Confermate le stime preliminari, -0,3% sul mese. Rivista al ribasso la stima dei prezzi del ‘carrello della spesa’, +2,1%
Istat: a ottobre rallenta l’inflazione, +1,2% sull’anno –

Nel mese di ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione del -0,3% su base mensile e del +1,2% su base annua (da +1,6% nel mese precedente), confermando la stima preliminare.
E’ quanto comunica l’Istat evidenziando che su base annua il valore è leggermente inferiore ai livelli di fine 2024.
La sensibile decelerazione del tasso d’inflazione si deve prevalentemente al marcato rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +13,9% a -0,5%), degli Alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%). La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette la diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-6,4%). Lo rileva l’Istat.
L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,6% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo. L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera leggermente (da +2,0% a +1,9%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,1% a +1,9%).
In Europa, la Commissione Ue nelle previsioni economiche di autunno prevede che l’inflazione si porterà a fine 2025 al 2,1%, per scendere poi all’1,9% nel 2026 e risalire al 2% nel 2027. Per l’Ue l’attesa è di un’inflazione al 2,5% quest’anno, al 2,1% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. In Italia l’inflazione è vista all’1,7% nel 2025, all’1,3 nel 2026 e al 2,0 nel 2027.
Tornando all’Italia, secondo l’Istat “la sensibile decelerazione del tasso d’inflazione si deve prevalentemente al marcato rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +13,9% a -0,5%), degli Alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%) e, in misura minore, di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,0%) e degli Alimentari lavorati (da +2,7% a +2,5%).
Tali effetti sono in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%) e dalla flessione meno marcata di quelli degli Energetici non regolamentati (da -5,2% a -4,9%)”. “La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua (da +0,6% a +0,2%) e quella dei servizi rimane stabile (a +2,6%). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni aumenta, salendo a +2,4 punti percentuali (dai +2,0 p.p. del mese precedente)”.
“La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette la diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-6,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,1%), degli Energetici non regolamentati (-0,6%), dei Servizi relativi alle comunicazioni e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,3% entrambi). Salgono invece rispetto a settembre i prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3%)”.
“A ottobre 2025 l’inflazione rallenta sensibilmente – è il commento dell’Istat – scendendo a +1,2% (leggermente al di sotto del valore di fine 2024). La decelerazione risente del marcato ridimensionamento del ritmo di crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,9% da +4,8%) e del calo di quelli degli Energetici regolamentati (-0,5% da +13,9% a settembre). In rallentamento la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,1% da +3,1%) e dell’inflazione di fondo (+1,9% da +2,0%). Il tasso di inflazione acquisito a ottobre si attesta al +1,6%”.
Nel mese di ottobre i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano infatti da +3,1% a +2,1%, come quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +2,1%).









