Domani alle ore 15.00 presso la chiesa di Santa Maria Maggiore le esequie di Alberto Sava
di Riccardo Dionisi
Se sono qui a scrivervi queste poche righe lo devo anche lui. E’ stato il mio secondo direttore dopo Luigi Laloni che, ai tempi dell’università, mi aveva riservato le prime strigliate, ma anche i primi complimenti. Poi arrivò la Voce, un quotidiano nella mia città. Vi entrai in punta di piedi, determinato, ma timido, carico di idee, ma soprattutto pronto ad imparare questo mestiere.
E Alberto era lì, al timone di quel sogno: dotare il territorio di un mezzo che desse voce non solo alla politica, ma al territorio, alle associazioni, alle sue energie più intime e positive, che ascoltasse la sua voce.

Quell’ufficio di via Mazzini era una fucina dove non solo si confezionava un giornale, ma nella quale si condivideva un percorso condiviso. Quel quotidiano è nato con lui e il successo che riscosse all’epoca e che fa de La Voce un punto di riferimento, ancora oggi, è tutto merito di Alberto Sava. Un uomo di grande cultura e preparazione, un appassionato della vita e della politica e innamorato di Cerveteri, la sua terra di approdo.
Estroso ed empatico come la maggior parte dei napoletani, ma anche ruvido quando necessario: questo era Alberto.
Gli anni che trascorsi all’interno di quella redazione sono stati quelli dell’apprendimento ‘matto e disperato’, della ‘caccia alla notizia’, delle riunioni con cazziata incorporata, ma anche delle tante pacche sulle spalle e degli sguardi complici. Io, te e Cristiano eravamo un nodo saldo e una squadra con un obiettivo ed una mission precisa. E tu eri il timoniere, quello da cui ho ‘rubato’ con gli occhi e la testa tutto quello che potevo.
Ecco se oggi riesco a fare il tuo stesso mestiere, quello di Direttore, probabilmente con buoni risultati è anche un po’ merito tuo.
Non sempre abbiamo condiviso le stesse opinioni e le nostre strade qualche volta si sono anche allontanate, ma so che hai continuato a tessere le mie lodi, sempre. Mancherai Alberto, a tutti noi redattori di questo magnifico territorio: eri il nostro decano, la nostra memoria storica.
Fai buon viaggio…
Tra pochi mesi avrebbe compiuto 74 anni. Dopo aver combattuto per circa 12 anni ad un male che non lo ha più lasciato. Sembrava stesse meglio, poi sabato una crisi inaspettata, il ricovero prima al Gemelli poi il trasferimento alla Columbus. Ieri mattina è entrato in coma e intorno alle 14.50 purtroppo se ne è andato. Lascia un vuoto incolmabile. Tutta la redazione si unisce al dolore della famiglia, della moglie Elvira e dei figli Sabrina e Fabrizio.
Domani alle ore 15.00 l’ultimo saluto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Cerveteri.