Il Decreto di Legge si pone anche l’obiettivo di regolamentare l’uso dell’immagine dei minori nei contenuti sponsorizzati
Baby influencer, in Parlamento il DDL per vietare i social ai minori di 15 anni
Un nuovo disegno di legge presentato in Parlamento italiano punta a vietare l’accesso ai social network ai minori di 15 anni e a regolamentare in modo rigoroso l’uso dell’immagine dei minori nei contenuti sponsorizzati online. L’obiettivo è proteggere i bambini e gli adolescenti dai rischi legati alla sovraesposizione digitale, allo sfruttamento commerciale e alla mancanza di tutela della loro privacy.
La proposta è firmata da parlamentari di diversi schieramenti politici, tra cui il Partito Democratico e Fratelli d’Italia, e si propone di essere approvata entro l’inizio del 2026.

punti principali del disegno di legge
1. Divieto di accesso ai social per under 15
Sarà vietato iscriversi ai social network prima dei 15 anni. L’obiettivo è limitare l’uso precoce di piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube, spesso utilizzate da bambini anche molto piccoli.
2. Verifica dell’età obbligatoria
Entro il 30 giugno 2026 verrà introdotto un sistema di “portafoglio digitale europeo”, uno strumento per certificare l’identità online in modo sicuro e tutelare i dati personali. Fino ad allora, si propone di usare metodi alternativi nazionali (come app dedicate o l’obbligo di inserire il codice fiscale al momento della registrazione).
3. Stop alla pubblicità che coinvolge minori
Il disegno di legge prevede il divieto di sfruttamento commerciale dell’immagine dei minori, in particolare per contenuti sponsorizzati o brandizzati. L’Agcom (Autorità per le comunicazioni) dovrà definire entro 180 giorni nuove linee guida per regolamentare questo settore.
4. Maggiore trasparenza nei contenuti
Chi pubblica contenuti online con bambini dovrà chiarire se si tratta di pubblicità o contenuti promozionali. L’obiettivo è evitare che video apparentemente “innocui” o “familiari” mascherino attività a fini di lucro.
Obiettivi della proposta
- Proteggere i minori dalla sovraesposizione e dallo sfruttamento sui social.
- Impedire che i bambini diventino strumenti inconsapevoli di guadagno.
- Introdurre controlli efficaci sull’età reale degli utenti.
- Rendere più trasparente il rapporto tra contenuti online e pubblicità.
Riflessioni e criticità
La proposta ha già acceso il dibattito pubblico e politico. Alcuni punti sollevano dubbi:
- Come verrà garantito il rispetto del divieto? Sarà davvero possibile impedire ai minori di aggirare le regole?
- Chi controllerà le pubblicità? E come si definirà in modo chiaro cosa è “contenuto sponsorizzato”?
- Libertà di espressione o censura? Alcuni temono che limiti troppo rigidi possano togliere voce anche a giovani che usano i social in modo creativo o educativo.
- Impatto sulle famiglie influencer, che potrebbero essere costrette a cambiare completamente modello di comunicazione.