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Smart working, scontro tra ministri: Brunetta dice no, Dadone attacca

Brunetta non cambia idea, niente smart working per la pubblica amministrazione. Secondo Brunetta le richieste dei sindacati, al momento, sono incomprensibili. Dadone risponde: “L’impennata dei contagi lo impone”. E’ scontro tra ministri.

“La pubblica amministrazione deve continuare a lavorare in presenza”. Irremovibile il ministro trova incomprensibili le richieste dei sindacati vista la già ampia flessibilità concessa a lavoratori pubblici e privati. Dopo aver trovato il sostegno del premier Draghi, Brunetta ha deciso di archiviare lo smart working e l’introduzione del super green pass anche sul luogo di lavoro sembra confermare la tendenza. La Confsal e la Flp chiedono un rapido intervento vista la recente impennata di contagi, ma il governo sembra aver chiuso la porta.

Smart working, scontro tra ministri: Brunetta dice no, Dadone attacca
Smart working, scontro tra ministri: Brunetta dice no, Dadone attacca

Pronta la replica della ministra Dadone, che tra le pagine del Fatto Quotidiano, scrive: “Io penso che il lavoro agile sia uno strumento da implementare. Quando cominciammo ad adottarlo nel passato governo fu un grande passo, un cambiamento di concezione. E ora l’impennata dei contagi impone di tornare ad adoperarlo”. La ministra alle Politiche Giovanili attacca l’operato del proprio collega che definisce antistorico.

La pentastellata, che prima sedeva proprio sulla poltrona di Brunetta, rincara la dose: “In Italia siamo stati i capofila del ricorso al lavoro agile per i lavoratori, sia pubblici che privati, e ora diciamo no proprio mentre in tutta Europa vi fanno ricorso?”.

Brunetta sembra essere stato piuttosto chiaro e salvo nuove incontrollabili impennate la pubblica amministrazione continuerà il proprio lavoro in presenza.