Se non si avranno sufficienti disponibilità non saranno più consentiti gli addebiti automatici. C’è il rischio di un blocco dei pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali
Da oggi stop ai conti correnti in rosso –
Entra in vigore da oggi l’applicazione effettiva delle nuove regole europee sulla gestione dei default delle imprese, sulle sofferenze e sugli sconfinamenti. Dunque, stop ai conti correnti in rosso da oggi in banca.
Secondo il Centro studi di Unimpresa – come riporta l’Agi – fino allo scorso 31 dicembre un debitore era considerato in stato di default se aveva pagamenti arretrati per più di 90 giorni in misura pari al 5% del suo debito.
Ora invece la percentuale cala fino all’1% secondo cui cambia il significato di “rilevanza” del pagamento arretrato, in relazione al quale entrano in gioco anche altre due soglie: 100 euro per le famiglie e 500 euro per le imprese.
Niente spazi di manovra, inoltre, per gli istituti di credito.
Dopo la regolazione dei pagamenti, inoltre, il cliente resta in stato di default per 90 giorni. Fino allo scorso dicembre, invece, una volta saldato il debito pregresso lo stato di default terminava.
Con le nuove regole la soglia rilevante degli arretrati, per esempio, come riportato sempre dall’Agi, scende, per una linea di credito di 100mila euro, da 5mila a mille euro.
Per il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino, si tratta di una punizione severa per il Paese che sta purtroppo facendo i conti con la crisi economica causata dalla pandemia, tanto che auspica che il Governo si faccia parte attiva per chiedere “una sospensione temporanea delle nuove regole dell’Eba”.
“La novità più significativa delle nuove regole europee riguarda la gestione dei conti in rosso: gli addebiti automatici non saranno più consentiti, infatti se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari”.
“C’è il rischio – ha proseguito Politino – di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti. Inoltre dopo tre mesi di mancati pagamenti di soli 100 euro, viene imposto alla banca di segnalare il cliente alla centrale rischi e di classificare tutta la sua esposizione come ‘crediti malati'”.
Per milioni di piccole e medie imprese c’è dunque il rischio concreto di una improvvisa mancanza di piccola liquidità, derivante dallo stop improvviso ai conti in rosso, ma anche di una significativa stretta al credito.
Per quanto riguarda i conti correnti, le nuove regole impongono di bloccare i pagamenti con addebito diretto nel caso in cui il cliente non abbia adeguata disponibilità sul proprio deposito.
In assenza di fondi sufficienti a coprire il pagamento, dunque, la banca lo blocca e cancella il relativo Rid. Il cliente diventa così moroso nei confronti del titolare del rid.
Dalla Banca d’Italia hanno inoltre precisato che la nuova definizione di default non introduce un divieto a consentire sconfinamenti: le banche nel rispetto delle proprie policy, possono permettere ai clienti utilizzi del conto che comportino uno sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto. Ma la possibilità di sconfinare non è un ‘diritto del cliente’ ma una facoltà concessa dalla banca che può applicare delle commissioni.
Secondo la Bankitalia non è comunque vero che se un debitore è classificato a default sulla base della nuova definizione, è classificato automaticamente anche “a sofferenza” nella Centrale dei Rischi: gli intermediari segnalano un cliente “in sofferenza” solo quando ritengono che abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito.