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PD, Marongiu-Paliotta: “Per la Ladispoli 2030 puntare su welfare, reciprocità e grande senso di comunità”



Nella giornata di sabato 13 marzo i due esponenti dem sono stati intervistati da Fabio Bellucci all’interno della trasmissione “Cambia il Mondo” andata in onda su “Centro Mare Radio”. Gli argomenti dibattuti sono stati le dimissioni di Zingaretti da Segretario nazionale PD e il futuro appuntamento delle elezioni comunali

PD, Marongiu-Paliotta: “Per la Ladispoli 2030 puntare su welfare, reciprocità e grande senso di comunità” –

di Marco Di Marzio

Il Partito Democratico di Ladispoli a contatto diretto con i cittadini. Nella giornata di sabato 13 marzo 2021, infatti, il Segretario del Circolo Silvia Marongiu e l’ex Sindaco e membro del direttivo locale Crescenzo Paliotta sono stati ascoltati da Fabio Bellucci all’interno della trasmissione “Cambia il Mondo”, andata in onda sulle frequenze fm 97.3 e live social di “Centro Mare Radio”, diretta da Luigi Cicillini. Argomenti affrontati, le dimissioni di Nicola Zingaretti da Segretario nazionale PD con l’elezione del suo successore nell’Assemblea Nazionale convocata per domenica 13 marzo, e la politica locale con il prossimo appuntamento delle elezioni comunali in programma nella primavera del 2022. Queste le parole dei due intervistati alle domande poste dal giornalista Bellucci.

Crescenzo Paliotta. Dottor Paliotta dall’alto della sua anzianità ed esperienza politica le è mai capitato di vivere un momento storico politico come quello attuate, dove un Segretario si dimette ricorrendo a parole forti nei riguardi del suo stesso Partito?

No, questa situazione non l’avevo mai vissuta prima. Ma per risponderle adeguatamente alla sua domanda posso raccontarle cosa era la militanza degli anni ’70 e ’80, periodo in cui in Italia c’erano dei Partiti con strutture molto importanti. Erano più importanti le strutture del Partito che le singole persone, nel senso che ognuno si rendeva conto di far parte di un’organizzazione ben più grande non permettendosi mai di anteporre se stesso prima degli altri. Quella attuale è una situazione del tutto nuova, tra l’altro mi sembra che ora nel PD questa cosa sia esacerbata eccessivamente. Non solo nel PD, premesso, ma anche in altri Partiti si vedono oramai personalismi e l’idea che la politica sia un qualcosa destinato a soddisfare le proprie ambizioni e non la creazione di un progetto a carattere generale. Quindi, da una parte abbiamo un risultato prodotto dalla società dell’immagine, dei discorsi superficiali e non profondi, dell’individualismo, dall’altro il fatto che non esistono più Partiti con strutture solide e supportati da valide ideologie, come invece lo era in passato. I partiti nascono per dare a tutti un’idea di società e non per soddisfare ambizioni personali.

Silvia Marongiu. Silvia, domenica lei sarà chiamata a partecipare all’Assemblea Nazionale come delegata per eleggere il nuovo Segretario che sembra ormai esser stato individuato nella figura di Enrico Letta; come vede questa situazione?

Sento il peso di un ruolo di responsabilità, ma questo per me non è il solo dato il fatto che all’interno del PD ricopro diversi incarichi. Sento una responsabilità che mi deriva dall’appartenenza solida a questo Partito, dove ho condiviso in tanti anni momenti belli e meno. In questa situazione, che debbo ammettere molto complessa, prima di prendere una posizione mi sono confrontata con molte persone, tra cui gli stessi 1.100 delegati dell’Assemblea Nazionale, per capire se votare una nuova figura unitaria e di garanzia per la segreteria attraverso la quale segnare il momento della ripartenza. Ma al di là di quanto accaduto, e che ha portato il PD sulla bocca di tutti, questo Partito si compone di tante persone serie, capaci di portare avanti idee valide con le proprie gambe e che in questa circostanza chiedono enorme chiarezza. Limpidezza dimostrata dallo stesso Enrico Letta, che nel suo video social in cui ha annuncio la candidatura a Segretario ha affermato che avvierà un confronto con i circoli per definire insieme il percorso migliore da seguire per il futuro. Sulla base di ciò, ritengo di aspettarmi un proseguo del progetto di Piazza Grande ideato da Nicola Zingaretti, caratterizzato dal suo enorme entusiasmo di apertura verso l’attivismo, verso il noi e non l’io: un’esperienza che ho avuto modo di vivere in prima persona a Bologna lo scorso 2019 durante l’incontro di “Tutta un’altra storia”. Mi appresto a effettuare questo voto per il nuovo Segretario con forte emozione, soprattutto perché considero questo un momento di ripartenza per l’Italia e non solo per il PD. Lo stesso Letta più volte venuto a Ladispoli, nel febbraio del 2019 presso Scritti & Manoscritti ha presentato il suo nuovo libro dal titolo “Ho imparato” che ha voluto chiudere con la segue citazione e constatazione: “per poter ripartire è necessario capire come si è arrivati all’attuale presente, non guardando però indietro bensì imparando come andare avanti”.

