In estate la temperatura non dovrà essere superiore ai 27 gradi, mentre in inverno non potrà essere superiore ai 19. La regola al momento vale per gli uffici pubblici, scuole comprese e ospedali e case di cura esclusi. Gli esperti: “Ma chi controllerà?”
Dal primo maggio stretta su condizionatori e riscaldamenti –
La frase in conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi, “volete il condizionatore acceso o la pace?”, alla fine è diventata realtà …o quasi.
Dal primo maggio la vita all’interno di uffici pubblici, scuole comprese (al momento restano invece esclusi ospedali e case di cura) cambierà, almeno sotto il punto di vista della temperatura.
La commissione Ambiente della Camera ha inserito all’interno del decreto Bollette la cosiddetta “operazione termostato”.
In pratica: in estate la temperatura interna degli edifici interessati dalle nuove disposizioni, non potrà essere inferiore a 27 gradi. In inverno invece non dovrà essere superiore ai 19 gradi. Il tutto con un margine di tolleranza di due gradi.
“In questo modo – sostengono i promotori dell’emendamento approvato a Montecitorio – si può ridurre il consumo di metano di 4 miliardi di metri cubi all’anno. La norma, che come detto partirà dagli edifici pubblici, potrebbe essere estesa in un secondo momento a tutte le case e a tutti gli uffici”.
Il Governo, come riporta Adnkronos, starebbe anche valutando la possibilità di ridurre il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione nelle città, così come di porre dei limiti all’accensione della luce nelle parti comuni dei condomini.
E su questa misura potrebbero suscitare delle discussioni: si parla infatti anche di una questione di sicurezza. Con il venir meno dell’illuminazione pubblica in quartieri interi, all’interno dei cortili dei palazzi, cala anche il livello di sicurezza per i cittadini che si ritroveranno in sostanza a dover camminare al buio, alla mercé di chiunque.
Ma la domanda che si pongono ora gli esperti di “La legge per tutti” è: chi controllerà che le disposizioni vengano rispettate? “Bella domanda – dicono gli esperti – visto che per verificare la temperatura da rispettare occorrerebbe andare da un singolo immobile all’altro. Nulla è stato deciso su questo fronte”.