Cerveteri Capitale Italiana della Cultura, l’assessore Battafarano: “Crediamoci tutti”
Cerveteri è tra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2022. Una tappa importante per la nostra città che ha già vinto il titolo di Città della cultura del Lazio 2020 (poi esteso per il Covid- 19 al 2021). Inoltre dal 2019 presiede l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale che ha al suo interno i Comuni che ospitano un sito Unesco. Dopo l’ingresso nella finale top-ten, il prossimo passaggio per i dieci Comuni che aspirano al podio più alto sarà la presentazione, ad una apposita giuria ministeriale, del progetto vincente Cerveteri. Alle origini del futuro. La cultura è senza dubbio un impegno strategico dell’Amministrazione del sindaco Alessio
Pascucci che ha sempre creduto nella Cultura quale pilastro di un modello di società che sa valorizzare il passato, mentre si apre al futuro. Cultura: leva strategica
per i fattori di crescita sociale e sviluppo economico delle comunità, ne parliamo con l’assessore alle politiche culturali, Federica Battafarano.
Ci può illustrare il progetto che ha permesso a Cerveteri di arrivare alla finale per il titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2022?

“La civiltà italiana è nata nella nostra regione, come ha scritto anche il grande etruscologo francese Jacques Heurgon. E il cuore di questa regione è proprio a Cerveteri, come testimonia la sua immensa e maestosa necropoli etrusca. Per questo il claim scelto per la candidatura è “Alle origini del futuro”. Ripartire dalle radici, ripartire dall’identità. È qui che recupera significato la parola Cultura. I patrimoni del passato possono essere riportati alla luce solo con una sapiente azione culturale, che è proprio quanto intende esprimere “Cerveteri 2022”. Chi coltiva la terra, come si è sempre fatto nella nostra regione, sa con precisione cosa significhi amare e lavorare per rendere la terra viva di una
vita eterna e rigenerante. Ecco allora che da Cerveteri, candidata a Capitale Italiana della Cultura, parte una nuova visione di futuro: con la nostra proposta intendiamo
suggerire qualcosa di più che la candidatura di città ospitale e ricca di bellezze artistiche. Vogliamo suggerire un modello di società che sa valorizzare il passato, remoto
e recente, mentre si apre al futuro. Questo sarà possibile se sapremo acquisire un rinnovato senso di responsabilità, di sobrietà, di gratitudine e riconoscenza
verso la nostra terra e verso chi ci ha preceduto”.
Quali potrebbero essere i riflessi per Cerveteri ed il territorio in caso di vittoria del prestigioso titolo?
“Non solo porterebbe grande lustro e fama alla Città e quindi, di conseguenza, concreti benefici per l’economia e il turismo. La vittoria è accompagnata anche da significative risorse, che l’Amministrazione comunale intende investire nel consolidamento delle infrastrutture esistenti e nella creazione di nuove, così da garantire alla Città un futuro più competitivo sul piano turistico e dell’accoglienza. L’obiettivo del progetto è quello di valorizzare complessivamente l’identità culturale di Cerveteri e dell’ Etruria Meridionale. A livello cittadino, il progetto consentirà di affrontare le sfide future in termini di sviluppo economico, attrattività e inclusione sociale. A livello dell’intera area dell’Etruria Meridionale, si intendono inoltre avviare iniziative integrate e di sistema, di rilievo nazionale e internazionale, valorizzando il posizionamento geografico strategico e la vicinanza di Roma Capitale, dell’aeroporto internazionale di Fiumicino e del porto di Civitavecchia. Al centro di ciò, c’è proprio il patrimonio archeologico della nostra Necropoli. Ecco perché proponiamo come evento portante del dossier un grande Festival annuale degli Etruschi (annuale, perché deve essere ricorrente se vuole davvero
impattare a livello economico e sociale) attraverso il quale abbinare un’alta riflessione scientifica sul patrimonio ad una serie di iniziative e progetti educativi, laboratori, pacchetti turistici, in grado di attrarre sul territorio diverse tipologie di pubblico.
