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Coronavirus: “Ad Aprile vaccinazioni anche al Pit Ladispoli”

L’annuncio del direttore generale della Asl Roma 4, la dottoressa Carmela Matera

Coronavirus: “Ad Aprile vaccinazioni anche al Pit Ladispoli” –

dal Quotidiano La Voce

Coronavirus: "Ad Aprile vaccinazioni anche al Pit Ladispoli"
Coronavirus: “Ad Aprile vaccinazioni anche al Pit Ladispoli”

Lo scorso anno ci volle del tempo prima che si capisse che il virus arrivato in Italia dalla Cina si sarebbe diffuso velocemente, causando migliaia di morti nel nostro Paese.  Dodici mesi dopo stiamo per trascorrere la seconda Pasqua con il Covid ancora in agguato, anche se il genere umano si è attrezzato con i vaccini per fermare la diffusione di questo killer invisibile, che nel 2020 in pochi mesi ha colpito in tutto il pianeta. Come tutte le guerre, anche la pandemia ci ha già fatto capire che nulla sarà più come prima.  Dopo il Covid sarà necessario rivedere tutto perché tutti abbiamo smesso di credere nell’invincibilità dell’uomo.

Nel nostro Paese la pandemia ha messo a nudo l’impreparazione di una classe politica incapace di fronteggiarla come serviva e commettendo troppi errori. La pandemia ha messo a nudo i limiti di quella comunicazione nazionale che ad un anno di distanza ancora propone e alimenta dibattiti su interrogativi triti e ritriti, inseguendo titoli a sensazione continuando a diffondere incertezza, instabilità e paure nell’opinione pubblica. Un terrorismo mediatico che non coinvolge la stampa locale, che spesso ha messo il giornalismo al servizio delle comunità, facendo anche un gioco di squadra con le istituzioni sanitarie dei territori.

Dopo un comprensibile sbandamento iniziale, la Sanità nazionale e regionale, sia pure con tempi e risultati diversi, ha serrato i ranghi e da tempo è sulla rotta per il ritorno alla normalità.

Il nostro territorio è la prima linea della Azienda Sanitaria Locale Roma 4, guidata dalla dottoressa Carmela Matera. Napoletana, vegetariana e con una spiccata sensibilità verso gli animali, la dottoressa Carmela Matera è una manager con un curriculum lungo 15 pagine ed ha risposto alle nostre domande in modo diretto e chiaro.

Nel rispetto delle norme anti-covid l’intervista si è svolta da remoto, ma nonostante la distanza si è subito stabilito un colloquio veloce e senza fronzoli.

Dottoressa Matera, iniziamo dalla campagna vaccinale. I numeri dicono che i vaccinati nel nostro territorio ad oggi sono circa 50.000. La campagna vaccinale della Asl Rm4 ha dei numeri confortanti. Ci sarà un ulteriore incremento di disponibilità e di erogazione di vaccini?

“Si è previsto, la nostra capacità di offerta è organizzata sul numero di vaccini a disposizione. E’ pianificato a metà di questa settimana un reintegro delle scorte che man mano abbiamo consumato, sulla base dei nuovi arrivi noi potenziamo l’offerta”.

Sulla costa nord sono operativi i centri vaccinazioni dell’Ospedale di Civitavecchia e della CRI di Santa Severa, quando inizieranno le vaccinazioni al PIT di Ladispoli-Cerveteri?

“E’ tutto pronto. Appena avremo il numero di dosi di vaccini sufficienti copriremo anche quella sede. Quindi ad Aprile, appena avremo a disposizione la ricostituzione delle nostre scorte di dosi”.

La somministrazione dei vaccini sembra marciare più speditamente per gruppi di anagrafici, piuttosto che per patologie. I malati oncologici del Lazio, un esercito di fragilissimi, lamentano enormi difficoltà ad inserirsi sulla piattaforma di prenotazione per patologia, magari non essendo ancora idonei per età. Quale è la situazione e quali le eventuali correzioni?

“Per i soggetti che hanno delle specifiche vulnerabilità il dato anagrafico non conta. In maniera specifica, per gli oncologici le indicazioni sono che ogni paziente venga gestito dal centro che lo segue. Vale a dire che un paziente seguito dal Gemelli viene preso in carico da Policlinico della Cattolica.

