentativo, riuscito, di distruggere la Necropoli del Sorbo? La volontà di demolire il sito archeologico si era manifestata a Cerveteri almeno altre due volte negli anni 20 del secolo scorso. Furono una specie di prova generale, che testimoniano il distacco e l’indifferenza della comunità cerveterana nei confronti del suo patrimonio archeologico. Quello che vi racconteremo adesso sembra quasi incredibile, ma purtroppo è storia vera.

Siamo nel 1927, il Prefetto di Roma ordina a tutti i Comuni di creare un “Bosco del Littorio” a uso e beneficio dell’opera dei Balilla. Anche il Podestà di Cerveteri, tale Giuseppe Staffa, risponde alla richiesta, proponendo a Raniero Mengarelli di realizzare questo bosco su un’area detta “Vocabolo Sorbo” (“Vocabolo” è un’unità della toponomastica più piccola di una “frazione”). Stiamo proprio parlando del nostro Sorbo. Ma l’illuminato Podestà anticipa al Mengarelli che, purtroppo, ci sarebbe un problema. È che su quell’area c’è un vincolo archeologico (mannaggia). Ma aggiunge che sicuramente il Ministero della Pubblica Istruzione potrà facilmente togliere il vincolo, sia per la nobiltà del fine e, soprattutto, perché “riteneva” che nel passato fossero stati eseguiti su questo terreno alcuni saggi di scavo, che non fecero emergere nessun reperto archeologico. Non saprei dire se questo signor Staffa fosse di più un cialtrone, un ignorante o un bandito.
Lui “riteneva” che ci fossero stati dei saggi di scavo che avevano dimostrato che li, proprio nella Necropoli del Sorbo, riportata alla luce diversi anni prima, non ci fossero reperti o strutture archeologiche. E lo scrive al Mengarelli… Divertente vero? Posso immaginare la faccia di Raniero Mengarelli quando lesse la proposta del Podestà. Lui che, naturalmente, aveva partecipato personalmente agli scavi effettuati nella Necropoli. La sua risposta è bellissima, e va letta, anche se in sintesi. Ricordiamo che, in quegli anni, il Mengarelli è il Direttore dell’Ufficio per gli Scavi dei mandamenti di Civitavecchia e Tolfa, che comprendeva anche Cerveteri e Tarquinia.
“Sarei ben lieto se potessi dare parere favorevole per l’impianto del “Bosco del Littorio” nel terreno di proprietà dell’Università Agraria di Cerveteri in contrada “Sorbo”, nelle immediate vicinanze dell’abitato di Cerveteri. Ma tale parere favorevole non posso dare per le seguenti ragioni:
1 – nel detto terreno si estende la Necropoli arcaica di Caere, a mezzogiorno dell’antica città. Tale necropoli arcaica già diede importantissimi risultati nell’esplorazione metodica che io stesso ne feci … I materiali provenienti dallo scavo hanno grandissimo valore archeologico, e sono depositati nel Museo di Villa Giulia. Al Congresso Etrusco di Firenze dello scorso anno io resi nota al mondo scientifico la “Necropoli del Sorbo”, la cui illustrazione costituì una rivelazione notevolissima.”
2 – nell’area ove il Comune di Cerveteri vorrebbe creare il “Bosco del Littorio” aprii alcune Tombe arcaiche a fossa e a pozzetto in occasione della visita del Congresso Internazionale di Archeologia nel 1913; e quelle tombe furono visitate da molti congressisti. Ma il sepolcro ivi si estende denso, e fra le tombe a inumazione e a incinerazione vi sono anche delle tombe a camera di varie età.”
Ma l’imbarazzante risposta non termina qui, e riserva un’altra bacchettata al Podestà e ai suoi predecessori:
“Io smisi ogni ulteriore scavo per gli ostacoli che incontrai da parte degli amministratori del Comune in quel tempo, e che non ridondano a onore di essi. … Pertanto il Podestà di Cerveteri è stato molto male informato quando ha scritto nella sua deliberazione del 16/7/1927 n. 134 che i “saggi eseguiti in quel terreno non diedero alcun risultato”. Né è da dimenticare che negli scavi di sepolcreti arcaici i risultati scientifici hanno un valore di gran lunga maggiore di quelli economici;”
Diciamo che il Mengarelli si diverte a bacchettare e ridicolizzare l’inetto Podestà di Cerveteri.
Parlavamo di un terzo tentativo di costruire sopra la Necropoli del Sorbo. Ce lo rivela sempre il nostro amato ingegnere, nella sua risposta al Podestà:
“Nell’occasione mi permetto far presente a cotesto On. Ministero che già il precedente Podestà, Colonnello Mazza, aveva fatta a me domanda per togliere il vincolo archeologico al terreno del “Sorbo” della Università Agraria, a fine di stabilirvi il nuovo cimitero. Io risposi negativamente, con lettera d’ufficio, esponendo le ragioni predette.
La “pratica” relativa, molto recente, non può essere ignota al nuovo podestà, il quale, in questa nuova occasione, ha fatto mostra di non conoscerla, e di non conoscere nemmeno me.”
Appare chiaro che la Necropoli del Sorbo sia sempre stata considerata dai Cerveterani, amministratori o no, come una semplice area su cui costruire qualcosa. E alla fine ci sono riusciti a sotterrare tutta la memoria storica in essa custodita. Una specie di maledizione che, nel 1966, ha finalmente avuto il suo compimento.
Purtroppo, come dico sempre, i grandi mali di Cerveteri vengono da lontano. Scrive sempre il Mengarelli al Ministero:
“…Credo che sarebbe utile se cotesto On. Ministero volesse ricordare al Podestà e al Prefetto che, per i grandi lavori di esplorazione che hanno ormai reso celebre Cerveteri, e nei quali s’impiegano notevoli somme con annui stanziamenti, mentre io dò ad essi un’attività intensa, il Comune di Cerveteri, che trae da tutto ciò utile e decoro, non dovrebbe mai creare difficoltà all’azione di tutela archeologica, e dovrebbe anzi adoperarsi per rimuovere quelle sollevate da enti e da privati.”
Concludiamo dicendo che, se nel 1966 ci fosse stato Raniero Mengarelli al posto dell’allora Soprintendente Mario Moretti, lo scempio del Sorbo non sarebbe sicuramente mai avvenuto. Ma la Comunità di Cerveteri non ha mai amato i personaggi che hanno osato cercare di trasformare il proprio Paese in una prestigiosa e ordinata area archeologica, anche dal punto di vista turistico. A ulteriore dimostrazione di questo, voglio ricordare ancora una volta che a Mario Moretti è stata dedicata la prestigiosa piazza davanti l’ingresso della Necropoli della Banditaccia. Mentre a Raniero Mengarelli, solo nel 1992, gli è stata dedicata una piccolissima via, seminascosta, quasi un parcheggio, sita in un recente complesso residenziale. Costruito proprio sulla collina del Sorbo.
La vendetta e la beffa finale al solerte e onesto, troppo onesto, ing. Mengarelli, era stata così servita…
A proposito. Stiamo ancora aspettando dall’Assessore competente una risposta, speriamo positiva, sulla dedica a Raniero Mengarelli del viale alberato che porta alla Necropoli della Banditaccia.











