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Vannini, Ministro della Giustizia sommerso da migliaia di messaggi: ”#noninmionome”

Da ieri migliaia di cittadini stanno commentando la foto del profilo Facebook del ministro Bonafede per chiedere “Giustizia per Marco”

Vannini, Ministro della Giustizia sommerso da migliaia di messaggi: ”#noninmionome” –

“Spettabile Ministro, il popolo italiano non vuole perdere la fiducia nei confronti della giustizia! Non possiamo credere che sia morta o corrotta. Abbiamo bisogno di sapere che chi uccide, in Italia, non resti impunito! #noninmionome non nel nome del popolo italiano! #marcovannini”.

E’ solo uno dei 1744 messaggi pubblicati sotto la foto del profilo Facebook del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. A scrivere sono gli italiani.

Quegli italiani che da quella terribile notte del 17 maggio 2015 si sono stretti attorno a una coppia di genitori: Marina Conte e Valerio Vannini.

Per tutti ormai mamma Marina e papà Valerio. I genitori di tutta Italia.

I genitori di un ragazzo appena 20enne, con tutta la vita davanti, con il desiderio di poter servire lo Stato, il suo Stato.

Un ragazzo la cui vita si è spezzata in una tragica notte di maggio, nella casa della sua fidanzata, a Ladispoli. Ad ucciderlo, un colpo d’arma da fuoco partito dalla Beretta calibro 9 del padre di lei: Antonio Ciontoli.

Ritardi nei soccorsi, con l’ambulanza del 118 prima chiamata per un ragazzo andato in panico e “diventato bianco di botto”, per uno “scherzo”. Un’ambulanza poi chiamata per una ferita al braccio causata da “un pettine a punta”.

Cinque anni ad Antonio Ciontoli (il capofamiglia) per omicidio colposo.

Tre anni ai suoi famigliari: la moglie, Maria Pezzillo, i figli Martina (la fidanzata di Marco) e Federico.

Assolta la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini, già in primo grado, inizialmente imputata per omicidio colposo ma assolta già in primo grado.

Questo il risultato della sentenza di ieri in Corte d’Appello a Roma. Una sentenza che farà parlare di sè ancora per molto. Una sentenza che ha smosso sindaci, consiglieri comunali, semplici cittadini.

Una sentenza che ha smosso anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Una sentenza che non ha dato quella giustizia che tutti speravano.

E così da ieri, in massa, i cittadini italiani, hanno deciso di inondare la pagina facebook e la mail istituzionale del ministro della Giustizia, Alfondo Bonafede, di messaggi per chiedere “Giustizia per Marco Vannini”.

Hanno raccontato della sentenza.

Hanno chiesto giustizia. Hanno chiesto un segnale per continuare a sperare che in Italia la giustizia sia uguale per tutti.

Messaggi che arrivano anche da lontano:

Vannini, Ministro della Giustizia sommerso da migliaia di messaggi: ''#noninmionome''
Vannini, Ministro della Giustizia sommerso da migliaia di messaggi: ”#noninmionome”

“Ministro le scrivo dalla Danimarca la prego come italiana all’esterno di non farmi vergognare del mio Paese d’origine ….. questa non è giustizia!!!! voglio giustizia per Marco Vannini”.

E ancora:

“Ministro non si può accettare una sentenza del genere … giustizia per Marco Vannini”,

“Giustizia per Marco Vannini!!! Oggi con la sentenza lo hanno fatto morire per la seconda volta”.

La speranza è che i messaggi, l’accorato appello dei cittadini (sono scesi in campo a migliaia per dare sostegno a mamma Marina e papà Valerio) venga recepito dal Ministro.

Ci si aspetta un suo pubblico intervento, proprio come quello del premier Salvini.

Ci si aspetta, come auspicato da diversi consiglieri comunali di Ladispoli ieri durante la massima assise cittadina, che il Governo intervenga per “operare una riforma della giustizia”.

Si spera che il terzo grado di giudizio, la Cassazione, possa ripristinare il giusto equilibrio in questa vicenda.

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