L’opera venne costruita durante la prima guerra punica per consentire il trasporto di 120 elefanti ottenuti nella seconda battaglia di Palermo
Ponte sullo stretto di Messina? I romani riuscirono nell’impresa e Marco Mellace in 3D ci spiega come –
di Marco Di Marzio
Da tempo immemore si sente parlare della necessità della sua realizzazione. Stiamo parlando del ponte sullo stretto di Messina, un’opera futuribile oggetto negli ultimi decenni di accesi dibattiti relativi a costi, utilità e fattibilità tecnica. Un’idea proposta in più occasioni attraverso una serie di variegati progetti di ingegneria civile, approntati in tempi diversi e con soluzioni differenti, per realizzare un attraversamento stradale e ferroviario stabile nell’area e collegare la Sicilia con la Calabria, la penisola italiana e il continente europeo, dove attualmente è attivo un servizio di traghettamento dei mezzi da trasporto. L’idea di collegare in modo stabile l’isola al continente ha origini molto antiche e nessuno con prontezza di conoscenza sa che se da un lato si è parlato per molto tempo dell’argomento senza mai arrivare a soluzione dall’altro c’è chi l’impresa è riuscita a compierla. Stiamo parlando dei romani e a renderci consapevoli della loro opera è stato Marco Mellace, nella vita insegnante di sostegno presso l’Iss Luca Paciolo di Bracciano, divenuto una celebrità internazionale con il soprannome di “Flipped Prof” per le ricostruzioni in 3D effettuate per scopi di natura didattica e raccolte nel relativo canale YouTube, che mediante la tecnologia è riuscito a ricostruirlo con la tecnica delle tre dimensioni. Un lavoro sensazionale che spinge chi scrive a contattare telefonicamente Mellace per conoscere più da vicino i dettagli del suo lavoro.
Caro Marco, nel ringraziarti per lo spazio concesso, ti chiediamo innanzitutto quali emozioni si provano nel vedere realizzato il ponte sullo stretto di Messina così come voluto dai romani?
Certamente di stupore. Sappiamo bene che i romani erano ingegnosi, ma la cosa incredibile è che sanno meravigliare continuamente, ogni volta si compie una scoperta riguardante la loro presenza. Anche in quest’opera hanno un primato, poiché sono riusciti per primi a costruirlo.
Dunque, davvero loro riuscirono in un’impresa di cui oggi si sente parlare tanto?
A quanto pare si, perché stando alla fonte “Naturalis historia” (Storia naturale) scritta da Plinio il Vecchio il ponte venne costruito durante la prima guerra punica nel 251 a.C. dal console Lucio Cecilio Metello, nell’ambito delle operazioni belliche per la seconda battaglia di Palermo che consentì ai romani di ottenere un cospicuo bottino comprendente inoltre 120 elefanti. Questi animali non potevano essere spostati via nave e dunque l’acque l’idea del ponte, attraverso cui trasportarli da Messina a Reggio Calabria, per poi essere destinati a Roma.
Come si presentava al tempo l’opera?
Secondo le descrizioni di Plinio il Vecchio e di Strabone, si trattava di una struttura in legno che poggiava su delle botti disposte a due a due, distanziate, intervallate da barche. Sopra vi era uno strato di sabbia unito all’impalcato con ai lati dei parapetti, adibiti al passaggio dei pachidermi.
Per cosa si caratterizza la tua ricostruzione 3D?
Certamente per l’attenta riproduzione del ponte così come minuziosamente descritto dalle fonti romane. Ho cercato di rifarlo proprio sulla base di questi scritti.
Dove è possibile vederla?
All’interno del mio canale YouTube “Flipped Prof”. La riproduzione 3D è raccolta in un video dal titolo “Ponte sullo stretto di Messina? Gli unici furono i romani ecco come ci riuscirono”.
Ha ottenuto già dei riconoscimenti?
Si, diverse persone e testate giornaliste mi hanno chiesto informazioni riguardo questo lavoro che ho realizzato. È stato un impegno estemporaneo, fatto in una giornata, come John Lennon quando fece “Instant Karma”. Appena messo su YouTube in poche ora molte persone lo hanno già visto ed espresso apprezzamenti.
Dove può trovare spazio il tuo lavoro 3D?
Certamente in ambito didattico e nella divulgazione storica, come documentari e trasmissioni televisive, come già successo in passato per esempio con la ricostruzione 3D di Segesta e Selinunte ripresa dal programma “Sempre Verde” in onda su Rete 4.
Oggi si sente tanto parlare di quest’opera, secondo te è necessaria la sua realizzazione?
Secondo me, se si dovesse fare ben venga ma se non ci sono le condizioni è giusto continuare con il servizio di traghettamento. Le stesse fonti storiche narrano dei benefici che questo ponte ebbe in quanto velocizzò molto anche i commerci e i passaggi delle truppe, a tal punto da spingere le popolazioni locali a tenere in vita il passaggio fin quando diversi mesi dopo non venne distrutto dalla forza del mare. Il tutto malgrado ostacolasse il transito delle navi nell’area.
E perché secondo te alle tante parole si sono accompagnati fatti pochi o nulli?
Certamente tutta una serie di fattori, anche in parte giustificati. Non dimentichiamoci che l’area dove dovrebbe sorgere il ponte è considerata ad alto livello sismico.
Caro Marco, nel ringraziarti di nuovo per l’intervista, ti chiediamo in conclusione a chi vuoi dedicare questo tuo lavoro?
A mio padre, venuto a mancare lo scorso 20 agosto, così come già fatto in precedenza con un altro lavoro 3D riguardante Epitauro. Lui amava molto questa mia attività di ricostruttore multimediale.
Link video: https://www.youtube.com/watch?v=PbSSqH1pSm4&t=22s