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Caso alessia Pifferi, l’analisi della criminologa Linda Corsaletti

La criminologa di Cerveteri analizza i terribili fatti di cronaca degli ultimi giorni

Caso alessia Pifferi, l’analisi della criminologa Linda Corsaletti –

Alessia Pifferi la 37enne di Milano che ha ucciso la figlia Diana di soli 18 mesi lasciandola volontariamente sola in casa per 6 giorni, condannandola a una morte feroce ha dichiarato al pm Francesco De Tommasi durante il primo interrogatorio una frase che lascia spazio a molti interrogativi:“ sapevo che sarebbe potuto accadere “.

Caso alessia Pifferi, l'analisi della criminologa Linda Corsaletti

Lo sapeva e lo ha fatto comunque perché ? Perché non aveva un’istinto materno pur essendo madre. È totalmente priva di quel sentimento naturale che lega madre figlia prima durante e dopo la gravidanza.

In questo caso è stata una gravidanza mai accettata, una bambina non voluta ritenuta un ingombro, un fastidio per la sua vita.

Ha addirittura dichiarato di non essersi resa conto della gravidanza fino a qualche settimana prima del parto. L’ha uccisa senza sporcarsi direttamente le mani, lasciandola morire di stenti, impaurita, sola.

Oltre la premeditazione alla donna è stata contestata anche l’aggravante per futili motivi.

La domanda è perché se non voleva quella bambina non l’ha data in adozione? La donna non ha ancora mostrato nessun cedimento emotivo, nessun ripianto.

Al momento la procura esclude di chiedere una perizia psichiatrica, o una consulenza sullo stato mentale della donna.

Per ora dato il simile gesto ciò che possiamo affermare con certezza è che la donna oltre a non avere nessuna capacità genitoriale è socialmente pericolosa, priva di empatia e rimorso.

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