Noi prendiamo in carico i pazienti seguiti dalle nostre strutture, va detto che stiamo parlando di pazienti oncologici con una fase attiva della malattia, quindi che stanno ricevono le terapie previste, chemio ed altro. E di questi giorni il nostro piano per vaccinare tutti i pazienti che sono seguiti sia dall’Ospedale S. Paolo di Civitavecchia che dal Padre Pio di Bracciano, dove di recente abbiamo aperto un nuovo punto di chemio terapia. Diciamo che a breve, in un paio di giornate, i pazienti che abbiamo in carico li vacciniamo tutti”.

La campagna vaccinale nel territorio della Asl RM 4 sta marciando con sollecitudine. La diffusione del virus, invece? Ci sono segnali di rallentamento dei contagi?

“La diffusione dei numeri dei contagi da Covid nel nostro territorio procede a fasi alterne, ci sono giorni in cui registriamo numeri più alti e altri in cui si riducono. Sostanzialmente si conferma una certa stabilità di numeri, in questi ultimi dieci giorni perché siamo passati da una situazione di relativa tranquillità con poche decine di contagi giornalieri, a situazioni in cui abbiamo 100 ed anche 150/180 casi giornalieri. Devo dire che era un’impennata attesa perché sapevano che c’era questa terza ondata che premeva.

E quindi eravamo anche preparati. Oggi i numeri confermano una stabilità giornaliera della diffusione del virus, mentre registriamo una riduzione dei ricoveri, c’è ancora un discreto numero di ricoveri che richiedono terapia intensiva. Si spera che questo aspetto migliori nelle prossime settimane considerando due fattori: l’effetto della campagna vaccinale in corso, e che abbiamo imparato a gestire i contagiati a domicilio.

Ed ancora. Va sottolineata una grande collaborazione dei medici di medici generale da un lato e le Uscar fatte dalla Regione Lazio dall’altro per cui riusciamo a vedere i pazienti sia a domicilio, che nelle strutture residenziali e questo comporta una riduzione degli interventi di pronto soccorso”.

E’ trascorso ormai un anno dall’inizio di questo inferno. Dal suo osservatorio, come ritiene sia stata affrontata l’emergenza dalle strutture sanitarie locali, personale medico e cittadini?

“Siamo stati autorizzati dalla Regione Lazio ad un incremento di personale a seconda delle necessità che sono emerse in queste periodi, sia attraverso graduatorie professionali, attraverso disponibilità richieste a medici nelle varie discipline di volta in volta necessarie attraverso percorsi concorsuali ed attraverso gli ordini professionali.

Ovviamente abbiamo notevolmente incrementato il personale perché pensare di affrontare una fase di emergenza pandemica con il personale che era sufficiente prima, in un’epoca non emergenziale, era impossibile. Ci sono comunque in corso tante procedure concorsuali in Regione Lazio per assumere medici e da queste graduatorie, a completamento dei concorsi, si potrà accedere tutti”.

Anni di cambiamenti hanno penalizzato la sanità di prossimità. Come direttore della Asl di un territorio vasto e strategico, come vede la sanità del futuro?

“Sicuramente va potenziata molto l’assistenza territoriale. Infatti, la maggior parte dei pazienti non giovanissimi soffrono di patologie croniche che vanno seguite a domicilio, nelle strutture del medico di base e nelle strutture distrettuali, quindi sul territorio.

Riservando all’accesso ospedaliero solo quei casi in cui le strutture territoriali non riescono a dare una risposta perché alcune condizioni nel tempo vanno incontro ad aggravamenti. Quindi potenziare l’ospedale per assistere pazienti più seri ed istituire un’assistenza adeguata sul territorio in tutti gli aspetti necessari: ambulatoriale, domiciliare e medici di medicina generale per costituire una rete territoriale per evitare poi che le patologie peggiorino fino ad andare poi a incrementare gli accessi ospedalieri.

C’è bisogno di una prevenzione primaria per evitare la malattia ed una prevenzione secondaria per le patologie che già ci sono e sono ad andamento cronico possano andare incontro a complicanze che rendono poi impossibile gestire il paziente sul territorio”.

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