OMICIDIO VANNINI. Fissata per l’8 luglio la data dell’udienza in Appello bis
“Il cammino verso la giustizia prosegue” –
Riprenderà l’8 luglio la “battaglia” della famiglia Vannini per dare giustizia al loro angelo biondo: Marco. È stata fissata la data d’inizio dell’Appello bis (Presidente Gianfranco Garofalo) deciso dalla Cassazione sull’omicidio del 20enne di Cerveteri.
Era il 2015 quando Marco morì a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, a causa di un colpo di pistola.
A premere il grilletto il padre della ragazza, Antonio Ciontoli condannato in primo grado a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale.
La Corte d’Appello aveva derubricato il reato in omicidio colposo con colpa cosciente condannando il capofamiglia a 5 anni e confermando le condanne per i componenti della famiglia (la moglie, Maria Pezzillo, e i figli Federico e
Martina) a 3 anni. Sentenza annullata dalla Cassazione a cui si erano rivolti sia l’accusa che la difesa.
Per la Cassazione Marco Vannini morì per le «lesioni causate dal colpo di pistola» e se fosse stato soccorso in tempo non sarebbe morto.
«Non è controversa l’esistenza del nesso causale fra l’esplosione del colpo di pistola e il decesso: in più, una ferita con quelle caratteristiche aumentava le possibilità di sopravvivenza e imponeva l’adozione di immediati soccorsi.
Il ritardo nei soccorsi – si legge- si protrasse per 110 minuti ed ebbe un ruolo decisivo nel causare la morte di Marco Vannini, che non si sarebbe verificata se i soccorsi fossero stati tempestivi».
Secondo i giudici di piazza Cavour, inoltre, «una condotta omissiva fu tenuta da tutti gli imputati nel segmento successivo all’esplosione di un colpo di pistola, ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli, che, dopo il ferimento colposo, rimase inerte, quindi disse il falso ostacolando i soccorsi».
«Il cammino verso la Giustizia prosegue», ha commentato l’avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia Vannini.