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Loddo: “Ladispoli dice no alla quotazione dell’acqua in borsa”

Loddo: “Ladispoli dice no alla quotazione dell’acqua in borsa” –

Ladispoli, Loddo: "Problemi con il segnale tv, occorre intervenire"
Loddo: “Ladispoli dice no alla quotazione dell’acqua in borsa”

“Il consiglio Comunale di Ladispoli nella seduta dell’11 novembre 2021 ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione contro la quotazione dell’acqua in borsa, condannando così ogni forma di privatizzazione e di speculazione.”

Lo dichiara in un comunicato il Consigliere Comunale di Ladispoli Giuseppe Loddo, affermando inoltre:

“È evidente che l’argomento non è di competenza del Consiglio Comunale ma la sua approvazione è importante perché schiera l’intera città di Ladispoli, ancora una volta, contro coloro che pensano di poter trarre vantaggi economici di natura speculativa dallo sfruttamento delle risorse idriche.

Ladispoli e le forze politiche tutte, si sono sempre opposte alle privatizzazioni del settore idrico, come dimostrato dal fatto che il sistema delle acque – dalla captazione alla depurazione – è gestita da oltre 20 anni, ma ancora per poco (purtroppo!), da una partecipata del Comune a 100% di capitale pubblico.

Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per le azioni messe in campo e per la costante campagna di sensibilizzazione a difesa di un diritto ed un bene: l’acqua.”

IL TESTO  DELLA MOZIONE 

Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie Il Consiglio Comunale di Ladispoli (Rm) si unisce alla denuncia del Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acquaPedro Arrojo-Agudo che l’11 dicembre scorso ha espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street. Preoccupazione già espressa dal suo predecessore Leo Heller per gli effetti della privatizzazione nelle sue diverse forme. L’inizio della quotazione dell’acqua segna un prima e un dopo per questo bene indispensabile per la vita sulla Terra. Si tratta di un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali. L’acqua è già minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo ed inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici. La trasformazione dell’acqua da bene sociale-culturale a bene economico è per noi una notizia scioccante, al limite del criminale perché ucciderà soprattutto gli impoveriti nel mondo, anche del ricco occidente. Secondo l’ONU già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente. Per questo già oggi ben otto milioni di esseri umani all’anno muoiono per malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso. Questa operazione speculativa renderà vana, nei fatti, la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua e, nel nostro paese, rappresenterà un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadine/i italiane/i che nel 2011 si espressero nel referendum dicendo che l’acqua doveva uscire dal mercato e che non si poteva trarre profitto su questo bene. Se oggi l’acqua può essere quotata in Borsa è perché da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata permettendo in Italia la partecipazione del privato nelle aziende pubbliche – vedi ACEA. Per invertire una volta per tutte la rotta, per mettere in sicurezza la risorsa acqua e difendere i diritti fondamentali delle cittadine ci uniamo al grande lavoro che sta facendo il forum italiano sull’acqua e CHIEDIAMO al Governo Italiano e alla Regione Lazio di: • prendere posizione ufficialmente contro la quotazione dell’acqua in borsa; • riprendere la discussione per approvare le proposte di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” ferme presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei deputati; • sottrarre ad ARERA le competenze sul Servizio Idrico e di riportarle al Ministero dell’Ambiente; • di stanziare adeguati fondi per interventi finalizzati alla riduzione drastica delle perdite nelle reti idriche; • di salvaguardare il territorio attraverso investimenti contro il dissesto idrogeologico; • impedire l’accaparramento delle fonti attraverso l’approvazione di concessioni di derivazione che garantiscano il principio di solidarietà e la tutela degli equilibri degli ecosistemi fluviali.

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