Virtualmente sono tornate in vita le opere ritenute dai Greci e dai Romani i più belli e straordinari artifici dell’intera umanità
di Marco Di Marzio

Nuova impresa per Marco Mellace, in arte “Flipped Prof”, che attraverso l’informatica è riuscito a ricostruire in 3D le sette meraviglie del mondo. La Piramide di Cheope, i Giardini Pensili di Babilonia, il Tempio di Artemide, la Statua di Zeus a Olimpia, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria sono stati, infatti, riportanti in vita virtualmente grazie alle capacità dei mezzi forniti dal progresso e a quelle di un uomo, scoperte durante il lockdown, messe a disposizione della collettività a scopo formativo e ora riconosciute a livello internazionale. Quanto ricostruito da Mellace trattasi delle strutture e opere architettoniche, artistiche e storiche che i Greci e i Romani ritennero i più belli e straordinari artifici dell’intera umanità. Per omaggiare la sua ultimo lavoro, testimoniato da un video pubblicato nella passata giornata di giovedì, la redazione di Baraondanews ha voluto incontrare nuovamente Marco Mellace, dopo la straordinaria ricostruzione 3D, presentata al pubblico lo scorso 2 aprile 2021, della Villa romana di Marina di San Nicola, attribuita secondo alcuni storici a Gneo Pompeo Magno, per scambiare con lui alcune parole sul suo ultimo traguardo raggiunto ed insieme fare un bilancio del lavoro complessivamente svolto fino a questo momento.
Caro Marco, nel ringraziarti per lo spazio nuovamente concesso alla nostra redazione, puoi innanzitutto presentarci le sette meraviglie del mondo da te ricostruite in 3D?

Certamente! Questa volta ho provveduto a ricostruire le sette meraviglie del mondo, non soltanto a scopo conoscitivo e formativo ma anche e soprattutto quale supporto ai colleghi professori di storia dell’arte. Questo progetto ha avuto inizio nel 2019 con la realizzazione della Piramide di Cheope accompagnato poi fino ad oggi e nell’ordine da quelle della Statua di Zeus a Olimpia, il Faro di Alessandria, i Giardini Pensili di Babilonia, il Colosso di Rodi, il Tempio di Artemide e il Mausoleo di Alicarnasso. E’ la ricostruzione 3D più completa, mai realizzata prima, per quanto riguarda le sette meraviglie del mondo antico in quanto non si è limitata a ricostruire solamente i luoghi interessati ma anche la realtà circostante, ove collocatasi in ambiente aperto, con tutti gli edifici delle città nel quale sono compresi.
Quale emozioni si provano una volta raggiunto il traguardo?

Tantissime sono le emozioni provate, poiché si sente davvero di aver riportato in vita il mondo classico con i suoi colori, quelli propri dell’antichità, soprattutto del mondo greco, in contrapposizione con la realtà attuale, trasmessa dal neoclassicismo, caratterizzata dai resti che lasciano trasparire il colore bianco in maniera monocromatica e privo della reale capacità di trasmettere sensazioni profonde. Un traguardo importante che mi spinge a pensare per il futuro di progettare la ricostruzione 3D anche delle sette meraviglie del mondo moderno. E’ stato un lavoro portato avanti ad intermittenza ma che in questo ultimo periodo mi sono promesso di portare a termine. L’ultima emozione forte che ho provato è legata all’ultima ricostruzione quella del Mausoleo di Alicarnasso con la Statue di Mausolo e di Artemisia, oggi conservate al British Museum, riportate virtualmente in vita insieme con i loro colori sgargianti e presumibilmente tali all’epoca.
Quale delle sette opere ricostruite è per te la più bella in senso assoluto?

Bella domanda! A mio modesto parere sono tutte meravigliose e con un lato di mistero per quanto riguarda i Giardini Pensili di Babilonia, i meno conosciuti ad oggi. La mia preferita è il Tempio di Artemide, per molti motivi e perché è struttura di una bellezza, raffinatezza, eleganza e armonia con la loro impronta ionica uniche. Secondo poi, il tempio, oltre a trattarsi di una costruzione mastodontica, è divenuto molto importante per la cultura greca. Nel video che ho creato e dedicato alle sette meraviglie ricostruite è quella alla quale ho dedicato maggior tempo di presentazione. A dirti la verità ho trovato alcune difficoltà con il Mausoleo di Alicarnasso data la particolarità e la pregevolezza dell’edificio.
Anche sulla base del lavoro da te svolto, pensi che le meraviglie del mondo antico debbano fermarsi per alle sette conosciute oppure è necessario allargare l’elenco?
In realtà gli elenchi sono mutati nel tempo ed inoltre in alcune occasioni quelli stilati in uno specifico momento storico sono stati redatti con un livello di conoscenza del mondo molto basso e dunque impossibilitato a potersi definire un elenco esatto. Da costruttore 3D posso però dirti, secondo il mio parere, che ci sarebbero anche altri edifici che meriterebbero sicuramente il titolo di meraviglia del mondo, uno fra tutti era per esempio l’Olympeion di Akragas, costituito da una struttura enorme, che tranquillamente poteva essere considerata l’ottava meraviglia del mondo antico.
Quanto da te compiuto fino a questo momento è stato importante sotto molti punti di vista, detto questo sono arrivati e stanno arrivando nuovi riconoscimenti per te?

