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Santa Severa: il futuro del Convento dell’Immacolata è connesso a tre significative immagini

Il Comitato di Salvaguardia avvisa politici e cittadini che è tempo di chiudere la questione.

Riceviamo e pubblichiamo

Tre immagini per il futuro di un Convento

La prima fotografia è di circa due mesi fa. Ritrae una ricca sala, il Papa al centro e ai lati i vertici della Congregazione. Dietro, sui due lati, dei frati nero e grigio vestiti e quelli bianchi, con una signora ed un signore in giacca e cravatta. Testimonianza di un’udienza istituzionale, poche settimane dopo l’elezione di Papa Leone XIV. Sullo sfondo, in alto,il dipinto di un mare in tempesta e di una barca in balia delle onde che si avvia verso il naufragio. 

Un’immagine molto lontana dalla realtà dei Frati francescani minori conventuali che, con ogni mezzo, insistono da anni per liberarsi del Convento di loro proprietà a Santa Severa, poche decine di chilometri a nord di Roma. Sordi alle richieste di una Comunità, ostinati nel non voler riconoscere l’enorme valore religioso, naturalistico e ambientale di beni a loro donati, determinati a cancellare tutto quello che questo luogo ha rappresentato per la storia della Chiesa.

In perfetta aderenza con le logiche di mercato, i vertici della Congregazione si apprestano a vendere tutto il complesso per 4 milioni e mezzo. L’obiettivo dichiarato dai compratori è di abbattere, costruire e realizzare una quarantina di ville e villette a ridosso del mare. Un “affare” progettato da anni, che sembra in via di conclusione dopo il “via libera” della Soprintendenza alla demolizione del Convento. Per due volte l’organismo dei Beni Culturali che ha per scopo la tutela del paesaggio e molto altro, aveva rigettato i progetti presentati dalle varie società interessate all’affare. Ora ,i frati-costruttori sono scesi in campo in prima persona ed ogni vincolo sembra essere svanito. 

Soltanto la presenza di una qualche decina di alberi di pino su quei terreni, che peraltro dovrebbe renderli intoccabili, sembra costituire un ostacolo: ma, con qualche precauzione e mettendo in conto qualche piccola multa, si può aprire il cantiere!

Un miracolo dei frati-costruttori, ma anche della potenza, non solo economica, dello studio legale al quale si sono affidati per portare ostinatamente avanti un progetto che cancellerebbe un pezzo di storia, non solo religiosa, di Santa Severa. Esso azzererebbe l’ipotesi di consegnare l’utilizzo del Convento alla cittadinanza, attraverso la creazione di un parco aperto al pubblico, magari a ricordo del Santo Giovanni Paolo II che vi ha dimorato.

Chi rappresenta gli eredi di San Francesco ha intanto apertamente sfidato, con pressioni e intimidazioni anche in Consiglio Comunale, la volontà politica di chi governa il territorio e ha manifestato a più riprese l’intenzione di valorizzare le potenzialità sociali del Convento.

Frati francescani che procedono nei loro progetti edilizi, incuranti di un atto d’obbligo che grava da decine di anni sul complesso, frutto di altri affari travagliati e poco trasparenti.

Con queste premesse osserviamo meglio l’altra fotografia, quella con quattro frati a spasso in una strada cittadina. Sono di spalle, con saio e sandali d’ordinanza; chissà se ridono di chi vorrebbe che leggi e regole – anche ecclesiastiche – venissero sempre e comunque rispettate. Oppure sono semplicemente a passeggio. In ogni caso sanno che c’è sempre un confessionale a cui affidare i propri peccati.

Il Direttivo del Comitato di Salvaguardia