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A Ladispoli Pascucci non aggrega la sinistra. Il PD cala i sindaci

Paliotta non esclude il ritorno. Ascani e Marongiu nominati in pole position. Si voterà Domenica prossima

A Ladispoli Pascucci non aggrega la sinistra. Il PD cala i sindaci

All’annuncio della possibile discesa, dai colli, del carrozzone del ‘principe etrusco’ Alessio Pascucci verso le paludose valli, il centro sinistra di Ladispoli si spacca da Palo a Torre Flavia.

Contro le previsioni iniziali, il tappeto rosso per il sindaco etrusco diventa sdrucciolevole ed a tratti cosparso di vecchi e nuovi cocci.

Il potenziale candidato sindaco di Ladispoli, benché autorevole e di comprovata capacità – forse in relazione ai trascorsi burrascosi e l’atteggiamento politico spesso negativo nei confronti della città balneare a cui ora invece ambisce – si manifesta, sul fronte progressista, come elemento più divisivo che aggregante.

Almeno in queste prime battute preliminari Il gradimento sui social, all’annuncio della disponibilità a candidarsi a Ladispoli dopo il Cerveteri bis, non è stato elevato. Il trend è un po’ in salita e l’amore non pare scoccato a prima vista: da parte della gente comune fuori dal comune, molti i commenti di resistenza e copiose le critiche al suo operato a Cerveteri, nonostante il fantastico Jova Beach party pronto magari ad una nuova seconda edizione sul lungomare nuovo (stavolta con le elezioni non c’è fratino che tenga).

A Ladispoli Pascucci non aggrega la sinistra. Il PD cala i sindaci
A Ladispoli Pascucci non aggrega la sinistra. Il PD cala i sindaci

Benché la sostanza della candidatura di Pascucci a Ladispoli ci può stare, la fiducia di varie componenti progressiste, almeno al primo turno, non arriverà.

L’ambizione per una futura tornata alle regionali tra un annetto e mezzo, fatta magari da sindaco, passando per il trampolino di Ladispoli, per Pascucci potrebbe essere una ragion sufficiente ad autoconvincersi che sta percorrendo la strada giusta? Per alcuni si tratterebbe di una forzatura nonostante l’oggettiva opportunità del “piamose Ladispoli”.
Le liste che sostengono Pascucci, sul piatto dei comunicati stampa ben 8, molte delle quali messe su dai reduci della Grando “sveglia” alle scorse elezioni, sognano di rifarsi e di andare di nuovo ‘a comandare’.

Nonostante il numero elevato di sigle la qualità dei nomi e la sostanza delle preferenze che potrebbero effettivamente catalizzare, sono ancora fattori incogniti e poco stimati dagli osservatori. In seno a quel che resta del centro sinistra di area moderata, soprattutto in qualche lista civica dal passato ‘opulento’, si odono i mugugni dopo gli amplessi, ai quali seguiranno si teme non pochi tradimenti e qualche eccellente defezione, causata dal cambio di rotta improvviso dopo il baratto di candidature già scritte.

A Ladispoli Pascucci non aggrega la sinistra

Sicchè il Partito Democratico mette in campo la struttura e decide di convocare gli stati generali della Domenica pe risolve “sta pratica” del candidato prima che risulti incresciosa.

Sul tavolo vengono apparecchiate le primarie di partito per la nomina di un sindaco alternativo al “forestiero”, con 3 nomi di ladispolani in pole position: una donna, la segretaria Silvia Marongiu (che par godere anche delle simpatie dei pentastellati), Federico Ascani (detto il supervotato, nonché consigliere metropolitano in cerca di riconferma e ben visto ai piani alti), e l’ex tra gli ex sindaci, il dottor Enzo Paliotta con la sua forte base elettorale (con riserva da sciogliere entro Martedi tempo massimo per presentare ulteriori candidature al cospetto dei tesserati). Ci sarà tempo fino a quel giorno per presentare le candidature e si voterà Domenica prossima.

Roma e i suoi capi avranno un ruolo chiave nella scelta? Pare marginale: sembrerebbe che la questione si risolva in seno alla sezione: la dirigenza il partito democratico locale in fondo ce l’ha sempre avuta abbastanza marcata.

Se da un lato qualche vetero comunista pur di non trangugiare a collo torto Pascucci direbbe… “mejo Grando de pascucci! “, dall’altro c’è da notare che certe esperienze “di sinistra” delle scorse elezioni già hanno fatto il salto della quaglia da un bel pezzo, passando col centro destra moderato che sceglie un progetto chiaro con un attento e giovane sindaco in piena campagna acquisti.

Se sotto il profilo amministrativo le critiche per questo scatto in avanti dell’Alessio nazionale sono bipartisan e provenienti sia da Cerveteri che da Ladispoli, sotto il profilo politico il sindaco Pascucci ha sparato per primo ed ora potrebbe dover levare lo scudo per contrastare il fuoco incrociato in 2 comuni.

La Pascucci experience di Cerveteri non convince tutti e non potrebbe essere altrimenti, ed anche se la storia del comune unico con Ladispoli fa gola a qualche artigiano, ancor gli esperti del mattone sosterrebbero che sia fuffa. O magari mancano solo le credenziali in banca.

Il 5 stelle a Ladispoli, alla notizia della disponibilità di Pascucci, non ha sparato i fuochi artificiali, nonostante la fase di riposizionamento per il movimento locale. Si vocifera di un’alleanza di simbolo col PD già dal primo turno, con un candidato unitario Dem, sull’onda delle esperienze vincenti in altri comuni italiani?

Insomma la Matrioska del centro sinistra potrebbe dividersi in 2 o 3 blocchi con all’interno altri blocchetti. Ma tanto poi c’è il ballottaggio e magari “se ribeccamo”…
Sempre che qualcuno non sfondi il 51 eh…che poi la torta si fa piccola se I commensali sono così tanti.

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