Attualmente è stata attivata una piattaforma internazione molto importante, denominata Imaco Mose, all’interno della quale sono riportati alcuni miei lavori, circa 11, che ha come obiettivo quello del rilancio e della valorizzazione di siti archeologici di grande rilevanza, come ad esempio Siracusa oppure Selinunte. Inoltre, altra cosa che mi ha dato molta soddisfazione è stata l’apertura della piattaforma Unesco, denomata Archeo 3D, in collaborazione con Altair Multimedia e con il Ministero degli Affari Esteri, all’intero della quale ci sono 6 miei lavori tra cui la Cerveteri etrusca. Queste due opportunità sono state per me elemento di soddisfazione straordinaria e ovviamente continuo questo lavoro sempre con la stessa passione. Ma la cosa più bella per me, ancor prima dei riconoscimenti, è far emozionare ed essere utile alle persone.
Una piccola curiosità tecnica, quanto tempo ci vuole in media per una ricostruzione dettagliata in 3D?

La tempistica per una ricostruzione 3D dipende molto e sempre da una serie di fattori. In alcuni casi però vi è la possibilità di metterci meno tempo del previsto quando si lavora partendo da modelli già utilizzati per precedenti ricostruzioni. Come il caso del Mausoleo di Alicarnasso, ricostruito in tempi relativamente brevi per il fatto di aver già pronto lo schema delle abitazioni, strutture e ambienti circostanti poiché già utilizzato per altri lavori, come quello di Pestum e Locri. Tutto ha il tuo tempo, ma partire con modelli già strutturati e adattabili senza dubbio riduce enormemente la fase temporale di ricostruzione arrivando, se così possiamo dire, subito all’obiettivo. Chi mi conosce sa bene però che ogni volta propongo sempre qualche cosa di nuovo, di sorprendente e dunque meritevole di un tempo di realizzazione adeguato al risultato finale. Ad esempio, per Siracusa misi fino a 2 mesi a ricostruire il tutto, per la ragione che in quella specifica ricostruzione dovetti ridisegnare anche le case, adattandole allo scopo.
Secondo una tua opinione, il lavoro da te svolto può avere solo uno sbocco formativo e didattico, già peraltro conosciuto, oppure essere di supporto in altri settori?

La ricostruzione 3D, sicuramente, può essere di supporto per altri ambiti come quello delle esperienze immersive nella realtà virtuale, cosa peraltro che farò per gli incontri che organizzerò all’interno. Certamente, c’è anche un fine divulgativo, come testimoniato e dimostrato anche dalle due piattaforme Imaco Mose e Archeo 3D nel quale, come detto, sono riportati alcuni miei lavori. Dei ragazzi di una scuola di musica, in un progetto nel quale è entrata anche la Regione Sicilia, hanno utilizzato una mia ricostruzione 3D di Gela per un loro bellissimo video dedicato alle “mura timoleontee”. Per me è stato un onore far parte di questo progetto, collaborando poi attivamente in esso, nato proprio con finalità divulgative. Partendo da dati scientifici e da reperti ritrovati le ricostruzioni 3D servono prima di tutto per farci un’idea di come doveva apparire il passato.
Sappiamo che sei stato chiamato a collaborare alla redazione di un nuovo libro dedicato alla storia di Ladispoli, tua città natale. Nel ringraziarti nuovamente per la disponibilità caro Marco, puoi spiegarci di nuovo l’entità di questa partecipazione?

Intanto mi sento di dire che sono felicissimo di partecipare al progetto per la realizzazione del libro “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”, accanto a Luana Bedin, Cristina Calabrese, Luigi Cicillini, Nardino D’Alessio, Marco Di Marzio, Claudio Nardocci e Crescenzo Paliotta. Ne sono onorato perché trattasi di un progetto meraviglioso, concepito per integrare quanto di buono fatto attraverso l’uscita delle due precedenti e ben fatte pubblicazioni, la cui uscita è prevista per Natale 2021. All’interno del progetto la mia partecipazione è legata all’inserimento al suo interno della ricostruzione 3D in immagini della Villa romana di Marina di San Nicola, attribuita da alcuni storici a Gneo Pompeo Magno e di Torre Flavia. La Villa di Pompeo, di stile imperiale, può essere considerata il fiore all’occhiello dell’antica Alsium, l’antenata di Ladispoli. Ma gli studi storici, sappiamo bene, non finisco mai, nel senso in questo caso che se vi saranno le condizioni per avere delle informazioni adeguate riguardo a tanti altri siti archeologici presenti sul territorio, come ad esempio la villa rustica della “Grottaccia”, non è da escludere che si possano aggiungere altre ricostruzioni 3D all’interno della nuova opera, anche per fare un confronto tra le diverse realtà presenti e capire come al tempo si presentava la stessa Alsium. Ladispoli, infine, è la mia città natale e questo è un motivo in più per fare parte di un gruppo di lavoro culturale che ha come scopo quello della riscoperta delle proprie origini.
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