Il festival dovrà diventare un ulteriore motore di rilancio turistico del territorio e fare di Cerveteri un centro di aggregazione del sapere sull’Etruscologia rinomato a livello internazionale, dove ogni anno si incontrano e si confrontano i giovani studiosi, gli archeologi, le grandi istituzioni museali. Il futuro di Cerveteri sarà, infine, nell’accensione civica: cioè nella capacità di “accendere” i cittadini, soprattutto i giovani cittadini, coinvolgendoli nei laboratori di attivazione culturale, nei tirocini all’interno di imprese creative, nelle maratone di creatività, nelle iniziative di volontariato per i beni culturali, nelle guide turistiche e ambientali sul territorio. L’accensione civica non riguarderà solo il territorio dell’Etruria meridionale ma tutti coloro che per diverse ragioni amano Cerveteri e sono legati al suo patrimonio culturale: “Nessuno e niente muore davvero del tutto e per sempre”. L’omaggio verso i morti non è culto della cenere, ma custodia del fuoco. Qualcosa che arde e anima il futuro delle nuove generazioni, è così che intendiamo la nostra candidatura, così immaginiamo il 2022 a Cerveteri”.

Sia nel primo che nel secondo mandato da sindaco, Pascucci e la sua amministrazione sono sempre stati in prima linea per la crescita culturale della città. Possiamo fare un bilancio di questo impegno, lungo otto anni?
“Sono stati otto anni molto impegnativi e faticosi, in cui la promozione e diffusione della Cultura è stata una priorità. La lungimiranza di questa azione politico-amministrativa ha dimostrato come la cultura sia un importante strumento di coesione sociale. Abbiamo sempre creduto che il Comune di Cerveteri dovesse investire sulla cultura come valore imprescindibile per il suo sviluppo economico, commerciale e sociale. E lo abbiamo fatto, anche con coraggio, e con un’intensità ed una forza sempre maggiore nel corso degli
anni. Andando costantemente controcorrente, negli anni in cui i tagli verso gli Enti Locali sono stati più feroci e indiscriminati. La Cultura è come un seme, per maturare ha bisogno di un terreno fertile. In questi anni ho lavorato molto sui contenuti culturali, affinché questo seme fosse posato in terra fertile e ricettiva. La Cultura non va confusa con l’erudizione né va associata all’intrattenimento e allo spettacolo: vuol dire stare nel campo, farlo fiorire, a costo di impegno, costanza e dedizione”.
Lei ha promosso tantissime iniziative, aprendole alla partecipazione delle realtà associative comunali. Soddisfatta dei risultati di tale scelta?
“Credo, in definitiva, che a Cerveteri abbiamo fatto un’importante rivoluzione. La strada è ancora lunga, ma il bilancio è certamente positivo! Sono veramente soddisfatta. Una crescita non è tale se non viene vissuta e condivisa dalla comunità di appartenenza. Il fine più alto è sempre creare una coscienza civile. Un’accensione civica. Questo a Cerveteri è accaduto e continua ad accadere ogni giorno. Colgo l’occasione per ringraziare le tantissime realtà associative territoriali che, anche in questo periodo così difficile, stanno collaborando a nuove idee e progetti da mettere in campo per Cerveteri”.
Covid 19, distanziamento tra persone ma non dalla cultura: cosa bolle in pentola a Cerveteri per il 2021?
“Il riconoscimento spettato a Cerveteri in qualità di “Città della Cultura del Lazio 2020” è stato prorogato, a causa della pandemia, al 2021. L’auspicio è quello di poter finalmente realizzare le proposte culturali che hanno permesso di aggiudicarci il titolo regionale. Una proposta che riguarderà da vicino le molteplici realtà presenti sul nostro territorio e che ogni giorno sono in prima linea con progetti culturali di alto livello nazionale e internazionale. Questi anni stanno segnando un passo storico per lo sviluppo culturale di Cerveteri. E tante sono le novità in cantiere. Posso sicuramente anticipare che la prossima stagione culturale estiva potrebbe prendere vita sul nostro nuovo Lungomare. Abbiamo il dovere di costruire un futuro migliore, soprattutto in questa delicata fase storica che stiamo attraversando, e dobbiamo avere la capacità di vedere ciò che sarà a
prescindere da quello che è stato. Solo così metteremo in campo la Cultura che vince e batte il tempo”.
A. Sava – quotidiano La Voce