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Covid-19, Ardita: ”Il Governo rimborsi famiglie che hanno provveduto a pagare le rette scolastiche”

”Ho paura di una crisi economica che impoverisca artigiani, commercianti e liberi professioni. Speriamo in bandi e contributi per queste categorie da parte della Regione Lazio”

Covid-19, Ardita: ”Il Governo rimborsi famiglie che hanno provveduto a pagare le rette scolastiche”

” In questi giorni sentiamo parlare di numerosi decreti che emetterà il governo a favore di imprese e categorie lavoratori, come già ho affermato in precedenza, non basta dire giustamente ‘rimanete a casa’, bisogna soprattutto chiedersi se, le famiglie che hanno un solo componente che lavora e soprattutto nella precarietà dopo la 3°, 4° o la 5° settimana che saranno senza lavoro inizieranno i primi disagi familiari, discussioni o crimini” ha dichiarato in una nota il consigliere comunale Giovanni Ardita.

” Sono abituato ad ascoltare i problemi della gente ascoltando i loro problemi incontrandoli sul treno, al supermercato, alla posta, a scuola in piazza, passeggiando sul viale. Sono i cittadini la vera voce dei problemi quotidiani che hanno le famiglie, le quali mi hanno espresso questo quesito per email per telefono: nel periodo che i bambini non sono andati a scuola, chi rimborserà le famiglie che hanno anticipato i soldi dei pasti pagati e non consumati? Ritengo che lo stesso problema ci sarà per chi ha pagato l’abbonamento dello scuolabus. Ma il governo quando prepara i decreti alle 18.00, prende in considerazione tutte le difficoltà quotidiane delle famiglie? Auspico che il Governo aiuti i comuni a sopperire a queste spese.

Ma i nostri governanti per questo lungo periodo di chiusura chiesto ai commercianti e artigiani obbligati a rimanere a casa avendo anche nelle spalle un affitto da pagare, a quante persone garantirà il lavoro? La politica dovrà cambiare qualcosa dopo il coronavirus, anche nel far ripartire l’economia ed il mondo del lavoro.

Non possiamo rimanere indietro. Governo e Regioni dovrebbero istituire nuovi bandi per tutti gli impianti sportivi che hanno dovuto chiudere con grande sacrificio impianti di calcio, di pallavolo,pallacanestro e molti centri sportivi dove lavorano tanti giovani e non, come piscine, palestre, campi da tennis e padel. Lo Stato attraverso Invitalia e l’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri devono aprire bandi  che prevedono l’investimento degli impianti sportivi pubblici e privati permettendo di poter far lavorare chi è rimasto a casa per troppo tempo”.

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