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Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati

Si è chiusa con successo la terza edizione del “Festival internazionale per gli Etruschi”

Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati – di Giovanni Zucconi

Parlare di un evento dopo che è già passato, ti dà il vantaggio che non devi scrivere nessun ringraziamento. Ormai gli articoli dei giornali locali, ma sto vedendo che questa tradizione si sta trasferendo anche sui post Facebook, sono spesso infarciti da kilometrici ringraziamenti a tutti quelli che hanno reso possibile l’evento, o che vi hanno partecipato. Si arriva a ringraziare anche il gatto.

Esentati da questa incombenza, proviamo a raccontare la manifestazione per quello che effettivamente è: un evento storico per Cerveteri. Tralasciando anche di parlare, me ne scusino gli organizzatori, del ricchissimo programma che si è articolato in tre intensi giorni.

Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati
Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati

Stiamo parlando della terza edizione del “Festival internazionale per gli Etruschi”. Che si è svolto a Cerveteri dal 3 al 5 giugno, all’interno dell’Istituto Comprensivo Giovanni Cena. Istituto che ospita, nel suo perimetro recintato, quasi a difenderla, quello che rimane della vasta Necropoli del Sorbo.

Perché si è trattato di un evento storico? Per diversi motivi. Cominciamo dal più importante.

Innanzitutto si è tornato a parlare di Etruschi, a fare rivivere gli Etruschi di Cerveteri, nel luogo che è il simbolo più tragico della Cerveteri moderna. Mi scuso se qualcuno penserà che l’accostamento sia fuori luogo, ma è come se si fosse organizzato, ad Auschwitz-Birkenau, un convegno sull’ebraismo.

Come abbiamo già detto, il Festival si è svolto anche all’interno di quello che rimane della Necropoli del Sorbo. Che, come tutti sapete, venne stuprata, irrimediabilmente distrutta e seppellita per sempre sotto alti palazzi, da una vergognosa speculazione edilizia compiuta a Cerveteri nel 1966. Una storia incredibile e vergognosa. Un vero e proprio crimine contro l’Umanità, rimasto impunito. Uno degli atti più gravi perpetrati, in tempo di pace, contro il patrimonio archeologico e contro la memoria storica di un popolo. Solo l’ISIS ha saputo fare di meglio. Barbarie che, va sempre detto e ricordato, si è consumata sotto gli occhi di tutti: Amministratori, Soprintendenza e, soprattutto, cittadini di Cerveteri.

Nella foto potrete verificare che si trattava di una necropoli costituita da decine e decine di tombe. Tombe studiate e catalogate anche dal Mengarelli. E oggetto di importanti convegni internazionali. Quindi non proprio qualche tomba sperduta in mezzo alla campagna.

Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati
Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati

L’ho già scritto, ma lo ribadisco: finalmente quell’area che porta ancora i segni della devastazione, è tornata, grazie al Festival, ad essere di tutti i cittadini cerveterani. Che hanno potuto visitare quello che resta dell’area archeologica come fecero i cittadini tedeschi quando furono portati dentro i lager nazisti per fargli scoprire gli orrori dei loro campi di concentramento. Anche gli studenti, e i Cerveterani che hanno partecipato al Festival, spero che abbiano pensato, come fecero quei tedeschi: “Mai più un crimine simile!”

Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati
Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati

Trovate l’accostamento esagerato? Sicuramente è un po’ provocatorio. Ma dovrebbe spingere tutti a prendere la coscienza che, piaccia o meno, la devastazione della Necropoli del Sorbo è una macchia nera nella Coscienza di Cerveteri. Ma è anche una potente chiave di lettura per capire perché la nostra città non è mai decollata nonostante le sue incredibili potenzialità. In una nostra intervista di qualche tempo fa a due giovani ragazzi eletti nel Consiglio Comunale dei Giovani di Cerveteri, ci hanno dichiarato che, per fare crescere Cerveteri, non basta cambiare i politici. Bisogna anche cambiare la mentalità dei cittadini. E cambiare la nostra mentalità, per farla passare da una di paese a una di città, sono sempre parole loro, bisogna anche passare per la presa di coscienza di cosa sia stata la ferita inferta a Cerveteri con la devastazione della Necropoli del Sorbo.

