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Caso Vannini, oggi il processo d’Appello bis: Segui la Diretta

Prosegue l’udienza del processo di appello bis per la morte di Marco Vannini, il giovane di Cerveteri ucciso nella casa della sua fidanzata Martina Ciontoli nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, oltre cinque anni fa.

Dopo aver ascoltato, in qualità di testimone, Viola Giorgini, la ex fidanzata di Federico Ciontoli, presente al momento della tragedia, oggi la requisitoria del pm e la richiesta delle parti civili.

– Inizio udienza, in aula Antonio Ciontoli.

Parla il Pm: “La testimonianza di Viola ha confermato che siamo in presenza di una serie di menzogne e reticenze che hanno caratterizzato tutto il processo e la Cassazione lo ha notato. Ben 11 sono state le menzogne finalizzate a falsificare prove. Telefonare al pronto soccorso, 118 e dare informazioni false è come non aver telefonato. Federico ha dimostrato di aveva piena consapevolezza di quanto fosse grave la situazione, ma non chiama e non pronuncia mai né la parola ‘pistola’, né colpo d’aria e la Cassazione lo evidenzia. La sua malafede è la stessa della sua famiglia. Davanti alla dichiarazione del padre “è un colpo d’aria”, lui non ha fatto cenni, non ha chiesto nulla. Questo per evitare come dice Antonio Ciontoli poteva perdere il posto di lavoro. Questo è sconvolgente, difronte all’emorragia di Marco, e lo hanno condannato a morte.

Un colpo capace di sfondare la portiera di una vettura è stato spacciato per una ferita da pettine a punta. Altra menzogna è stata dichiarata nella seconda telefonata al 118 in cui non si è parlato del colpo e della pistola. Martina disse all’infermiera Bianchi di non sapere perché non era presente, ma non ci sono dubbi. Tutti hanno visto e sentito la pistola, Marco e cercato il foro d’uscita. E’ trascorso troppo tempo.

Per un errore in primo grado dove si riporta la data del 21 maggio, la Corte è convinta che in quei giorni Martina possa essere stata influenzata, in quanto nelle intercettazioni descrive minuziosamente i fatti. Alessandro, dopo 10 ore, dice a Martina: “Perché tutto ‘sto tempo prima di chiamare?” La Corte d’Assise va rimproverata sotto questo aspetto circa le attenuanti generiche. Marco è stato assistito con acqua e zucchero o alzandogli le gambe. I fatti sono ormai chiari, non si voleva allarmare il 118. I passaggi più assurdi sono questo di Martina e quello della Pezzillo al Pit che si preoccupa del posto di lavoro del marito.

Qualche colpa ce l’ho io e l’ufficio che rappresento. Non avrei mai potuto pensare che su Ciontoli venisse configurata la colpa cosciente. Ho cercato di sostenere l’appello del pubblico ministero. Ho sostenuto il dolo eventuale anche agli altri membri della famiglia. La lontananza dalla condotta standard e il tempo trascorso sono fattori impressionanti. Non sono medici né chirurghi, e Ciontoli da militare sapeva quanto fossero pericolose le armi. Quindi è consapevole che il ferimento porterà conseguenze alla perdita del suo lavoro e allora tenta di corrompere il dottor Matera.

Se avesse accompagnato Marco subito al Pronto Soccorso avrebbe avuto senso. Parte Civile e Cassazione hanno sottolineato che la morte di Marco avrebbe giovato al Ciontoli per l’assenza del testimone chiave.

Marina vede Marco incosciente sulla barella, sta morendo e come l’ha visto la mamma anche i Ciontoli. Non ci sono dubbi è dolo eventuale e non colpa cosciente. O si trovano motivazioni diverse dalla precedente sentenza d’Appello oppure si può confermare il primo grado per Antonio Ciontoli.

Sono stati tutti conniventi e disegno programmato a cui i familiari hanno aderito a non far emergere questo fatto per niente al mondo, a costo di far morire Marco Vannini. Posso capire che in un momento di confusione mentale possa far commettere errori ma un’ora è tanto, tantissimo, fin quando non si parla con Matera. Marco è riuscito a sopravvivere solo perché aveva la forza di un giovane 20enne ed ha resistito per tre ore. Le urla disperate, sangue, ma come si fa a pensare ad un colpo d’aria se gli schizzi di sangue erano dappertutto anche sugli abiti di Ciontoli e su Martina. Sono schizzi perché l’emoragia era interna. Per non parlare della ciste. Federico dice al padre “tu devi dire che è una ciste”. Il maresciallo Izzo che parla alla stazione di Ladispoli è assurdo, Martina lo sapeva della ciste perché l’aveva vista. Ci stanno riempiendo di bugie e poi in 20 pagine voi potete mai credere a questi soggetti (i Ciontoli) e non al maresciallo dei Carabinieri (Izzo)?”

Il Pm chiede 14 anni per Antonio Ciontoli e per i suoi familiari.

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