Dovranno rispondere di tentata estorsione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, spaccio, usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria
Dalle violenze del Roxy bar alle estorsioni aggravate dal metodo mafioso: in manette 6 appartenenti al clan Casamonica –
Alle prime ore di questa mattina, il Servizio Centrale Operativo, la Squadra Mobile di Roma, il commissariato Romanina, coadiuvati dal Reparto Mobile, dal Reparto Prevenzione Crimine e dalla Sezione Volanti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 appartenenti al clan Casamonica/Di Silvio ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Uno degli arrestati odierni è stato già condannato in via definitiva nell’ambito del procedimento penale relativo alle note vicende del “Roxy bar” ed è proprio da questo episodio che ha preso vita l’indagine.
In quella circostanza l’attività di polizia giudiziaria consenti non solo di individuare i predetti soggetti quali autori delle violenze ma, altresì, di accertare una serie di soprusi subiti nel corso del tempo dai gestori dell’esercizio commerciale, e una reiterata attività intimidatoria, finalizzata a convincere le vittime a non presentare o ritirare la denuncia nei loro confronti.
Le condotte criminose in quella circostanza hanno rappresentato una evidente ostentazione del potere dei Casamonica/Di Silvio su un territorio che considerano sottoposto al loro dominio, come chiaramente rimarcato da uno degli aggressori (“qua comannamo noi”, “non ti scordare che questa è zona nostra”).
La configurabilità dell’aggravante mafiosa per i reati perpetrati durante il raid al “Roxy bar” è stata non solo riconosciuta dal Giudice per le Indagini Preliminari in sede di applicazione di misure cautelari, eseguite l’8 maggio 2018, ma altresì confermata in primo grado e, successivamente, in sede di gravame.
A seguito dell’esecuzione delle ordinanze cautelari relative all’episodio del Roxy Bar, le indagini sono proseguite e si sono focalizzate sugli altri componenti delle famiglie, Casamonica/Di Silvio
Le attività tecniche poste in essere hanno consentito di raccogliere una serie di elementi idonei a configurare ipotesi delittuose tipiche del clan Casamonica/Di Silvio, come l’usura e il traffico di sostanze stupefacenti.
In particolare, le indagini hanno consentito di acclarare che i coniugi C. I. e D. S. A. svolgevano quotidianamente attività di spaccio di cocaina.
Le cessioni effettuate nei confronti di numerosi clienti avvenivano all’interno o nei pressi dell’abitazione dei coniugi Casamonica/Di Silvio, previ accordi telefonici caratterizzati dall’utilizzo di termini convenzionali quali “pane” e “ricette”.
Era soprattutto una donna ad occuparsi del confezionamento e della vendita dello stupefacente, mentre il marito manteneva i contatti con i fornitori e svolgeva anche il ruolo di “vedetta”.
.L’attività investigativa, inoltre, ha ulteriormente comprovato l’attività tipica dei Casamonica/Di Silvio, ossia il prestito di denaro a tassi usurari e l’esercizio abusivo del credito.
Infatti, l’usura si è rivelata la principale attività di uno degli arrestati che ha continuato ad esercitarla, nonostante la sottoposizione agli arresti domiciliari per le vicende del Roxy Bar, con l’ausilio del genero e del fratello, arrivando a pattuire interessi pari al 102,5% annuo e a chiedere in garanzia cambiali con importi ben superiori rispetto al capitale erogato.
Le conversazioni intercettate hanno altresì consentito di far emergere come il duo fosse dedito a prestiti di denaro erogati nei confronti di più persone, la cui totale reticenza -anche sulla sussistenza di tali “elargizioni”- non ha consentito di collegare la relativa restituzione delle somme a un tasso usurario.