Per questo, soprattutto per questo, il terzo Festival Internazionale per gli Etruschi” non è stato un evento qualsiasi. Per questo troviamo importante che questo Festival abbia avuto il sostegno, non solo simbolico, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. Che era presente con le sue figure più rappresentative: la Soprintendente Margherita Echberg, il funzionario Rossella Zaccagnini e l’assistente tecnico-scientifica di zona, Monica Arduini.

Presenza che mi fa piacere pensare che possa essere letta anche come un’implicita consapevolezza, e quindi una condanna, dell’inazione del Soprintendente di quegli anni. Che ha chiuso un occhio sullo scempio della devastazione della Necropoli del Sorbo. Se non è un evento storico questo…

Il Sorbo, gli Etruschi di Cerveteri sono tornati a rivivere nel luogo dove erano stati oltraggiati
Raniero Mengarelli

Facendo sempre riferimento alla mentalità degli abitanti di Cerveteri che deve cambiare, dimostrandolo con gesti concreti, ricordo per l’ennesima volta che al Soprintendente di cui sopra, hanno dedicato la prestigiosa piazza antistante l’ingresso della Necropoli della Banditaccia. Mentre al povero Raniero Mengarelli, a cui tanto deve Cerveteri, e che difese fino a farsi cacciare l’area del Sorbo da speculazioni varie, gli hanno dedicata una strada senza uscita, praticamente un parcheggio per poche macchine, posta proprio tra le case costruite sul Sorbo. Una beffa gigantesca.

L’avevo premesso che non si trattava di un articolo scritto per ringraziare e applaudire. Infatti, siamo quasi alla conclusione e non ho ancora parlato degli organizzatori di questo straordinario evento. L’attore e regista Agostino De Angelis, l’ideatore di questa complessa manifestazione, e l’attenta ed efficiente organizzatrice dell’evento, una vera macchina da guerra, Desirèe Arlotta.

Ne parlo adesso per inquadrare questo loro impressionante lavoro nell’”evento storico” di cui parlavo all’inizio. Sono stati tre giorni in cui si è visto di tutto: conferenze, spettacoli, visite guidate, incontri di cinema, sport, visite guidate teatralizzate e allestimenti etruschi. Mostre di pittura, di ceramica, di moda, di fotografia e di editoria. Ci sono state circa 17 conferenze, tenute da importanti funzionari del Ministero dei Beni Culturale e da famosi archeologhi.

Un programma di primo ordine. Dove sta l’evento storico? È che un programma così autorevole, così articolato e vario, mi posso sbagliare, ma non ricordo che ci sia mai stato a Cerveteri. Abbiamo assistito alla nascita di un format che spero possa essere replicato presto a Cerveteri.

Un format che speriamo possa essere riproposto in giorni che prevedano anche il fine settimana. Per permettere a più persone di parteciparvi. E che dovrebbe essere accolto in forma stabile in quella politica di valorizzazione delle aree archeologiche di Cerveteri portato avanti, già da diverso tempo bisogna ricordarlo, dalle tre autorità che hanno la responsabilità e il dovere di farlo: il Comune di Cerveteri, il Parco Archeologico e la Soprintendenza.

Tutto bene quindi. Ma rimane ancora un compitino che ci eravamo condivisi con Agostino De Angelis nelle nostre chiacchierate, ma che quest’anno non c’è stato tempo e modo di organizzarlo. Quella di trasformare una parte della scuola “Giovanni Cena” in un museo permanente della memoria dello scempio perpetrato nella Necropoli del Sorbo. Tornando all’accostamento provocatorio di prima, si potrebbe dire simile a quelle che possiamo trovare ad Auschwitz. Chiaramente, nessuno si offenda, con le dovute proporzioni. Ma il principio deve essere lo stesso.

Sarà organizzato, speriamo, nella prossima edizione del “Festival internazionale per gli Etruschi”.