Crescenzo Paliotta. Affrontando il tema del futuro del PD è facile arrivare alle conclusioni delle prossime elezioni comunali; alcuni in città si sono già messi in moto, ma come pensa che sia il modo migliore per arrivare alla definizione di un progetto politico e di una candidatura a Sindaco in grado di soddisfare le attese dei cittadini?

Noi come PD stiamo portando avanti un percorso nel rispetto della tradizione politica nel momento in cui si arriva a nuove elezioni comunali. Stiamo predisponendo preliminarmente alcuni punti programmatici fondamentali per poi passare alla verifica di quali forze politiche saranno disponibili a formare uno schieramento alternativo all’amministrazione di Ladispoli ora in carica. Abbiamo iniziato a incontrare Partiti e liste civiche. La nostra proposta è quella di confrontarsi insieme prima per la definizione del programma e poi, una volta constata l’unitarietà di intenti, stabilire un identikit della figura del candidato Sindaco, così come hanno sempre fatto i Partiti.

Crescenzo Paliotta. Voi pensate che quanto accaduto in questi giorni in Regione Lazio, con la giunta di centrosinistra guidata da Nicola Zingaretti allargata al Movimento 5 Stelle, possa essere riproposto a Ladispoli?

Fermo restando l’autonomia di ogni Comune, è indiscutibile che tra il PD e il M5S si è passati da un momento di conflittualità forte a una fase di collaborazione intesa, dovuto anche al fatto del loro passaggio da forza di lotta a quella di governo, mutazione che ha favorito l’apertura nel proprio seno di una riflessione profonda seguita da una modifica sul modo di intendere il proprio cammino politico. Un’incontro tra il PD Ladispoli e i 5 stelle locali c’è già stato in questi giorni. Oggi sicuramente, diversamente che in passato, ci sono opportunità maggiori di dialogo tra i due soggetti politici. Nostra opinione è quella secondo cui se si trovano modalità di incontro sui temi si possono fare poi discorsi comuni ben più ampi.

Silvia Marongiu. Diversamente dai tempi trascorsi lei è passata dall’essere semplice ma spassionata militante a parte integrante dell’ingranaggio; pensa che alcune cose siano cambiate o pensa ancora di poter dare un contributo per cambiare gli altri?

