di Giovanni Zucconi
Mi sento un po’ come un guardone che spia i discorsi degli altri. Ma ormai i social sono diventati una fonte primaria di notizie, e quindi mi perdonerete se citerò un post pubblicato da un mio amico, spero non solo virtuale.
Devo confessare che, ad una prima lettura dei numerosi commenti che sono stati scritti, ho avuto un attimo di sconforto. Ma poi, a mente più fredda, valutando meglio chi ha scritto cosa, ho superato lo sconforto è mi permetto di condividere alcune mie riflessioni.
Non farò nomi, perché non serve. Ma proverò a mettere in evidenza come, purtroppo, il post fa emergere che la classe imprenditoriale di Cerveteri, nel suo complesso, deve ancora fare della strada per adeguarsi alle necessità di un paese a forte vocazione turistica come Cerveteri.
Non lo scrivo da oggi. Ogni volta che ho trattato questo tema ho sempre ricordato che erano tre le zavorre che hanno impedito, nei decenni, la crescita della nostra città: la presenza di un principato che, quando contava, non ha mai permesso la crescita che ha avuto, per esempio, Tarquinia, la vergognosa epopea dei tombaroli, e l’assenza di una borghesia imprenditoriale capace di generare un tessuto produttivo e commerciale adeguato.
Sui primi due, concordo che ormai possiamo archiviarli nel cassetto delle storie passate. Ma, a mio parere, permane ancora l’inadeguatezza della classe imprenditoriale. Sto naturalmente parlando del suo insieme. Poi, come sempre, naturalmente ci sono le eccezioni, Ma le eccezioni, purtroppo, non fanno un sistema efficiente.
Spero che non sia necessario dilungarsi per dare una spiegazione alle mie affermazioni. E che ci sia la disponibilità sufficiente a fare un’analisi oggettiva ed onesta. Non da parte mia, che conterebbe poco, ma da ognuno degli interessati.
Partirei da due esempi che ho sempre fatto. Il primo è ormai un classico a Cerveteri. Tutti ci lamentiamo che non c’è un albergo. E di solito si accusa l’amministrazione di turno per questa mancanza. Ma obietto sempre la stessa cosa. Chi deve costruire e gestire l’albergo? Il Comune, o un imprenditore? Mica siamo in Unione Sovietica.
Il secondo, che è quello legato al post che ho citato all’inizio, è il far notare che a Cerveteri non c’è un’associazione commercianti attiva.
E questo lo giudico un fatto gravissimo. Soprattutto considerando il periodo storico in cui le problematiche per i commercianti si sono notevolmente aggravate. Creare un’associazione per avere un’unica voce verso l’amministrazione comunale, e per poter portare con maggiore efficacia le istanze e le richieste dei commerciati ai rappresentanti eletti, mi sembra una necessità assoluta. Quella appena descritta si chiama comunemente lobby. Ed è lo strumento classico, e democratico, con il quale ogni associazione di categoria esercita una pressione su chi può o deve aiutarla a risolvere i problemi, o a migliorare la propria situazione. Una associazione possibilmente apolitica, che si rivolge agli amministratori di turno senza favoritismi od ostilità. Un classico esempio è Confindustria. Chiunque sia al governo loro non fanno mai sconti o favoritismi. Il loro obbiettivo è sempre quello di ottenere il più possibile per gli imprenditori. E lo fanno con una voce sola, e con l’autorevolezza che viene dall’unità e dal numero. Gli industriali non cercano facili like su Facebook. Loro puntano al risultato perseguendo, con il loro sindacato, tutte le strade possibili.
Nel post che ho citato all’inizio, il mio amico si è semplicemente domandato se non fosse il caso, visto che a Cerveteri non c’è nessuna associazione commercianti attualmente attiva, di crearne una. Alcuni commenti, anche da persone che non ti aspetti, affermavano che non si dovesse costituire un’associazione commercianti perché non si dovevano dare degli spunti validi all’attuale amministrazione. E altri che negavano la necessità di un’associazione di categoria perché ci dovevano pensare gli attuali amministratori a trovare le giuste soluzioni.
Capite il perché del mio attimo di sconforto? Ma per fortuna alcuni commercianti e un paio di politici autorevoli dell’opposizione si sono resi disponibili, pur con qualche perplessità, a favorire la nascita dell’associazione commercianti di Cerveteri.
Non credo sia necessario approfondire oltre. Se vogliamo che Cerveteri decolli dal punto di vista economico e commerciale, deve essere assolutamente costituita (o ripristinata) un’associazione commercianti. Un sindacato apolitico, autorevole e rappresentativo. Che nomini come portavoce una persona che sappia, con la giusta determinazione e i giusti modi, rapportarsi con l’amministrazione di turno, che naturalmente dovrà riconoscere la rappresentatività. Che sappia ragionare in modo strategico e con la giusta visione. Che sia aperta e inclusiva e non lasci fuori le nuove generazioni. Solo così Cerveteri potrà competere con i paesi vicini, anche in prospettiva dell’auspicato decollo del Parco Archeologico.