L’opinionista di Quarto Grado, Carmelo Abbate commenta le rivelazioni del tolfetano. “Le parole di Vannicola portano acqua al mulino di Ciontoli”
“Le dichiarazioni di Vannicola sono una patacca” –
“Lui è Davide Vannicola, amico dell’ex comandante dei Carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo, il quale gli avrebbe confidato che Antonio Ciontoli lo avrebbe chiamato subito dopo lo sparo per dirgli che a casa sua avevano “fatto un casino”, e che a sparare a Marco Vannini sarebbe stato il figlio Federico”.

Ad intervenire sulle rivelazioni shock di Davide Vannicola, il tolfetano che nei giorni scorsi è stato ascoltato dalle Iene alle quali ha rivelato dei particolari sulla morte del giovane Marco, è l’opinionista di Quarto Grado, Carmelo Abbate.
Per Abbate “le dichiarazioni di Vannicola sono una patacca, nel senso che non valgono nulla”.
“La mia è una valutazione oggettiva, non soggettiva. Restiamo nel merito delle sue dichiarazioni. Quello che lui dice – spiega Abbate – non è riscontrabile”.
“Perché al tempo furono presi i dati sul traffico di cella, furono scaricati i tabulati, e non risultarono telefonate partite da casa Ciontoli, anche da utenze non identificate, in orario diverso rispetto a quello conosciuto”.
“Vannicola verrà sentito dai magistrati, forse sarà aperta una nuova inchiesta, che non porterà a nulla, almeno per i Vannini”.
“Intanto, le parole di questo testimone che prima parla con la tv poi con gli inquirenti, sconfessano di fatto tutto l’impianto accusatorio contro i Ciontoli, che a mio avviso rimane solido, tanto è vero che il pubblico ministero ha fatto ricorso in Cassazione con la richiesta di condanna per omicidio volontario per tutti”.
“Il punto non è più chi ha sparato, ma cosa hanno fatto dopo, tutti insieme”.
“Se come dice quest’uomo con la coscienza a scoppio ritardato, a sparare fosse stato Federico, questo vorrebbe dire che lui, la sorella, la fidanzata, il papà, avrebbero recitato una lunga e corale sceneggiata la notte in cui furono intercettati in caserma”. 0
“Non ci credo, almeno fino a prova contraria”.
“Ma che siano prove, non chiacchiere che riportano altre chiacchiere”.
E Abbate punta i riflettori anche sulle nuove testimonianze raccolte da Giulio Golia e mandate in onda proprio ieri sera.
“Come quelle di due donne in treno che tre anni dopo riferiscono le parole di una vicina di posto”.
“Una cosa è certa, nel frattempo: le affermazioni di Vannicola portano acqua al mulino dei Ciontoli. Tutti colpevoli, nessun colpevole”.
di Armando Valente