“Occuparsi dei poveri non è Comunismo, è Vangelo”
Nella Chiesa Antica di Santa Maria Maggiore a Cerveteri, è andata in scena la conferenza spettacolo “Pier Paolo Pasolini e la dimensione del sacro”. Ideata, diretta e interpretata dal Maestro Agostino De Angelis.
Questa rappresentazione segue, di pochi giorni, la manifestazione teatrale che si è svolta il 3 novembre scorso a Tarquinia, dal titolo “Eduardo incontra Pasolini”. Quella volta, come abbiamo scritto nella recensione pubblicata sul nostro giornale, all’inizio aleggiava tra il pubblico la domanda “Cosa c’entra Eduardo con Pasolini?”. Ma anche ieri sera la rappresentazione è iniziata con una domanda. Stavolta posta dal padrone di casa,don Gianni: “Perché siamo qui, in un luogo sacro, a celebrare un personaggio che non è stato di certo un santo?”
La risposta che ha dato don Gianni è stata: “Perché lui è stato un profeta. Il profeta di un cambiamento epocalee drammatico della nostrasocietà. Pasolini disse che gli Italiani stavano abbandonando la cultura cattolica, facendola diventare una cultura di niente.”
Quello che ha detto don Gianni è assolutamente vero. Ma credo che chi ha assistito alla rappresentazione di ieri,abbia pensato che quellafosse una spiegazione solo parziale. Alla fine, dopo aver assistito ai video dei suoi film e delle sue interviste, e dopo aver ascoltato le letture dei suoi scritti, la risposta che mi sono dato è che stavamo celebrando Pasolini in un luogo sacro perché lui spesso parlava con le parole del Vangelo.
Durante la bellissima e intensa rappresentazione,mi è venuta in mente un’intervista fatta a Papa Francesco, su un aereo di ritorno da chissà quale viaggio apostolico. Il giornalista gli faceva notare che lui era accusato di usare, nelle sue omelie, le parole e le espressioni tipiche del Comunismo. Il Papa rispose: “Occuparsi dei poveri non è Comunismo, è Vangelo”.
Cerveteri, nella Chiesa Antica di Santa Maria Maggiore è andato in scena “Pier Paolo Pasolini e la dimensione del sacro”
Non è quindi un caso che Pasolini abbia voluto usare il Vangelo per comunicare le proprie idee marxiste sulla società. Ha addirittura girato un film intitolato “Il Vangelo secondo Matteo”. Perché lui era profondamente attratto dai Vangeli. Che giudicava, parole sue, “una grandissima opera intellettuale, di pensiero, che consola e rigenera”.
In questo ragionamento, va sottolineato, sto usando solo quanto sentito e visto nella rappresentazione ideata e messa in scena da Agostino De Angelis. A testimonianza dello spessore dello spettacolo a cui abbiamo assistito, che comunque è scivolato leggero per un’ora e mezza. Spettacolo in cui il marxista Pasolini ha potuto sedere con pieno diritto tra i banchi della Chiesa Antica di Santa Maria Maggiore. Perché, sempre usando parole sue, “…io posso anche essere uno che non crede. Ma sono uno che non crede, che ha la nostalgia per qualcosa in cui credere.”.
Tutto questo, a mio parere, emergeva dalla rappresentazione di ieri sera. Che spero si potrà replicare per chi non è potuto venire. Messaggi forti e profondi, trasmessi con intensità dai bravissimi giovani attori. Alcuni molto giovani, giovanissimi. Erano gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Cena”, di Cerveteri. Che, emozionati ma molto coraggiosi, hanno letto molti dei brani che De Angelis aveva scelto per questa bellissima rappresentazione teatrale.