La classe 2G del Liceo Linguistico dell’Istituto Sandro Pertini di Ladispoli ha lavorato sul gioco d’azzardo. Solo per comprendere come e perché non è possibile vincere: Questa tipologia di giochi è creata proprio per far perdere il giocatore. I ragazzi, seguiti dalla Professoressa Alessandra Marozza, sono partiti dalla storia del Taxi 1729.
Agli inizi del Novecento, il matematico inglese G. H. Hardy, fece una scoperta molto importante sulla bellezza della matematica. Mentre andava in taxi a trovare il giovane amico e collaboratore Srinivasa Ramanujan, malato di tubercolosi e in fin di vita, fece caso (come sempre) al numero della vettura. Era 1729. Un numero “poco interessante”, commenta il matematico. “Sperai – prosegue – che non fosse di cattivo auspicio”. In realtà si sbagliava, gli fece notare l’amico: 1729 “è il più piccolo numero che si può esprimere come la somma di due cubi in due modi diversi”.


Ciò che colpì il professore fu che, anche all’approssimarsi della morte, Ramanujan riusciva ancora a vedere bellezza della matematica, anche quando è solo il numero di un taxi londinese (e, per la precisione, è anche la somma di 10³ e 9³ o di 12³ e 1³)
Nacque così Taxi1729, una società di matematici che attraverso il calcolo delle probabilità spiegò i meccanismi del gioco d’azzardo. Conoscere le vere probabilità di vincita può essere utile per prevenire la ludopatia. Cosi anche gli alunni della 2G hanno voluto provare simulando il gioco “win for life” e scoprendo che la dipendenza nasce da l fatto che:
– Ci sono tanti casi per vincere
– Se perdo rigioco per rifarmi dei soldi persi
– mi sento “Near miss”
– Qualcuno che vince c’è
Ma la matematica ci insegna che in realtà la probabilità di vincere è bassissima.