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Cerveteri, il Campanile “incelophanato”

di Angelo Alfani

Da alcune settimane la punta del naso dei cervetrani nell’attraversare, con difficoltà invero, il disdicevole spiazzo che da decenni è riempito di automobili in sostituzione dello storico edificio scolastico degli anni trenta, è rivolta all’insù.

Non più ad osservare la torre quadrangolare (circa 22 metri di altezza) che chiude nell’angolo a nord, sulla via del Lavatore, il blocco più antico della Cerveteri non etrusca, bensì la torre campanaria, conosciuta meno prosaicamente come: Campanile.
La motivazione è semplice: tutto d’un tratto gli ultimi due piani del campanile sono stati avvolti da telo di plastica , ed un ponteggio si innalza dal piano dell’ingresso della antica chiesa madre di Santa Maria Maggiore, nei secoli spesso “offesa”, fino a raggiungere la parte terminale ad intonaco pozzolanico realizzato molto probabilmente nel 1919.
Non si tratta di una ulteriore imitazione delle note installazioni dell’artista di origine bulgaro Christo, l’impacchettatore di fondamentali monumenti storici.
La ragione è che ,finalmente, con il contributo dell’otto per mille dell’IRPEF, e penso pur non avendone gli elementi, l’eventuale contributo della Diocesi di Santa Rufina, si sta provvedendo a ridare una necessaria sistemazione del Campanile nel suo complesso.
Del Campanile viene scritto diffusamente nell’Inventario della chiesa Arcipretale -sotto il titolo di S. Maria Maggiore della terra di Cerveteri di Niccolò de Simoni Vicariò , nel 1719.
“Accanto finalmente a la Chiesa fra la fianca del muro laterale destro, ed il Palazzo Ruspoli si vede il Campanile in forma quadrangolare, a lui si entra da una porta dal largo medesimo, e da una scala di legno si ascende in quello, dove sono due campane una antica di peso circa libre 700 cole effigie della Vergine, l’arma del Duca Orsini di C.M., e dalla Università, e col l’inserimento attorno=Mentem Sancta spontaneam honoreremo Deo,et Patris liberationem opus.

E l’altra nuovamente rifatta da un’altra già rotta di peso di circa libbre 1200,con effigie della Vergine, del Principe Francesco Maria Ruspoli suddetto, e della mentovata Comunità; nella quale sebbene nelle foglie attorno la iscrizione, non può però leggerai la sua altezza, essendo in evidente pericolo; e sono finalmente ambedue le Sante Campane benedette conforme si asserisce da cittadini, e dall’Arciprete medesimo.”

Cerveteri, il Campanile "incelophanato"
Cerveteri, il Campanile “incelophanato”

Dall’Atlante storico delle città italiane si legge:

“Accanto alla chiesa , sul lato sinistro è la torre campanaria, con base quadrata in tufi; probabilmente era in origine una delle torri del castello. L’alzato è in mattoni cotti, presenta quattro ripiani suddivisi in cornici , con mensoline ed addentellature di mattoni; ha le caratteristiche bifore romaniche che si aprono sui quattro lati , parte di esse oggi sono murate.

Probabilmente con il rinnovamento del Palazzo nel XVII sec. La torre viene alzata di un piano. Viene restaurato nel 1982 con elettrificazione delle campane “ che da tempo non potevano suonare poiché il campanile era pericolante”.

A quanto mi è dato sapere l’intervento prezioso della Curia consisterebbe nel riaprire e ripristinare le finestre chiuse malamente da tufi appena stuccati ( probabilmente per impedire la nefasta e deleteria nidificazione dei cosiddetti piccioni della torre). Rifacimento dell’interno in modo da consentire l’ascesa ai piani e da lì alla torretta campanaria, ed a quanto sembra un intervento sulle due campane messe maluccio. Si sta affrontando con la Sovrintendenza il ripristino a mattoni cotti di tutta la torre e quindi la necessaria raschiature dell’intonaco che sinceramente è una mazzata in testa. Quali i ricordi di un settantenne cervetrano?

L’avventurarsi su per le assi di legno di castagno cercando di arrivare più in alto possibile; il restare sorpreso da chi, pochi invero, prendevano i fiotti dei piccioni e le uova ancora calde; di chi, ancor meno, cercava di nasconderci coltellini ed altro arraffato dalle bancarelle che, nel giorno di mercato o di Festa Grande, si allungavano tra la fine delle scalette e l’edificio scolastico; molti invece che da chierichetti ( chi anche per qualche giorno non l’ha fatto!?) afferravano la nodosa corda ed al suono delle campane si dondolavano con la cotta spalancata.

Cerveteri, il Campanile "incelophanato"
Cerveteri, il Campanile “incelophanato”