Alla fine faccio ora quello che ho sempre fatto. Al di là della tessera di Partito sono impegnata anche in altri ambiti: faccio parte della rete sociale che si è creata a livello distrettuale; sono una volontaria del presidio di “Libera contro le mafie” di Ladispoli e Cerveteri; sono all’interno della scuola. Quindi mi sento abbastanza radicata all’interno della città. Quella passione e quell’impegno l’ho dentro. Domanda: qual è l’obiettivo della democrazia? Il benessere della comunità! E per vivere bene all’interno di essa è necessario mettere in moto tutto. E’ vero che alcune volte i ruoli sembrano sovrapporsi, però poi allo stesso modo ti rendi conto di quanto sia importante osservare e quanto in particolare le esperienze siano fondamentali. Nel mio caso specifico, giro l’Italia per lavoro: mi sono trovata a osservare esempi di buone pratiche come quella di un’insegnante di Torino, mia amica, che ha saputo valorizzare la bravura dei suoi ragazzi nell’individuare un edificio vicino alla scuola e trasformarlo in un luogo di incontro e di dibattito; oppure delle amiche che hanno dato avvio a una piattaforma virtuale sul baratto, con beni e servizi che si intersecano. Io credo che comunque chi si impegna, e a Ladispoli siamo in molti e con diverse provenienze, debba incentrare l’attenzione sui concetti di “interconnessione” e “reciprocità”. Dobbiamo saper osservare ciò che accade, senza valutare particolarismi, nel rispetto dei toni, delle scelte e delle professioni. Ritengo che una bella iniziativa è ad esempio quella denominata “coloriamo la nostra città”, un progetto davvero interessante, pensato per abbellire il territorio, avvenuto anche con il coinvolgimento di artisti provenienti da altre parti d’Italia. Questo progetto artistico, inoltre, ha messo in moto il turismo e dato l’avvio a una definizione diversa di visione di Ladispoli. Altro esempio meritevole di nota è quello di donne che si sono reinventate durante la pandemia, oppure esperimenti virtuali come quelli portati avanti in particolari momenti come la Giornata Internazionale della Donna, dove un’imprenditrice ha cercato di mettere insieme esperienze e professionalità diverse per cercare di dare un contributo al tema dell’evento. Dunque, quell’idea circolare di mettersi tutti intorno a uno stesso tavolo, senza protagonismi, cercare di partecipare. Io vorrei che tutti i cittadini di Ladispoli, anche quelli che non sono impegnati in prima persona e che vivono la politica di riflesso, potessero sentirsi attratti da un’idea nuova di essere e di esserci. Quando sono stata delegata all’Integrazione con il Sindaco Paliotta una mia amica, ora non più a Ladispoli perché emigrata, mi disse “sai io non vivevo la città, facevo solo la pendolare, mi ci avvicinai per l’attivazione di progetto Ratatouille Festival che coinvolgeva tutte le comunità”. Ecco, con questo le persone si sentivano parte integrante della nostra comunità. Riprendendo ciò dico, mettiamoci intorno a un tavolo, senza essere protagonisti per forza, per imprimere così un vero cambiamento. Perché, sentirsi distaccati dalla città pone nelle condizioni di non poter dare quel valore aggiunto che si rappresenta. Domanda: vi ricordate il film dal titolo “Come un gatto in tangenziale”? Quella con Paola Cortellesi e Antonio Albanese è una pellicola emblematica! Mette infatti in evidenza le differenze geografiche e sociali per poi porre all’attenzione il fatto che se si intercettano, si trovano soluzioni inclusive, anche chi magari non sperava di poter emergere alla fine con il merito ce la fa. Dunque, il mio rilancio è mettiamoci tutti intorno a un tavolo, vediamo quelle che sono le convergenze senza nessuna pregiudiziale. Da soli non si va da nessuna parte, è solo insieme che si raggiunge l’obiettivo. Io nel cambiamento ci credo, il mio lavoro lo svolgo con cuore, amore e competenza, senza ambizioni personali. A me piace quel lavoro di squadra che riattiva tutti. Sono rientrata nel PD perché nominata Segretario per condurre a un nuovo percorso. E’ vero siamo in piena pandemia, ci si può vedere solo da remoto, ma mi è piaciuto la messa a disposizione di tutte le competenze. Soprattutto giovani con idee perché credo nell’interconnessione generazionale. Questo è fondamentale! Noi avremo il nostro programma, che magari sarà essere simile ad altri. Proprio per questo ribadisco nuovamente di metterci tutti intorno a un tavolo. Comprendiamo quali possono essere le possibili alleanze e le convergenze sui temi. In diversi comuni ci sono simboli uniti che magari a livello nazionale portano avanti anche percorsi diversi, sta a noi costruire l’alternativa senza ricorrere ad alchimie forzate e un perimetro già definito. Questa è la mia visione e credo sia la visione che è emersa dagli incontri che ha fatto PD.

Crescenzo Paliotta. Un titolo per chiudere questa intervista ma che possa rappresentare anche un consiglio per il nuovo Segretario PD Enrico Letta?

Nel fargli i migliori auguri di buon lavoro qualora verrà eletto Segretario, dico a Letta di pensare ai problemi dell’Italia e non alle logiche di Partito.

Silvia Marongiu. Un titolo per chiudere questa intervista prendendo come spunto “Ladispoli 2030”?

Ladispoli 2030 può essere sintetizzata con questi concetti programmatici: welfare, reciprocità e grande senso di comunità. Ma anche io vorrei chiudere su Enrico Letta con la seguente riflessione tratta dal suo ultimo libro: “Quando soffia il vento impetuoso, il vento del cambiamento, c’è chi alza muri e chi guardando avanti costruisce mulini a vento”.

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